1) Iniziamo da un confronto tra Italia e Svezia:
- dove si mangia meglio?
Si mangia in due modi diversi, in Svezia si mangiano piatti unici e a volte mi mancano però devo dire che in Italia si mangia benissimo.
- dove si gioca meglio a calcio?
La Svezia è avanti in tanti punti di vista, è vero che ci sono squadre italiane che potrebbero competere ma la Serie A è ancora un pò troppo squilibrata. Comunque ogni anno che passa vedo grandi salti di qualità in Italia!
- dove ci sono gli uomini più belli?
(ride, ndr) Hanno qualità diverse ma… da tre anni ho un fidanzato italiano!
- dove si vive meglio?
Dipende cosa vuoi nella vita. Se penso con il cervello vado a vivere in Svezia dopo la carriera calcistica, lì ci sono strutture migliori ed è un paese più sviluppato ed organizzato. Ma se penso con il cuore posso anche dire Italia perché mi piace la mentalità italiana, tutti sono molto più aperti.
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Camille Abily ha parlato a UEFA.com del suo ruolo come una delle cinque ambasciatrici per lo sviluppo del calcio femminile: "Voglio essere d'ispirazione perchè le ragazze inizino a giocare a calcio".
La nazionale francese Camille Abily ha parlato dei suoi obiettivi dopo essere stata nominata una delle cinque ambasciatrici UEFA per lo sviluppo del calcio femminile.
Ospite del Matchday Live audio show di UEFA.com, la centrocampista dell'Olympique Lyonnais ha spiegato i suoi obiettivi a Rob Daly e ha rivelato come spera di raggiungerli.
Gli obiettivi di Abily come ambasciatrice
Voglio cercare di sfruttare la mia esperienza, sia come giocatrice che da tutto quello che ho vissuto come ragazza. In Francia, a partire dal 2011, la situazione è migliore, ma prima abbiamo avuto molte difficoltà e in alcuni altri paesi è ancora meno importante [giocare a calcio femminile].
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Da una idea dell'eclettica calciatrice Pamela Conti e l'imprenditore turistico Antonio Martello è nata Travel Football Academy.
Si tratta di una scuola calcio specializzata nel settore femminile seguita da un team tecnico di eccellenza guidato da Pamela Conti con collaboratrici provenienti da vari Paesi come Fatima Leyva Moran, Maria Ruiz Roman, Maider Castello, Vera Dyatel, Gokham Katya, Gaelle Enganamouit, Laura del Rio e Sandy Iannella.
I punti cardine che contraddistinguono questa realtà sono: la formazione, l'educazione tecnica, l'organizzazione di eventi sportivi per la valorizzazione degli atleti e in ultimo la formazione di base delle lingue (inglese, spagnolo, italiano).
Il territorio siciliano si presta ad accogliere i giovani calciatori e le giovani calciatrici provenienti da tutto il mondo in ogni periodo dell'anno, grazie al clima temperato. All'aspetto clima si aggiungono gli aspetti nutrizionali e gastronomici della dieta mediterranea e la possibilità di abbinare l'attività sportiva all'aspetto culturale e artistico di cui la Sicilia è particolarmente ricca.
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Da bambina quale era il tuo sogno nel cassetto?
Come tutti i bambini il mio sogno era di diventare una persona famosa, di quelle che si vedono in tv, ma crescendo ho capito che sarebbe stato impossibile realizzarlo. Ora ne ho due di sogni, ma essendo scaramantica...non posso dirli!
I maschi ti hanno mai preso in giro perché giocavi a calcio?
Si, ho iniziato a giocare quando avevo sei anni e dal primo giorno la frase tipica che mi sentivo dire era:"sei una femminuccia, non puoi giocare!". E così ho smesso. Poi, un anno dopo, ho visto che un'altra bambina (che ora è la mia migliore amica) giocava a calcio e così ho ripreso, senza più smettere. Un oggetto che per me non deve proprio mai mancare é la palla.
Se non avessi sfondato nel calcio, quale altro sport ti sarebbe piaciuto fare?
Adoro nuotare, ora che sono ferma per infortunio vado in piscina due volte a settimana, aiuta la riabilitazione al ginocchio, ma se fosse per me starei in acqua per ore.
Segui la serie A maschile?
Essendo di Verona é impossibile non seguire l'Hellas, quindi si, la seguo eccome!
Quale é il tuo difensore preferito?
In realtà ne ho due, Maicon e Dani Alves.
Se potessi "rubare" una giocatrice di un'altra squadra per il Cuneo, chi sceglieresti?
Sicuramente Valentina Cernoia.
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Cristiana, partiamo da lontano: come eri da bambina?
Da quello che mi raccontano i miei genitori ero molto vivace, avevo sempre voglia di fare sport e di giocare. Spesso giocavo in farmacia da mio papà, facevo calciare lui ed io ero il portiere, usavamo gli scaffali come porta.
Poi, a quindici anni, sei stata chiamata dal Bardolino..
Si, avevo partecipato con i maschi al torneo di Padenghe Saranno Famosi e avevo fatto un gol in rovesciata. L’osservatore del Foroni Verona mi aveva chiesto di andare a giocare con loro ma io non volevo assolutamente, ero convinta che oltre il calcio maschile non ci fosse nient’altro e non potessi più giocare perché volevo giocare solamente con i maschi. I miei genitori mi hanno fatto capire che non avrei potuto giocare per sempre con i ragazzi e così mi hanno convinta ad accettare la proposta. Ho deciso di continuare a giocare a calcio anche perché era l’unica cosa che mi rendeva felice.
Quando hai capito che saresti diventata così forte?
In realtà può essere che dia un’apparenza diversa di me, penso di essere una brava giocatrice ma non mi reputo forte; sto lavorando molto sulla mia autostima, è vero che ho fatto delle partite in cui posso dire di aver giocato bene ma devo ancora dimostrare molto.
Immagino che il calcio ti abbia fatto fare dei sacrifici, soprattutto nell’età dell’adolescenza quando si vuole uscire e stare con gli amici.
Si vedevo i miei amici che magari uscivano più di me ma l’uscita del sabato sinceramente non me la sono mai negata, evitavo di andare a ballare anche perché ero stanca dopo una settimana di impegni pesanti tra scuola e calcio però una pizza uscivo a mangiarla.
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Oggi vi propongo l'intervista ad una giovane portiere emergente che milita nel FCF Marcon, squadra veneziana (girone C della serie B) impegnata nel corsa alla promozione verso la massima serie.
1) Le caratteristiche di un portiere tipo dovrebbero forse essere fisicità, agilità e
carattere. In quali di queste ti riconosci?
1) Diciamo che mi riconosco un po' su tutte, per essere un buon portiere bisogna essere
agili, ed avere anche quel carattere per farsi seguire dalle compagne di squadra e
trasmettere fiducia.
2) Quanto sei alta, riesci bene nelle palle alte e quanti rigori hai parato finora in questa
stagione?
2) L'altezza è un punto a favore nelle parate alte, sono alta 1.77, di rigori quest'anno tra
campionato e coppa Italia non ce ne hanno mai dati contro però abbiamo vinto un torneo in
agosto e ho parato 2 rigori. Me la sono sempre cavata bene.
3) Spesso si dice che il portiere deve saper guidare la squadra ed è sicuramente
fondamentale per dare indicazioni a tutta la difesa, succede anche a te?
3) Durante una partita è fondamentale che il portiere guidi la propria squadra, soprattutto
la difesa, siamo noi portieri che abbiamo la visuale più ampia del gioco e quindi poter dare
indicazioni, io cerco sempre di aiutarle facendo modo di non mandarle in difficoltà.
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Per entrare ancor più nel mondo rosa del calcio e conoscere meglio le giocatrici della nostra Serie A, Calciodonne.it propone la nuova rubrica “Avanti un’altra”. Ci diamo appuntamento ogni quindici giorni per scoprire una protagonista del massimo campionato femminile; la giocatrice scelta dalla redazione risponderà ad alcune domande inerenti al mondo calcistico, al campionato in corso ma non solo e si svelerà ai nostri lettori. Sceglierà infine, con la formula “Avanti un’altra”, la giocatrice successiva da intervistare.
Si comincerà dalla squadra campione d’Italia e più precisamente con Cristiana Girelli, bomber del Brescia che ha segnato 15 gol in questo campionato (seconda solo a Panico nella classifica marcatrici), realizzando fino ad ora una doppietta, una tripletta ed un poker e che lo scorso anno ha portato per la prima volta il tricolore, proprio nella sua città.
La rubrica sarà curata da Alice Zangrandi e disponibile sul sito www.calciodonne.it, sulla pagina Facebook Calciodonne SiteWeb Original e sul profilo twitter @calciodonneit.
Accompagnata da un caloroso e ritmico applauso collettivo e sostenuta nel ritirare il riconoscimento dal Vice-Presidente dell’A.C.F. Firenze Roberto Orlandi è stata premiata nella prima serata di ieri, nella Sala Consiliare del comune di Scandicci, la numero uno gigliata Miku Matsubayashi, insignita, per alti meriti sportivi, del premio “Maria Nisticò”, dedicato al ricordo di una giovane atleta scomparsa prematuramente, nella “Notte del Pallone Rosa”.
Davanti ad un numeroso pubblico di sportivi e di appassionati, durante la suddetta manifestazione organizzata dalla famiglia Nisticò e da Sergio Innocenti e condotta dal ben noto opinionista, giornalista e presentatore fiorentino Roberto Vinciguerra, l’estremo difensore a disposizione di mister Sauro Fattori ha preso la parola, esternando tutta la propria gratitudine per l’attestato di stima dimostratole dalla commissione premiante e non tralasciando un pensiero nei confronti della propria società e delle proprie compagne di squadra.
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1) In quali squadre hai giocato e quante presenze in nazionale hai avuto?
Le squadre dove ho giocato sono: Attilia Nuoro (serie C) , Alaska Lecce dove vincemmo uno scudetto e una coppa Italia, poi Giolli Roma, Sanitas Trani dove vincemmo 2 scudetti e 2 coppe Italia, poi Giugliano Napoli dove vincemmo 1 scudetto e 2 coppe Italia. Poi Milan, Zambelli Reggiana dove vincemmo 1 scudetto e 1 coppa Italia , poi Torino, Zambelli Lugo dove vincemmo 1 coppa Italia , poi Ascoli, Torres sassari dove vincemmo 1 scudetto, 1 coppa Italia e 1 supercoppa italiana.
Ho collezionato più di 700 partite in serie A con 350 goal. In nazionale 120 presenze e 31 goal.
2) Ricordi in particolare una partita che ti è rimasta nel cuore sia con la nazionale che con le varie squadre in cui sei stata?
Ricordo tante partite, in particolare gli europei del ‘97 quando siamo arrivate seconde e dove feci goal su punizione da 30 metri, un siluro contro la Germania con il risultato di 1 a 1, la partita era in diretta, puoi immaginare che emozione.
3) In che ruoli hai giocato e il ruolo che prediligevi quale era?
Ho giocato in tanti ruoli perché avevo caratteristiche universali, però prediligevo giocare libera da marcature.
In nazionale giocavo come centrocampista.
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1. Ciao Alessia, mi puoi raccontare brevemente la tua storia calcistica, come è nata questa tua passione?
• La mia passione per il calcio è nata all’età di 7 anni quando in spiaggia volevo giocare a calcio con mio fratello Samuele ed essendo una bambina mi mettevano in porta, poi tornata dalle vacanze ho convinto i miei genitori ad iscrivermi a scuola calcio, così ho trascorso i primi quattro anni in una società maschile, poi per due anni ho giocato alla real libertas como e per finire sono arrivata al como 2000.
2. Sei ancora molto giovane, ma già da oltre due anni sei nella prima squadra del Como, come mai “sei finita” in porta…? Chi è stato l’allenatore che ti ha “scoperto” portiere?
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