Il calcio femminile sta cambiando…?
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Il calcio femminile sta cambiando a velocità impressionante e non solo in positivo. Si gioisce per le conquiste fatte con l’arrivo delle società professionistiche e ci si rammarica per l’altra faccia della felicità.
Il Gap da coprire con le avversarie Europee è ancora importante ma il cammino intrapreso sta iniziando a far vedere i primi risultati soprattutto nella crescita agonistica, tecnica e tattica. Ottima l'organizzazione delle squadre e dei campionati di serie A e di serie B
La contropartita da subire è sopportabile anche se in contrasto con le abitudine che hanno da sempre distinto il movimento femminile. La barriera che i club hanno alzato tra le ragazze, il pubblico e i giornalisti esiste solo nel calcio: bisogna chiedere l’accredito per intervistare le ragazze e i loro tecnici, per accedere al campo per le foto e alla tribuna stampa. Tutto è segnato dai diritti d'immagine.
Non si possono fare le interviste video da mandare in differita o meglio in diretta.
Modalità che vengono importate dal calcio maschile professionistico. La differenza sta solo nel fatto che il calcio femminile è ancora dilettantistico ma si pretende che gli addetti ai lavori siano professionisti e si calpesta la passione di chi ha contribuito a portare il movimento fino ad oggi.
Trovo assurde queste regole ma ne abbiamo preso nota e ci siamo subito adeguati.
Anche gli highlights sono riservati: Tim Vision, Sky e FIGC.
Guai a diffonderli sui propri siti e testate giornalistiche. Se vuoi vedere le partite in diretta devi pagare l’abbonamento ma non è possibile rivedere le partite integrali in differita.
Sembra che vogliano mettere alla prova il settore prima di lanciarlo sui palcoscenici dovuti. Non è bastato l’exploit delle ragazze mondiali.
E se la vigna non fa uva…..
Oggi però voglio parlare di alcuni aspetti che mi preoccupano molto.
Il calcio femminile, come tutti sappiamo, si distingue dai più ricchi colleghi per etica e sportività. Valori di esempio da importare in tutta la società civile, che mi hanno da subito fatto innamorare di questo sport e del movimento femminile in genere.
Chi mi conosce, sa che ho sempre lottato affinché il calcio femminile approdasse nei Club professionistici ma soprattutto che si liberasse della catene LND per costituire una propria Federazione (ricordate la mia battaglia con la raccolta firme per uscire dalla LND?). Oggi, per merito di Carlo Tavecchio, ci siamo riusciti ma non è tutto oro ciò che luccica.
Comportamenti sleali in campo.
Dall’inizio di questo campionato, grazie a tutte le gare trasmesse in diretta (non ne perdo una), e anche grazie al mio ritorno a bordo del campo dell’Empoli Ladies come fotoreporter, mi sono reso conto che le nostre “guerriere” stanno iniziando ad imparare le “furbate” che le vengono impartite dai club.
I difensori hanno imparato alla perfezione come “ostruire” l’avversaria in area trattenendola per la maglia, le centrocampiste a commettere falli tattici, le attaccanti a “cadere” come pere dall’albero.
Personalmente ho una visione diversa dello sport agonistico. E si basa su alcuni concetti fondamentali che stiamo rischiando di perdere.
Migliorarsi per prevalere
Tutto lo sport, attraverso l’allenamento e le gare, chiama l’atleta a migliorare le sue doti e le sue capacità per prevalere sull’avversaria (lealtà). Un’avversaria non dovrebbe mai essere fermata trattenendola per la maglia per non farla saltare. Un’avversaria va anticipata, saltando più alto di lei, va superata nella corsa. Va pressata, anche con agonismo, per riconquistare la palla e ripartire a gran velocità.
Questo è l’atteggiamento che abbiamo visto sui campi di calcio femminile e continuiamo a vederlo sui campi Internazionali, Europei e durante i Mondiali dove certe abitudini sono punitissime e la VAR (unico regolamento) è utilizzata alla lettera e non come in Italia.
Il calcio professionistico Italiano è forse da rivedere?
Conoscete un altro sport dove sono praticate le furberie concesse nel nostro calcio?
Immaginate se nel ciclismo si prendesse per la maglia l’avversario che ti passa più veloce in volata oppure si commettesse un “fallo tattico” in salita tanto ostruire un avversario più forte che ti sta staccando?
(Nel ciclismo professionistico e femminile dove le nostre ragazze somo tra le più forti al Mondo, non c'è bisogno di chiedere accrediti per interviste, anche se per rispetto li chieso, le ragazze sono a stretto contatto con il pubblico e i giornalisti e c'è un clima di familiarità. Per prendere un eccesso: Il campione Peter Sagan ha firmato un autografo in salita.)
Immaginate se il grande Jessie Owens o il grande Pietro Mennea fossero stati presi per la maglia solo perché andavano più veloci o se gli avversari avessero commesso un sano “fallo tattico” per fermarli?
Quanti campioni ci saremmo persi con il permissivismo del calcio italiano come esempio di sport?
Lo sport, quello vero, insegna a confrontarsi lealmente.
Mette alla prova, in una competizione, le atlete/atleti che si preparano con minuziosità durante la settimana per sfidarsi nelle gare per la vittoria. Che alla fine è pur sempre quella che conta.
Per ottenere una bella vittoria è necessario rivolgere alle “furbate”? Non credo proprio, al limite è lecito invocare un pò di fortuna.
La vittoria non si può ottenere cercando e segnando un rigore inesistente, bleffando il direttore di gara e tutti gli sportivi, oltre che le avversarie. Oppure fermare, con una scorrettezza, l’avversaria che va in rete.
E’ vero, il calcio è uno sport di contatto, di agonismo. Ci sono però delle regole che andrebbero ricordate.
Un altro pericolo sta arrivando dai “tifosi/tifoserie” o presunte tali.
Mi è capitato di scrivere il mio pensiero sulla vittoria della Fiorentina a Praga. Una vittoria maturata all’ultimo secondo grazie ad un capolavoro di Bonetti-Sabatino. Una vittoria che è valsa il passaggio agli ottavi di Champions League.
Ho scritto di aver visto una brutta Fiorentina.
Apriti cielo. Si sono scatenati messaggi di imprecazioni infinite da parte di pseudo tifosi viola. Cose mai lette prima. Al di là delle offese gratuite e al mancato rispetto delle opinioni altrui, che andrebbero dibattute con altrettanti contenuti, evitando le brutte parole, quel che mi rattrista alla fine sono state le parole offensive all’indirizzo della ragazze juventine e della Juventus. Il riferimento più carino è quando sono stato definito “gobbo”.
Questa parte di fiorentini non è degna di rappresentare la Città del Rinascimento. Voi non siete Firenze, siete solo dei cretini. Firenze e i fiorentini rispettano le donne e non le chiamano “Gobbe” solo perché giocano nella Juventus.
Questi fenomeni vanno fermati e contrastati chiamando in causa le Istituzioni sportive e soprattutto le Forze dell’Ordine, se le società non saranno in grado di acculturare i loro tifosi.
Le donne non si offendono e basta.
La stupida rivalità, di una parte di tifoseria viola, che da sempre vive all’ombra della squadra italiana più titolata è che, a loro dire, gli permetterebbe di esprimere qualsiasi offesa verso altre persone è una vergogna per tutti noi e va debellata dal calcio femminile.
Lo stadio non deve essere un luogo immune a queste e altre brutte vicende.
I profili di calciodonne.it sono un luogo per chi ama confrontarsi con educazione e rispetto educatamente.
Io lo sport lo vedo così, non me ne volete se non accetto le brutte abitudini del calcio maschile e sono in conflitto con il pensiero di molti di voi.
Salviamo il nostro amato calcio dalle furberie, dalle offese, dalla slealtà e insegniamo loro a prevalere migliorando le proprie capacità.
I tifosi dovrebbero tornare a incitare e sostenere le proprie beniamine e le ragazze dovrebbero pensare a giocare con la medesima lealtà con la quale sono cresciute fino ad ieri.
Non cambiate la parte bella dello sport.
Il calcio femminile è uno spettacolo incredibile che si concretizza con due squadre a confronto. Entrambe meritano di essere applaudite. Sempre.
Tutto il resto è noia.
?Walter Pettinati
Foto di repertorio senza riferimento alcuno al contenuto