VAR, stesse regole diverse attuazioni: impariamo dal calcio femminile
- Walter Pettinati
- Rubriche
- Parliamone
- Posted On
- Visite: 2998
L’uso del VAR è entrato a far parte del calcio femminile in occasione del Mondiale di Francia 2019. Ed è stata subito una piacevole sorpresa, distante dalle modalità attuate nel calcio italiano che seminano solo grandi polemiche. Nel mondiale femminile è stato implementato alla lettera il protocollo internazionale, le modalità sono state rispettate dalle direttrici di gara e le decisione sono state accolte con serenità dalle calciatrici e dai relativi tecnici.
Unico protocollo Internazionale, diverse modalità di attuazione
Il manuale che regola il VAR è unico per tutti i campionati che decidono di farne uso. Evidentemente diverse mi sono apparse le modalità con il quale è stato finora attuato nel campionato professionistico Italiano dal Mondiale femminile.
Nel campionato professionistico italiano, gestito dalla coppia FIGC-AIA e della Lega Serie A, è il direttore di gara che decide se utilizzare l’Assistenza Video (VAR);
nel Mondiale femminile, gestito dalla FIFA, è stato il VAR a richiamare l’attenzione della direttrice di gara.
In entrambi i casi è l’arbitro ad avere l’ultima parola, come da manuale.
La differenza di attuazione è sostanziale al fine di poter garantire una maggiore lealtà sportiva del confronto. Non per dubitare della buona fede del direttore di gara ma perché gli addetti del VAR hanno una visione più ampia e dettagliata del campo di gioco e possono rivedere subito in moviola un determinato fatto che può sfuggire all’arbitro e ai direttori di linea. E' normale che più occhi vedono meglio di due.
Il VAR suggerisce e l’arbitro decide: un deterrente per i furbetti sleali del calcio italiano?
La direzione di gara potrebbe prendere decisioni più nitide ed evitare sviste e decisioni sbagliate che possono alterare i risultati del campionato. Molti giocatori, in Italia, a differenze delle colleghe donne, si allenano di più per ingannare il direttore di gara che per avere una maggiore prestanza atletica utile a perfezionare il gesto tecnico e attuare una migliore tattica collettiva.
Calcio pulito o calcio malato?
Molti “tifosi” vogliono solo la vittoria, anche se sleale. Altri, gli sportivi, che amano anche il calcio femminile, vorrebbero conquistare la vittoria attraverso il bel gioco corale, anche maschio ma rispettoso nei confronti dell’arbitro, dell’avversario e del pubblico. Due mentalità contrastanti figlie di un sistema sociale all'italiana dove l'interesse va a totale discapito dell'etica. Dove, da sempre, c'è il detto: "fatta la legge trovato l'inganno". Dove i trasgressori non vengono puniti.
Io penso che un "tuffatore", smascherato dal VAR, dovrebbe essere punito con tanto di squalifica fino ad arrivare anche alla radiazione.
Lo sport deve ritornare ad essere un confronto leale dove, alla fine, deve trionfare il più bravo e il più forte. Deve tornare ad essere un esempio di vita. Non deve insegnare slealtà.
Ecco perché il Mondiale femminile ha frantumato lo share italiano superando il 32% di ascolti. Ecco perchè il VAR al femminile ha funzionato da subito ed è stato apprezzato senza polemiche.
I grandi media amano la polemica e (forse) influenzano le direttive FIGC e AIA?
Perché le nostre istituzioni sportive non impongono, drasticamente, il sistema VAR adottato dalla FIFA in occasione del Mondiale femminile?
Lascio a voi le risposte, io continuo a preferire il calcio delle donne con i loro valori e il loro singolare rispetto per le regole, per le avversarie e per gli sportivi. Un esempio per un calcio Italiano migliore.
Walter Pettinati
Fonti ufficiali del VAR (VIDEO ASSISTANT REFEREES)
https://www.uefa.com/insideuefa/news/newsid=2590884.html
http://theifab.com/projects/vars/principles-practicalities-protocol