Le minacce della Real Federación de Fútbol
- Silvio Bogliari
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La crescita del calcio femminile è spesso ostacolata da problematiche che nel calcio maschile professionistico non si verificano o si verificano più raramente: esistono difficoltà e impedimenti anche nel resto dei paesi europei, non solo in Italia, dove però finalmente e prima di altri campionati, è stato dichiarato il professionismo anche in ambito femminile.
In Spagna, come abbiamo comunicato anteriormente (https://www.calciodonne.it/rubriche/approfondimento/parliamone/27131-l-ennesima-figuraccia-federativa) la federazione spagnola, la Real Federación de Fútbol (RFEF), è in aperto contrasto con le società femminili della massima serie e, ancora una volta, favorisce un’ulteriore critica alla gestione del settore femminile: le leghe dei clubs, associazioni private, sono prerogativa del calcio maschile, mentre nel femminile, ancora oggi, vi è un monopolio federativo.
Nelle ultime settimane si è inasprita ulteriormente la diatriba tra l’Associazione dei clubs femminili spagnoli (ACFF) e la federazione spagnola: l’associazione rappresentativa dei clubs ha infatti presentato una denuncia presso il Consejo Superior de Deportes (l’omologo del CONI) per tutte le pressioni, ritorsioni e abusi di potere subiti dalla RFEF.
Con l’approvazione del nuovo regolamento federativo, a settembre 2020, quindi ormai a stagione iniziata e ad accordi commerciali già conclusi, la federazione spagnola obbligava i clubs femminili a collocare nelle maniche destre delle divise da gioco il logo federativo nelle partite di campionato di Serie A e Serie B, senza che però tale decisione fosse obbligatoria per i clubs maschili.
Inoltre, tale disposizione vietava alle società femminili di indossare il logo di qualsiasi altra associazione di clubs o lega, contrariamente a quanto avviene nella Serie A maschile, in cui, la manica destra delle squadre è occupata dal logo de “La Liga”.
A partire dallo scorso novembre, la RFEF ha iniziato a infliggere sanzioni a quei clubs che non indossavano il logo federativo nelle manica destra delle maglie da gioco, ovvero Deportivo la Coruña, Real Sociedad, Valencia, Real Betis e Logroño.
In più, secondo le fonti spagnole , nelle ultime settime la RFEF si è rifiutata di consegnare i test anti-Covid-19, comprati dalla federazione stessa, a quei clubs che non portavano il logo della federazione nelle proprie divise.
Inoltre, con la circolare n.29 del 10 novembre, la RFEF ha voluto indire il bando per l’aggiudicazione degli aiuti economici compresi nel “Programa Élite Fútbol Femenino”, un programma federativo diretto a concedere sovvenzioni ai clubs femminili, per la stagione 2020/2021.
Tuttavia, tale programma è limitato a quei clubs che “contribuiranno con la federazione al conseguimento degli obiettivi sportivi mediante la messa in comune di risorse economiche e capacità proprie che consentano di raggiungere i massimi livelli possibili per il miglioramento del calcio femminile d’élite del nostro paese”.
Si richiede indirettamente quindi alle società femminili di non affiliarsi a nessuna associazione (ad esempio ACFF) per poter usufruire degli aiuti economici federativi, non potendosi così vedere rappresentate e tutelate nella difesa dei loro diritti e interessi legittimi.
Gli aiuti economici federativi, che ammontano a 500.000 € all’anno in caso di prima “affiliazione”, infatti sono stati concessi solamente a quei clubs che non formano parte dell’associazione e che quindi si sono autoesclusi da qualsiasi contesa con la federazione stessa, ovvero Real Madrid, FCB Barcelona, Athletic Club de Bilbao, Madrid Club de Fútbol e Santa Teresa.
Per concludere, è stato oggetto di denuncia anche la pretesa titolarità federativa nella gestione dei diritti televisivi, che però, in base alla l. 15/2020 e a quanto stabilito dalla Camera di Commercio di Madrid , sono stati dichiarati di proprietà esclusiva dei clubs femminili: tuttavia, l’art. 4 della citata circolare federativa, stabilisce che se una società accetta di cedere il 100% della titolarità dei diritti televisivi alla federazione, allora avrà le sovvenzioni federative.
La circolare lascia però la possibilità di trasmettere le partite disputate in casa solamente a quei clubs che hanno dei canali tv privati, ovvero soltanto Real Madrid e Barcellona.
Se vengono stanziati degli aiuti economici per i clubs provenienti dalla federazione, ente pubblico e che gestisce tutto il movimento calcistico, allora dovrebbero essere destinati a tutti i clubs femminili in quanto tali e non solamente a quelli che accettano di non affiliarsi alle associazioni dei clubs per paura di ritorsioni.
Silvio Bogliari