Mister Longega è costretto a seguire dalla tribuna, causa allontanamento per proteste, gli ultimi minuti della partita più spettacolare negli ultimi anni, vale a dire il suo Verona contro l'armata Tavagnacco. Al triplice fischio si lascia andare all'esultanza come un qualsiasi tifoso e ne ha ben d'onde. Le scaligere oggi hanno compiuto una vera impresa, portando a casa tre punti contro una squadra sulla carta nettamente superiore.
Mister, oggi abbiamo visto una bellissima partita, due grandi squadre, un grandissimo risultato finale per il Verona.
Si, è stata una bella partita, penso che chi sia venuto a vederla e la stessa Rai che l'ha ripresa si siano divertiti. E' stata una partita giocata bene da ambedue le square, abbiamo vinto noi, ma sicuramente il Tavagnacco non meritava di perdere perchè hanno lottato sino alla fine. E' stata una partita a fasi alterne, sul due a zero per loro sembrava finita, invece siamo riusciti a pareggiare, ad andare in vantaggio e potevamo anche chiuderla. Sono riusciti a pareggiare, avrebbero potuto andare in vantaggio e invece alla fine abbiamo vinto noi. Credo però che alla base di tutto ci sia stato un grandissimo spettacolo sportivo, frutto di due squadre che hanno lottato per vincere. Chiaramente noi siamo quelli che escono più contenti, anche perchè con questo risultato forse abbiamo tagliato fuori una diretta concorrente che a mio avviso è la squadra più forte del campionato.
Ricordiamo che il Tavagnacco schierava 3 nazionali titolari (Camporese, Tuttino e Parisi), più altre 7 che sono nel giro delle convocazioni del CT Ghedin, mentre per il Verona c'era in campo oltre alla titolarissima Gabbiadini solo Carissimi e Pini che a turno rappresentano i colori azzurri nella nazionale maggiore.
Si, per quello che sono i nomi è così in effetti. Ma teniamo presente che abbiamo delle giocatrici giovanissime, che rappresentano il futuro della nazionale e altre che nella nostra nazionale non ci possono andare vale a dire Karlsson, Ohrstrom e Da Rocha. Senza contare poi chi non può scendere ancora in campo come Girelli e Toselli o come la nuova italobrasiliana. Però la forza di questa squadra è il gruppo. Abbiamo delle giovani veramente brave, oggi in difesa avevamo una '92 (Ledri), una '93 (Di Criscio) e una '94 (Belfanti). La nostra è una squadra giovane perciò a volte ci sta che si commettano degli errori dovuti all'inesperienza, però ci sta anche la reazione che abbiamo avuto, la voglia di vincere, la voglia di recuperare. Posso affermare che la nostra è una buona squadra, ma soprattutto una squadra che ha un futuro.
Katia Serra è un personaggio che da sempre vive il calcio al 100%, prima come atleta e oggi come commentatrice per Raisport delle gare di Lega Pro e del campionato di serie A femminile. Il suo vivere il calcio a 360° l'ha portata a ricoprire anche un delicato ruolo, quello di referente per la divisione femminile dell'Assocalciatori. Per chi lavora e lo fa con passione, possono arrivare anche delle critiche e così è stato anche per Katia, oggetto di un attacco a lei rivolto da parte di un presidente di una società di serie A femminile. Ma da grande campionessa qual'è, Katia si è lasciata scivolare addosso la sterile polemica e va avanti per la sua strada. Oggi, con il collaudatissimo compagno di viaggio Luca Pisinicca, era a Verona per commentare per Raisport la sfida tra scaligere e Graphistudio Tavagnacco. Un match dalle grandi emozioni, terminato con un risultato che sa di epico: 4-3 per le padrone di casa. A Katia abbiamo chiesto alcune considerazioni sulla gara appena conclusa.
Katia, poco fa sugli spalti si diceva "magari ce ne fossero di gare così nel femminile..."
Hai detto benissimo! Io credo che se il calcio femminile fosse sempre questo, certamente avremmo gli stadi sempre pieni. Oggi è stata una gara entusiasmante, coinvolgente quindi i tanti tifosi presenti si sono sicuramente divertiti e se ne sono andati a casa con un'immagine molto positiva. La realtà è un po' diversa perchè sappiamo purtroppo che per giocare a questi livelli e dare questo spettacolo ci vogliono dei presupposti che mancano e quindi, chiaramente, gare così belle purtroppo sono solo un'eccezione e non la regola.
E' appunto un peccato che una gara così possa venire trasmessa solo in differita il lunedì pomeriggio...
Sicuramente! Chiaro che andare in diretta è tutta un'altra cosa. Nello zapping televisivo, se lo spettatore anche casualmente sintonizza su un canale e viene colpito dallo spettacolo che trova, poi rimane incollato al televisore. Quando invece si sa già il risultato la gara viene trasmessa in una fascia oraria certamente non ideale, anche chi si posiziona sul canale per caso, potrebbe anche venire "rapito" dallo spettacolo, ma non è certamente come essere in diretta, dove anche il pathos per chi gioca e chi ci lavora è completamente diverso.
Tu sei stata anche una grande calciatrice. Dalla tua esperienza sul campo, quante possibilità ha il Tavagnacco ora di ritornare in corsa per il titolo?
E' chiaro che per loro oggi è un risultato veramente penalizzante, anche se a mio avviso era una gara che poteva tranquillamente terminare anche in pareggio. Ho visto oggi due grandi squadre, ma non una prevalere nettamente sull'altra a livello di gioco. Oggi il Tavagnacco è soprattutto penalizzato dal risultato, ma non dalla prestazione perchè ho visto una squadra in grande salute. Dovranno essere brave a reagire immediatamente sul piano psicologico e poi tutto dipenderà dagli scontri diretti, quando dovrà cioè affrontare le altre squadre che stanno davanti.
Abbiamo intervistato Giulia Nasuti al termine del match tra Mozzanica e Tavagnacco, vinto dalle friulane per 5 a 1. Normale che ci sia dell'amarezza nelle parole della fortissima centrocampista delle orobiche che però con grande professionalità e gentilezza accetta di rispondere alle nostre domande.
Oggi la gara non è andata come speravate. Cosa non ha funzionato in sostanza secondo te?
Direi tutto. Siamo state inferiori sotto l'aspetto fisico. A livello di tattica facciamo ancora fatica a muoverci insieme come squadra e non teniamo palla. Non facciamo possesso palla e quindi subiamo il gioco degli altri. E così diventa difficile riuscire a far goal.
Il Tavagnacco si è molto rinforzato in estate con l'arrivo di grandi giocatrici, ma anche il Mozzanica si è rinforzato con ottimi innesti tra cui Giulia Nasuti...
Si ma infatti non sto dicendo che individualmente siamo inferiori. Dico che manca il legame tra le giocatrici a livello calcistico. Il Tavagnacco ha un'idea di gioco, fanno girare molto bene la palla, stanno molto larghe obbligandoti a tua volta ad allargarti e quindi dopo trovano gli spazi. Mentre noi non raddoppiamo e non teniamo palla.
Tu vieni da tanti anni con la Reggiana, sei al tuo primo anno al Mozzanica. Oggi a metà campionato inoltrato, saresti in grado di fare un primo bilancio di questa tua nuova esperienza?
Positiva sicuramente, sotto molti aspetti. Confrontarsi con una realtà nuova ti permette di imparare sempre tante cose. La società è seria, ci tiene molto. Sono molto coerenti con gli accordi presi ad inizio anno e questo gli fa onore. Ci manca di riuscire ad allenarci in modo da migliorare il gioco in campo. Quest anno con la squadra mi alleno solo una volta alla settimana e per me è sicuramente un po' complicato. Devo fare la parte atletica da sola e cerco poi il giovedì di provare un po' le cose con la squadra, ma ad esempio questa settimana i campi erano ghiacciati, io sono stata un po' malata e quindi non ci siamo allenate al meglio e penso che di questo ne abbiamo risentito.
Quali obbiettivi può raggiungere il Mozzanica e quali sono i tuoi obbiettivi personali?
I miei obbiettivi personali sono quelli di fare meglio di quanto ho fatto nelle ultime due partite e di dare un contributo importante alla squadra. Il Mozzanica deve sicuramente migliorare rispetto a quanto fatto, anche per rispetto verso chi viene a vederci giocare e verso la società. Poi penso che dovrà giocarsela per arrivare quinta o sesta, questi sono i nostri obbiettivi realistici. E' ovvio che rispetto a come era partita la società che puntava molto più in alto è un ridimensionamento. Forse si era puntato un po' troppo in alto, adesso dobbiamo ridimensionarci per forza.
"Ho giocato nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo. Solitamente sono un centrale ma mi sono adattata. In quella posizione bisogna correre di più. Ce l'ho fatta anche se non ero allenata al top visto la sospensione per la neve".
Giorgia Filippi, giocatrice dell'Imolese femminile, racconta l'esperienza del raduno con la nazionale under 17 che si è tenuto a Coverciano dal 13 al 15 febbraio. "Abbiamo fatto quattro allenamenti di circa un'ora e mezza in cui mi hanno fatto lavorare in un modo un po' diverso rispetto al nostro staff. Ho imparato molto da questa avventura".
La 15enne, nativa di Lugo, ha cercato di mettersi in evidenza per centrare alcuni obiettivi: "Dal primo al 5 marzo la nazionale disputerà un torneo a Bratislava e solo 18 giocatrici su 25 saranno scelte. A fine marzo poi è in programma un incontro con la Svizzera in cui probabilmente saranno chiamate le altre compagne".
Il ritrovo in azzurro è stato positivo per la Filippi anche per un altro motivo: "Abbiamo fatto gruppo ed è stato piacevole conoscere le compagne. Non si sono formati gruppetti e siamo stati molto uniti. Il momento più bello era la sera quando ci si trovava nelle stanze e si scherzava. Era l'unico momento di libertà perché, per il resto, si lavorava sodo".
Mirko Melandri
Ufficio Stampa Imolese femminile acfd
Il tecnico della Grifo teme la lunga inattività dopo la sosta del campionato e il rinvio della gara contro il Vignola. Alla ripresa, doppia trasferta in terra ligure.
La neve ha complicato i piani della Grifo. Complice la sosta del campionato ed il rinvio della gara contro l'Olimpia Vignola, la squadra di Scapicchi è ferma da più di quindici giorni. Un lungo stop, che potrebbe mettere a rischio la tenuta psico-fisica della capolista, chiamata alla ripresa ad affrontare una dopo l'altra due trasferte in terra ligure, Molassana Boero e Sestrese.
Leggi tutto: Scapicchi: “La neve non ci voleva”
1)-Lei è alla prima esperienza nel Calcio femminile, dopo molti anni nel calcio maschile, ci può dire le principali differenze che ha riscontrato nei metodi di allenamento?
-Devo dire ,in verità, di non aver trovato molte difficoltà nell'applicazione dei metodi di allenamento, le ragazze hanno acquisito abbastanza velocemente tutte le mie disposizioni tecnico tattiche; è evidente che ci sono delle differenze da un punto di vista fisico-atletico, ma questo non ha inciso molto sulla preparazione in generale e di questo sono molto soddisfatto.
Leggi tutto: Intervista a Mister Franti..
In collaborazione con la redazione della rivista "Le Gialloblù" ho incontrato il capitano del Verona, Melania Gabbiadini, con la quale abbiamo chiacchierato a 360°. Ne è uscito il ritratto di una ragazza semplice, ma dalle idee chiare e più sicura di sè di quanto a prima vista potrebbe apparire, data comunque la grande umiltà che da sempre la contraddistingue.
Sei appena tornata da una bella gita in Brasile? Com'è andata?
Direi bene, è stata una bella esperienza. Un buon torneo, anche se un po' sfortunato. Avremmo preferito giocarcela alla pari in undici tutte le partite (nelle prime due sfide con Brasile e Danimarca le azzurre sono state penalizzate da due espulsioni alquanto discutibili) e vedere dove effettivamente avremmo potuto arrivare. Con il Brasile abbiamo creato sicuramente più noi che loro, nonostante il risultato finale. Con la Danimarca abbiamo pagato la stanchezza della prima gara e non siamo state abbastanza lucide sotto porta. Con il Cile abbiamo avuto gioco facile nella terza gara del girone, poi invece nella finalina sono state brave a prenderci le misure ed è stata decisamente più dura, però credo di poter dire che il terzo posto sia stato più che meritato.
Facciamo adesso un passo indietro. Al termine della stagione 2009-'10 si è chiuso un ciclo per il Bardolino Verona. Tante delle giocatrice che hanno fatto grande questa squadra hanno deciso di andarsene. Cosa ha convinto invece Melania Gabbiadini a rimanere a Verona?
Non voglio assolutamente entrare nel merito della decisione delle mie ex compagne di cambiare aria. Io stessa sono stata molto vicina a lasciare il Bardolino. Ma sono rimasta perché ho creduto nel progetto che il presidente mi ha illustrato. Ho voluto far parte ancora di questa squadra e adesso dopo quasi due anni stiamo avendo la conferma alle aspettative che ci eravamo posti. Sono contenta di questa scelta.
In quasi tutto il mondo, istituzioni, media e chi più ne ha più ne metta, si muovono per sì che il movimento del calcio femminile possa crescere. In Italia le cose non stanno proprio così, siamo sempre ad un punto fermo. Tu credi nella possibilità di un'evoluzione del pallone in rosa anche nel Bel Paese?
Io ci spero, più che crederci, poiché dagli anni passati comunque qualcosa si è mosso. Però devo dire che non basta che si muova una persona o qualche persona. E' tutto il movimento che deve fare qualcosa. Purtroppo siamo ancora fermi rispetto agli altri paesi che invece si muovono per evolvere il calcio femminile. Si sentono spesso tante belle parole, bei proclami, ma nei fatti siamo sempre al punto di partenza.
Si è parlato in questo periodo appunto di un possibile connubio tra l'Hellas Verona e il Verona Femminile. Come vedi questa eventualità?
Io trovo che sia una cosa positiva e importante, che sicuramente cambierà qualcosa, forse non nel calcio femminile nel suo insieme, ma sicuramente è un passo per il Verona Femminile di portare qualcosa di importante alla squadra. Non so in che modo avverrà questo affiancamento, tra di noi non se n'è parlato molto, ma sono sicura che porterà solo benefici per noi.
Se tu fossi il direttore sportivo del Verona Femminile, quali giocatrici vorresti portare in gialloblù?
Preferisco risponderti che credo fortemente in questa squadra, anche se molto giovane. Credo ci siano ampi spazi di miglioramento, ma posso dire che ragazze giovani brave come le nostre non le abbia nessuna squadra. Se andiamo avanti così, sia già da quest anno che nei prossimi anni potremo crescere tanto. Questo merito anche di una struttura di squadre giovanili che il Verona da sempre cura in modo particolare, facendo crescere delle ragazze che nel tempo dimostrano di meritare il posto in prima squadra. Ovvio, si vorrebbero sempre le giocatrici migliori, ma poi che campionato sarebbe? Io di questa squadra non cambierei nulla.
Qual è la giocatrice più forte con la quale hai giocato?
Ce ne sarebbero tante, tra tutte se devo proprio far dei nomi ti dico Venusia Paliotti, con la quale ho giocato anche nel Bergamo, una grande giocatrice, ma anche Roby D'Adda con la quale gioco ancora in Nazionale. In realtà molte ce ne sono che per un particolare o per l'altro mi hanno lasciato un buon ricordo.
Quella che invece ti ha dato più filo da torcere come avversaria?
Tornando un po' indietro dico Giulia Perelli, difensore del Foroni. Tra quelle ancora in attività Sara Gama.
Qual è il tuo peggior difetto?
Il piede sinistro...
E qual è invece il peggior difetto di Melania fuori dal campo?
Credo di essere un po' troppo selettiva con le persone. Intendo dire che se il modo di ragionare di una persona è troppo distante dal mio, non può nascere da parte mia nessun feeling.
Tu sei il capitano del Verona, oltre che una delle giocatrici più importanti. Prova a spiegarci cosa vuol dire essere il capitano di questa squadra.
Non è un ruolo semplicissimo. Possono capitare ad esempio delle incomprensioni tra le ragazze e lì devo essere in grado di far da pacere, mai schierarmi da una parte o dall'altra, ma pensare soprattutto a mantenere la calma e l'equilibrio all'interno dello spogliatoio.
Nel futuro ti vedi allenatrice?
Quando giocavo ancora a Bergamo ho provato ad allenare una squadra di bambini e in futuro mi piacerebbe riprovare questa esperienza. Poi più avanti magari allenare un squadra femminile. Francamente per ora non ci penso molto, ma è un'idea che comunque mi piace.
La partita di cartello Brescia-Verona è appena terminata con la vittoria delle rondinelle per due a zero. La prima rete è stata messa a segno da Daniela Sabatino, detta "Alta Tensione". La avviciniamo al termine della gara per chiederle un breve commento sul match appena concluso.
Daniela Sabatino, complimenti per la gara e per la tua rete. Indubbiamente oggi il Brescia ha dimostrato di avere qualcosa in più del Verona.
Si, è stata una partita difficile, sencondo me abbiamo giocato un bellissimo primo tempo creando anche molte occasioni e l'importante comunque è aver vinto.
Al di là dell'ottima prestazione del Brescia, il Verona forse oggi ha deluso un po' le aspettative.
No, loro hanno degli ottimi elementi, direi piuttosto che siamo state brave noi nel primo tempo a "chiudere" la gara, l'importante comunque era conquistare i tre punti.
Oggi hai segnato ancora, un goal importante, che ha dato la svolta alla gara. Una Sabatino sempre più bomber.
Io cerco sempre di mettermi a disposizione della squadra. Non è stato un inizio di stagione brillantissimo, adesso sto trovando la rete e speriamo di continuare così.
L'ex difensore biancorosso punta sulla vittoria finale della squadra di Scapicchi. "Hanno un altro passo rispetto alle altre".
Valentina Belia per oltre dieci anni è stata una della colonne portanti della Grifo, che ha mosso i primi passi nei campionati regionali per poi ritrovarsi in serie A2. Cinque anni fa il connubio con i colori biancorossi si è dovuto interrompere per questioni di lavoro, ma l'affetto e l'interesse per la società e le compagne è rimasto inalterato. In estate la Roscini e Scapicchi hanno provato a riportarla nel gruppo, ma l'ex difensore centrale è stata fin troppo corretta.
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Mister Matrone, come nasce la sua esperienza nel calcio femminile? "La mia esperienza nel calcio femminile ha inizio nella stagione 2007/08 con un gruppetto di giovani calciatrici frequentanti la scuola calcio del Fiano Romano. Un gruppo speciale che durante quell'anno è cresciuto numericamente di mese in mese e mi ha dato grandi soddisfazioni".
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