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"Chi è senza peccato scagli la prima pietra"
Ma sono veramente sicuri i Pink di poter lanciare la prima pietra?
Lungi da me il riferimento storico dal quale nasce il titolo di questo articolo! l'ho utilizzato con leggerezza su di un problema serio e profondo, quale è quello dei vincoli e per aprire un dibattito sulla denuncia della società barese nei confronti della Filsport Castellana per la violazione dell' Art. 1 del CODICE DI GIUSTIZIA SPORTIVA e dell'art. 95 bis delle norme N.O.I.F. (disciplina della concorrenza). La Pink accusa la vicina di aver più volte violato le norme di lealtà e correttezza sportiva contattando e avendo trattative per eventuali trasferimenti di tesserate Pink. La partecipazione di una tesserata rosa blu ad un allenamento della Filsport, rende irrevocabile la decisione di adire ai competenti organi federali. La difesa della Castellana risponde: "Credo che a partire dal 1° Luglio di ogni stagione sportiva sia normale per una società contattare una calciatrice svincolata per cercarla di tesserare nella propria società.
Probabilmente nella girandola di chiamate può capitare di contattarne una che non sia svincolata, in questo caso una società prima sonda il terreno con la calciatrice, poi se la stessa si dimostra favorevole ad un eventuale trasferimento si procede con il contattare la società titolare del cartellino per discutere del tutto."
Fermo restando che al momento delle cose la norma invocata dai pink baresi esiste e vada quindi rispettata, perchè garantisce e tutela la società "proprietaria" del cartellino della calciatrice e quindi le vieta persino il contatto con persone non tesserate che potrebbero influenzare la stessa verso un'altra società, io credo che la miglior regola che bisognerebbe sempre attuare in primis è l'art. non citato dalle NOIF chiamato: "buonsenso". Questo non esclude che ci sia stato e che i fatti siano trascesi tra le parti. Concordo però anche con la tesi della Castellana che reagisce ad una norma che sta per essere abrogata.
Mi limito ad analizzare quindi il problema in generale e non nella sua complessità, in attesa che l'AIC vinca la causa Europea e "liberi" per sempre la volontà di una calciatrice di poter scegliere il suo habitat sportivo preferito. Credo anche che anticipare questa futura conquista dell'umanità sportiva potrebbe essere da esempio a meno che non si voglia sfruttare questa mancanza per altri fini!
D'altronde si sa, le donne non si possono trattenere con le catene e questo aspetto molti presidenti l'hanno capito da tempo altri invece preferiscono far smettere la calciatrice di giocare (a giorni uscirà un'inchiesta bomba su questo aspetto, spero che essa si risolva prima). Il discorso può essere diverso con le minorenni che invece sono piu sottoposte ad essere illuse con i soldi e speranze di nazionale.
Ho sentito molti presidenti esclamare: " chi non sta bene nella mia società può andarsene quando vuole" e questo fa onore a quelle società che dimostrano rispetto verso la volontà delle atlete. Una società moderna, secondo me, non deve trattenere le proprie atlete con i regolamenti ma con l'organizzazione e i servizi e soprattutto mantenere ciò che promette. (evitiamo di entrare nei meandri dei rimborsi non corrisposti)
Mettiamoci a pensare a tutte quelle squadre che il 1 luglio di ogni anno annunciano in buona fede le nuove arrivate...? ...ma quando le contattano queste calciatrici? tutte dopo la mezzanotte del 30 Giugno? e in una notte definiscono tutti le trattative?
Oppure se tutte le società si mettessero a denunciare tutti quei dirigenti che si recano a casa di giovani-speranze minorenni per convincerle a cambiare squadra?
Io sono contrario a definire le questioni con le cause civili e/o penali nello sport perchè vanno contro il confronto sportivo. Il calcio è un gioco e questo ci permette di giocare, regolamento alla mano, pure con la volontà delle persone.
.... ma c'è veramente chi si sente in grado di scagliare la prima pietra?
Walter Pettinati