Caso Fossati, per la giustizia sportiva basta la parola
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La corte Federale d'Appello ha pubblicato le motivazioni sulla squalifica inflitta a mister Maurizio Fossati. Il documento, liberamente scaricabile sul sito della FIGC, riporta ogni dettaglio sulle testimonianze esposte da una parte di calciatrici durante l'udienza in Procura Federale.
La Corte Federale d'Appello ha accolto integralmente il reclamo della Procura Federale, che ha dato fede alle parole di alcune calciatrici e non ha tenuto conto delle altre testimonianze, ha rigettato le memorie difensive presentate dall'Avvocato Matteo Sperduti e ha confermato la statuizione del giudice di 1° grado.
Di contro, la tesi della difesa che lamenta il mancato rispetto delle prove presentate atte a controbattere una ampia parte di accuse.
Significativa la dichiarazione della Corte Federale d'Appello: "Va peraltro aggiunto che nel processo sportivo il regime probatorio è meno rigido di quello ordinario e che il libero convincimento del giudice si può formare anche mediante la rappresentazione di semplici elementi fattuali."
Evito di riportare il contenuto integrale della decisione pubblicata dalla Corte Federale d'Appello, come evito di produrre la documentazione in mio possesso per fare chiarezza sulla vicenda.
Per conoscere la verità mi affido al giudizio dell'Alta Corte del CONI (sperando che prenda in considerazione le prove dell'accusa e della difesa) e soprattutto alle decisioni che saranno emesse dalla Procura della Repubblica di Alessandria alla quale il Fossati si è rivolto per querelare le persone implicate nei fatti per falso, calunnia e diffamazione.
Infatti va precisato che... a differenza del processo sportivo, la legge richiede che la responsabilità sia affermata oltre ogni ragionevole dubbio. Sono sorpreso che il giudice sportivo non abbia tenuto conto di questo principio fondamentale a garanzia della democrazia.
Nel processo penale, le calciatrici saranno chiamate a giustificare le accuse con prove certe e tutte le testimonianze saranno valutate per arrivare alla verità. Sentenza penale che potrebbe anche ribaltare le convinzioni del giudice sportivo.
La Giustizia sportiva, a mio avviso, avrebbe dovuto prendere in considerazione e valutare ogni testimonianza e prova per arrivare alla verità. Non rigettare le memorie difensive e le testimonianze contrastanti.
L'ammissione di violazioni dell'allenatore meritano la giusta e dura punizione. Trovo giusto che le donne vadano tutelate ma non non trovo giusto che una persona venga fatta passare per un mostro, prendendo in considerazione solo la parola di una parte di calciatrici testimoni a discapito di tutte le testimonianze anche in forte contrasto tra di loro.
Walter Pettinati