Vince il rosa, vince il rigore…
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Eh, sì, a Canosa ha vinto l’amicizia, il divertimento, la fantasia. Ha vinto il calcio. Hanno vinto i bambini
Hanno vinto soprattutto le donne in campo, grintose e sorridenti, tenaci e piene di fantasia.
Anche se la palma della vittoria se l’è aggiudicata la formazione NFNP, Campioni dello Sport, che hanno mostrato tutto il… rigore del loro gioco.
Ebbene, lì al San Sabino sono stati in molti a desiderare che il tempo si fermasse, che l’arbitro ingoiasse il fischietto e che l’ultima frazione di gioco che vedeva contrapposti il Team NFNP e l’Acmei Bari non finisse mai… E non per il risultato.
Piacevolmente sorpresa invece la presidente del Comitato Provinciale Unicef Annamaria Cocozza, che ha consegnato un attestato di riconoscimento agli organizzatori, invocando altre manifestazioni costruite con questo spirito, capaci di raccontare cose serie attraverso il sorriso e di portare l’attenzione anche sui nostri bambini, il che, detto da un organismo che si batte da sempre per i diritti dei minori, ci riempie di orgoglio e di gioia. Grande successo per la manifestazione CANOSA FOR CHILDREN. In campo una sola strategia: amicizia e voglia di giocare. Divertirsi vale più di un goal.
Vince il rosa, vince il rigore…
Al Golden Match giocano tre formazioni d’eccellenza insieme a una manciata di ragazzi. Ma sono le ragazze dell’Acmei a imprimere accelerazione alla sfida. Rispondono con fantasia e insolito charme i compagni . Vince ai rigori il Team No Fair No Play.
Metti tre formazioni che, schierate insieme, vanno da un capo all’altro del rettangolo di gioco. Aggiungi due squadre di flag football che il campo lo riempiono, eccome. Mescolaci insieme una frotta di ragazzini scatenati, reduci dal Torneo di Street Football con nelle gambe ancora un migliaio di goal da segnare. E metti una palla in gioco. E’ qui la festa?
Sembra che il pubblico di Canosa non abbia avuto dubbi, perchè lì allo stadio San Sabino c’erano tutti, in tribuna o in calzoncini. Sindaco e assessori, famiglie e scolaresche, forze dell’ordine e parrochie, giovani e nonni. Tutti lì a tifare per un’intera città. Sì, perché la vera protagonista è stata lei, Canosa, la sua generosità, la sua accoglienza.
Una lunga serata fatta di agonismo e intrattenimento, una tribuna gremita, colorata e festante, un campo invaso da ragazzi che tra un intervallo e l’altro del fitto programma si appropriavano della palla e si lanciavano in fantasiosi inseguimenti.
Musica, gags e spettacolo: i giocatori di flag football, belli e imponenti, che portavano sul rettangolo verde il sapore e il colore degli States, le squadre di calcio schierate al centro campo che accennavano alcuni passi di danza accompagnati dall’urlo festoso del pubblico, i grandi che accoglievano nella formazione i piccoli, reduci dalla vittoria del ‘loro torneo’ rigorosamente giocato per strada, come si conviene a un vero eroe. Palla a terra, polvere e sogni.
Qualcuno di loro, lo abbiamo visto in azione, ha già nelle gambe il piglio del campione che lo porterà lontano, ma non diremo il suo nome, saranno i suoi sogni a condurlo là dove vorrà.
Per un istante chiunque fosse presente, ha pensato di essere stato catapultato in un’altra dimensione che il calcio, lo sport, sembra aver lasciato negli spogliatoi insieme alla maglia sponsorizzata e al gel per i capelli.
A Canosa no, le maglie dei giocatori Junior che si sono cimentati nel Torneo del secolo, come voleva Benni nei suoi Celestini, erano quelle di sempre, l’acqua quella della fontana, le porte i bidoni dei rifiuti e mai in nessuna partita è volata una parolaccia. Il progetto, costruito da No Fair-No Play onlus e messo in campo nella cittadina pugliese nel mese di agosto, si è rivelato un veicolo di integrazione e di socializzazione così semplice da essere perfetto.
Non c’era neppure l’arbitro ma l’advisor che li seguiva e che con la sua entusiastica partecipazione ha permesso la realizzazione della manifestazione, il Prof…., giura che alla minima infrazione, il giocatore si fermava e dichiarava il suo fallo. Cosa da non crederci!
Eppure è successo, chissà perché. Chissà perché i bambini hanno capito e agito, riportando la palla agli adulti…
Luciano Capponi, regista, scrittore e presidente del Comitato Etico No fair No Play sorride, sembra saperla lunga in proposito. Sorpreso? Mica tanto, è da un pezzo che ripete ‘C’est facile’, anche se nessuno sembra volerlo ascoltare.
Piacevolmente sorpresa invece la presidente del Comitato Provinciale Unicef Annamaria Cocozza, che ha consegnato un attestato di riconoscimento agli organizzatori, invocando altre manifestazioni costruite con questo spirito, capaci di raccontare cose serie attraverso il sorriso e di portare l’attenzione anche sui nostri bambini, il che, detto da un organismo che si batte da sempre per i diritti dei minori, ci riempie di orgoglio e di gioia.
Eh, sì, a Canosa ha vinto l’amicizia, il divertimento, la fantasia. Ha vinto il calcio. Hanno vinto i bambini.
Hanno vinto soprattutto le donne in campo, grintose e sorridenti, tenaci e piene di fantasia. Anche se la palma della vittoria se l’è aggiudicata la formazione NFNP, Campioni dello Sport, che hanno mostrato tutto il… rigore del loro gioco.
Dopo i confronti diretti tra le tre squadre infatti, la differenza reti decretava il terzo posto per la formazione degli All Star Canosa e portava a parità di punteggio l’Acmei e il Team NFNP. Come risolvere la questione quando nessuno sembrava volersene andare con la coppa?
Dal bordo campo gli amici di All4Child, Francesco Loglisci, Ivano Vessio, Antonio Fasanelli, Francesco Pricigalli e Riccardo Zagaria, hanno abbozzato soddisfatti. Anche ‘papà’ Pino Vessio, presidente dell’Acmei Bari, che ha assistito alla prova d’eccellenza delle ‘sue’ ragazze. Sono state loro a dare accelerazione al gioco e a costringere i compagni delle due squadre avversarie ad allungare il passo e ad offrire al pubblico una prestazione di grande carattere.
Poche volte ti capita di desiderare che l’arbitro non fischi la fine della partita, e se per caso succede è perché la tua squadra non si è ancora aggiudicata il goal della vittoria, quasi mai perché ‘i nostri’ o gli altri giocano così bene che non ne hai abbastanza….
Ebbene, lì al San Sabino sono stati in molti a desiderare che il tempo si fermasse, che l’arbitro ingoiasse il fischietto e che l’ultima frazione di gioco che vedeva contrapposti il Team NFNP e l’Acmei Bari non finisse mai… E non per il risultato.
Alla fine ha prevalso il buon senso e la regola dei rigori, all’inizio lanciati da gambe che avevano dentro ancora una gran voglia di partita e che sembravano non decidersi a chiuderla, poi, (ahimé, la notte premeva) la fiondata definitiva di Luciano Capponi, capitano del team NFNP, ha portato la parola fine sulle labbra dell’arbitro. Un fischio ed erano ancora lì tutti in campo… nessuno se ne andava….
Notte magica quella di Canosa, che ha mescolato sapientemente sport e divertimento, argomenti seri conditi da parole leggere, impegno adulto e beneficenza finalizzata ai bambini, ma anche atleti diversi che, sulle panchine occupate dalle maglie colorate di tutte e tre le squadre insieme, tifavano per lo sport. Quello vero. Quello che diverte e fa divertire.
Parola di Gianfranco Zola, grande assente della serata, che direttamente da Londra ha inviato sul campo San Sabino il suo abbraccio alla città e ai compagni del team NFNP il suo incitamento e il suo cuore sportivo.
Grazie Canosa!