A Tu Per Tu Con ... Enrico Sbardella
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CALCIODONNE INTERVISTA MISTER ENRICO SBARDELLA Dopo l'accesso al secondo turno, punzecchiamo amichevolmente il Ct della Nazionale Under17
di Mario Villa Conclusosi il primo turno di qualificazione per i campionati europei Under17 è tempo di bilanci e l'occasione giusta per fare quattro chiacchere col tecnico della giovane nazionale Mister Sbardella. Un anno in 'chiaro scuro' quello dell'Under17, che dopo l'eliminazione al primo turno nella passata edizione della rassegna continentale, ha vissuto la prima metà del nuovo anno alla ricerca di un'identità, di un gioco e di un intesa tra le piccole giocatrici che nel corso del tempo e negli impegni a cui sono state sottoposte hanno sempre dimostrato di esserci, di tenere alla maglia azzurra mostrando continui segni di miglioramento dell'intero gruppo. Lo scorso anno, ...
...il primo turno si era giocato a Bardolino (VR) e le ragazze di mister Sbardella non erano riuscite a passare alla fase successiva causa la sconfitta con la Francia (5-0) che oltre ad essere uno dei top-team giovanili ha evidenziato i limiti di una squadra giovane e forse ancora inesperta in campo internazionale. Col nuovo anno sono arrivati i primi risultati e i primi segnali di crescita partendo dal Triangolare di Tirrenia dove le azzurrine hanno prima battutto la Scozia (3-1) e poi pareggiato (0-0) contro la più quotata Germania giocando un buon calcio e mettendo in difficoltà le più preparate giocatrici tedesche. Gli impegni della nazionale sono proseguiti in Maggio dove è stata archiviata anche la pratica Austria per 2 a 1. Giungendo nella nuova stagione sportiva, mister Sbardella ha portato le sue ragazze in Irlanda per una doppia sfida contro l'EIRE; il primo match è andato a favore delle azzurre, mentre la seconda gara è stata vinta al 93' dalle padrone di casa, con un 'Italia che ha saputo in entrambe la sfide mettere in campo un bel gioco che ha soddisfatto lo staff azzurro. Si arriva dunque agli impegni europei, con Isole Faroe (battute 7 a 0), Georgia (stesa 27 a 0) e nell'ultima gara la Svizzera, che è riuscita ad avere la meglio (2 a 1) lasciando un po' di amaro in bocca per la sconfitta, ma è pur sempre un risultato che comunque significa 'secondo turno' e quindi anche se negativo si può prendere pure come buono. Insomma tirando le somme di questo 2009 in 8 incontri 5 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte ma soprattutto la qualificazione al secondo turno europeo dove l'Italia ci sarà e speriamo possa vivere l'esperienza da protagonista. Dopo un'analisi delle ultime fatiche delle piccole azzurre, viene il momento di stuzzicare il loro allenatore che gentilmente si è prestato all'intervista. [i]Lo scorso anno eliminati al primo turno; quest'anno dopo il lavoro svolto nella passata stagione e quello portato avanti in questo mese, crede che ci siano stati margini di miglioramento e che si possa fare meglio?[/i] Certamente si. L’eliminazione dello scorso anno la considero un incidente di percorso frutto dell’inesperienza in campo internazionale delle nostre giovani atlete e della mancanza di una Nazionale U16, come ad esempio Germania, Norvegia o la stessa Francia (che battendoci pesantemente 5-0 ci ha eliminati) hanno e che permette di colmare questo gap formativo. In campo internazionale non si può regalare nulla agli avversari, tantomeno un tempo nella gara chiave del girone. A distanza di un anno, pensare che bastava un solo punto per passare il turno, fa ancora più male. Speriamo di cicatrizzare le ferite quest’anno con una bella vittoria finale, i presupposti, visti i test fin qui giocati ci sono, speriamo che il campo non tradisca le attese. [i]L'Under17 è il "catino" dove vengono selezionate le giovani promesse per il futuro che molte volte sono relegate a giocare nelle squadre primavera o come riserve nonostante la loro bravura; come mai alcuni club non sfruttano al meglio queste ragazze? Paura di scommettere su di loro?[/i] Purtroppo molte società hanno paura di prendersi la responsabilità nel mandare in campo delle giovani inesperte e la poca programmazione sul settore giovanile, insieme alla fretta di fare risultati, sono alla base del problema anche se negli ultimi due campionati, anche a causa della crisi economica le società si vedono costrette ad inserire giovani per completare le rispettive rose. L’esempio potrebbe arrivare dagli altri paesi europei che hanno intrapreso l’inserimento di brillanti giovani da tempo con ottimi risultati; speriamo che anche da noi le società femminili investano tempo e lavoro nei vivai, unica risorsa per un futuro migliore. [i]Preferirebbe avere un gruppo con più soliste o una squadra omogenea e affiatata?[/i] Preferirei avere una squadra che sappia giocare a calcio in modo semplice ed intelligente, non solo con i piedi ma anche con la testa. Nelle gare di calcio femminile la percentuale d’errore tecnico individuale è elevatissima ed in più del 70% dei casi influisce sul risultato finale. Nel nostro caso (Under 17) il gioco è ancora semplice e relativamente lento, “basterebbe” saper far bene il giusto per portare a casa molto. [i]Cosa può permettere di fare il salto di qualità al calcio femminile italiano?[/i] Qualcosa di importante si sta muovendo con la nuova Presidenza Padovan, basti pensare alla riforma dei campionati, ai limiti d’età nel campionato Primavera, alla prima volta di una diretta radio per una gara di campionato, alla possibilità di entrare nel circuito Totocalcio e scommesse, al protocollo d’intesa tra Divisione Femminile e Settore Giovanile, alla volontà da parte della FIGC di continuare ad investire cifre importanti sull’attività delle Nazionali…. Insomma, molte cose ma non è abbastanza. Personalmente, ma non sono l’unico ad avere questa opinione, sarebbe importante coinvolgere le società professionistiche maschili (come accade in Inghilterra, Francia e Germania) per la creazione di un campionato top-level sullo stile statunitense che abbia contenuti tecnici elevati e facilmente rivendibili dai media al grande pubblico. [i]Cosa manca alla sua nazionale (se manca qualcosa)? Che cosa la rende felice, oltre alle vittorie?[/i] Alle ragazze che iniziano la loro avventura nazionale nella U17 manca l’esperienza internazionale per affrontare una competizione ufficiale. Le nazionali più blasonate hanno una Under16 di preparazione che svolge un ruolo fondamentale per la loro crescita sia tecnica che psicologica. Il lavoro più importante è proprio quello mentale e motivazionale ed è per questo che tra i nostri collaboratori abbiamo la fortuna di avere una figura importante come l’ex capitano della Nazionale Rita Guarino che è una psicologa. Se pensiamo allo stato d’animo di una ragazza che da un campionato Primavera come il nostro, che prevede in alcune regioni gironi da 6 squadre e pause stagionali anche di 3 mesi, si vede proiettata in uno stadio da serie A con pubblico a seguito, un’ organizzazione Uefa impeccabile e la possibilità di giocare per la sua nazione e cantare l’inno di Mameli…insomma tutta roba da brividi solo a pensarci. Nel mio lavoro mi rende felice veder giocare Sara Gama ed altre giovani con la nazionale maggiore, come è successo nell’ultimo Europeo in Finlandia e ricordarle impaurite e timorose all’esordio in U17. Mi rende felice il pensiero che 16 su 18 campionesse d’Europa con la nazionale U19 nel 2008, siano uscite dalla U17. Per noi istruttori, formatori, motivatori ed infine allenatori di settore giovanile le vere soddisfazioni sono queste. [i]Crede che ci vogliano più stage, amichevoli per poter svolgere un miglior lavoro con le ragazze durante l'anno che possa migliorare la caratura internazionale della squadra?[/i] La soluzione non è nel numero degli stage, che comunque non sono pochi considerando gli impegni scolastici e di club che hanno le ragazze durante la stagione sportiva. Il vero passo in avanti potrebbe essere l’adozione del sistema francese già adottato in Svizzera ed Austria o dai colleghi del volley italiano. Il sistema “college” tanto per intendersi, dove le atlete dal lunedì al venerdì studiano e si allenano insieme, per poi tornare a giocare il week– end con le rispettive squadre di club. Superfluo evidenziare quali benefici ci possano essere da parte dei club (formazione e sviluppo delle giocatrici che rimangono un patrimonio delle società), delle atlete (che sono seguite giornalmente sia nello studio che nello sport da professionisti a loro disposizione) e delle Nazionali giovanili che possono così competere a tutti i livelli potendo schierare gruppi ben preparati e monitorati. [i]Restando in tema nazionale, come mai le nostre giovani vengono poco valorizzate nella nazionale maggiore?[/i] Se per giovani intendiamo ragazze di 18 anni, vi rispondo che a parte casi particolari dove si parla di fuoriclasse, neanche le maggiori “potenze” mondiali schierano calciatrici in erba. Come conoscitore di calcio giovanile femminile posso sostenere che al momento nella nostra penisola non ci sono casi di giovani calciatrici rimaste escluse dalla Nazionale maggiore. Quelle che meritano palcoscenici importanti sono tutte li a partire da Sara Gama e Sara Penzo (classe ‘89) e Alice Parisi (‘90)…se poi consideriamo vecchie Carissimi e Guagni (classe ’87) o Pini e Neboli (classe ’88) c’è un problema di fondo sull’interpretazione dell’età sportiva. Di certo abbiamo bisogno di una Nazionale B o U21 di preparazione che non disperde l’enorme potenziale che annualmente esce dalla U19, ma dai ritmi di quest’ultima a quelli della Nazionale A c’è molta differenza. [i]Le straniere nel campionato italiano pensa siano fondamentali per la crescita del calcio italiano o pensa che sarebbero un ostacolo in più per le giovani?[/i] Se le giocatrici straniere sono di alto livello ben vengano, perché possono insegnare molto alle nostre giovani; se invece viviamo il tutto solo come un fatto commerciale penso sia inutile. Girando l’Italia le nostre squadre d’elite potrebbero trovare molte altre soluzioni; questo è un altro grande limite del calcio femminile italiano, la mancanza di osservatori e talent scout. Ci si affida troppo al passaparola e si ignorano calciatrici che, portate in un contesto idoneo, possono fare la differenza. Mi vengono in mente tante brave calciatrici che militano in campionati cadetti al sud e non possono esprimere il loro effettivo valore; se lavorassi in una società femminile, prima di investire sulle straniere mi farei un passeggiata da qua e là per la nostra Italia. [i]Tornando alla sua squadra, l'obiettivo è quello di arrivare più in là possibile; crede di poter portare la sua squadra tra le top 4 in questo campionato europeo?[/i] Il più grande ostacolo è nella testa delle ragazze e nel loro modo di saper gestire le tensioni emotive. Il grande lavoro che lo staff tecnico e sanitario della U17 svolge giornalmente durante i raduni è proprio incentrato in questo. Cerchiamo di far conoscere alle ragazze le loro potenzialità e la capacità di gestione della fatica, sia fisica che mentale. Dei tre precedenti gruppi con i quali ho tentato la scalata alla fase finale, questo è sicuramente il più equilibrato e compatto in tutti i reparti, poi sarà il campo a dirci chi siamo e se abbiamo raggiunto la giusta maturità. Una spinta motivazionale, se mai ce ne fosse bisogno, potrebbe essere la partecipazione al Mondiale U17 2010 per le prime 4 d’Europa, ma il percorso è ancora molto lungo per pensarci. [i]Chiudiamo con un pronostico: Chi vede come favorita per la vittoria finale del campionato europeo? [/i] Italia naturalmente! Sogno una fase finale con Spagna, Francia e Germania. Le prime due perché giocano il calcio più spettacolare della categoria fatto di tecnica e velocità e giocarci contro è sempre un piacere e poi con la Francia abbiamo un conto in sospeso dopo l’eliminazione della scorsa edizione. La Germania è la regina del nostra calcio e fare “scacco” alla regina darebbe ancora più gusto alla vittoria finale… Insomma, un mister Sbardella che oltre ad essere fiducioso nelle ragazze che ha a disposizione si sbilancia e crede nelle final four, visto che oltre al titolo europeo ci si gioca anche l'accesso alla Coppa del Mondo 2010 che sarebbe essere un'ottimo banco di prova e un'occasione in più per migliorare quell'esperienza internazionale che manca alle giocavani calciatrici. Non resta che attendere il secondo turno per tornare nuovamente a fare il tifo per le azzurrine con la speranza che continui il sogno europeo e magari si concretizzi quello mondiale. [i]Ringraziamo il tecnico Sbardella per la sua disponibilità e cordialità e auguriamo il meglio a lui, allo staff azzurro e alle ragazze che prenderanno parte ai prossimi impegni.[/i]