Daiana Mascanzoni: dall’incubo infortunio al sogno salvezza
- Marco Bedin
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Daiana Mascanzoni, classe ’93, è un difensore del Chievo Verona Valpo.
Dopo due anni tra le fila del Bardolino Verona (oggi Women Hellas Verona) tra il 2010 e il 2012 in Serie A, ha giocato due stagioni al Real Bardolino in B e poi è passata al Fimauto Valpolicella.
Con il Valpo conquista il Campionato di Serie B 2016/2017, viene promossa in Serie A e inizia a vestire i colori Gialloblu del Chievo Verona, che incorpora ufficialmente il Fimauto Valpolicella come settore femminile.
Con 15 presenze ed un gol Daiana contribuisce alla salvezza e alla permanenza in Serie A del Valpo, ma è costretta a chiudere in anticipo la stagione infortunandosi a Ravenna contro il San Zaccaria a fine aprile.
La rottura del legamento crociato la tiene lontana dai campi per quasi 8 mesi e finalmente ritorna il 6 gennaio giocando da titolare contro la Juventus.
Ora è pronta per affrontare un difficile girone di ritorno e cercare di centrare un’altra salvezza con il suo Chievo Verona Valpo.
Per fortuna o per sfortuna l'anno scorso ti sei infortunata alla fine del campionato: che voto dai alla tua stagione e alla stagione del Chievo?
Nella sfortuna è stata una fortuna infortunarmi a fine stagione. Una stagione direi perfetta per il Chievo Valpo, ci siamo salvate con tre giornate di anticipo.
La mia direi che è stata una stagione buona, in linea con quella della squadra, con alti e bassi ma buoni risultati… tranne per il fatto che mia sia infortunata
Come hai reagito all'esito della risonanza?
Con l’ortopedico ho fatto vari test prima della risonanza ed erano risultati positivi alla rottura del crociato. Lì mi sono sentita come se il mondo mi fosse caduto addosso, quando invece ho avuto l’esito è stato come se avessi voglia di riscattarmi… sì, sarebbe stato un percorso lungo ma volevo iniziare da subito. Non volevo star ferma insomma
C'è un ricordo meno bello di questi mesi di riabilitazione?
Un ricordo meno bello non c’è stato in particolare. Il momento più difficile è stato tra il 4° e 5° mese di riabilitazione quando mi sembrava il mese più lungo di sempre perché al 5° mese avrei avuto l’ultima visita con l’ortopedico che mi avrebbe detto se iniziare con la squadra o no.
Io non ce la facevo più: volevo giocare, mi mancava il campo, volevo conoscere le mie nuove compagne e vivermi lo spogliatoio. Comunque, arriva questa benedetta visita dall’ortopedico e mi dice che finalmente posso iniziare a far qualcosa con la squadra
E il ricordo più bello?
La cosa bella non è stato il via libera da parte sua, ma le parole dette dubito dopo i vari test: “sei una delle migliori atlete che ho avuto. Quando visito un paziente non guardo solo le articolazioni, ma anche la testa della persona che ho davanti e tu sei forte, non hai mai mollato ed è per questo che penso tu sia pronta”.
Questo è stato il momento più bello della riabilitazione
In un'intervista di qualche mese fa, tua sorella Debora ha detto che non vedeva l'ora di vederti in campo: ti ha dovuto "sopportare" in questi lunghi mesi?
Debby, come tutti, mi ha sopportato in questi lunghi mesi
In questi mesi ha prevalso di più la voglia di tornare in campo o la fermezza in un buon recupero?
Diciamo che all’inizio era più un concentrarsi sul fare una buona riabilitazione… poi sono cominciati gli allenamenti, la voglia di conoscere le compagne nuove… inizia il campionato, i risultati non venivano ed è cominciata la voglia di ritornare in campo per aiutare le compagne
Com'è cambiata la tua routine nei mesi in cui sei stata infortunata?
Avevamo una macelleria dove lavoravamo tutti, mamma, papà, Debby e io, che poi abbiamo chiuso a fine anno e devo ringraziare i miei genitori che mi hanno permesso di fare tutti i giorni riabilitazione organizzandoci in negozio con nuovi orari: palestra la mattina e lavoro il pomeriggio
Il primo pensiero che hai avuto quando hai indossato di nuovo le scarpe di calcio è stato...
Non ho avuto un particolare pensiero quando ho indossato le scarpe da calcio. Diciamo che uno dei momenti più importanti è stato quello di iniziare a correre: è successo con 2 settimane di anticipo per una riabilitazione del crociato e ovviamente ero al settimo cielo
Tornare in campo dopo tanti mesi è sempre un momento emozionante: che effetto fa rientrare in una partita difficile come quella di sabato con la Juve?
…come per la prima partita che ho fatto: che sia stata contro la Juve non mi importa, perché a questo punto del campionato tutte le partite sono importanti e difficili.
Era importante per noi perché c’era la tv e volevamo tenere alto l’onore del Chievo Valpo, come di tutto il movimento del calcio femminile cercando di dare spettacolo
La sconfitta con il Bari ha accorciato la classifica e adesso è una battaglia ancora più aperta: cosa serve al Chievo per centrare la salvezza?
Da Bari in poi ci servirà più consapevolezza dei nostri mezzi e tanta testa che fa il 90 % di tutto
Ti è mancato il Chievo?
Il Valpo sì, mi è mancato troppo
E al Chievo è mancata Daiana Mascanzoni?
Io al Valpo? Boh, non saprei… penso che in questo momento e con tanti infortuni un aiuto in più non faccia male
Sei passata dall'attacco alla difesa: siamo all'ultimo minuto, meglio regalare la vittoria con un colpo di testa su calcio d'angolo o salvare i 3 punti con una scivolata sulla linea?
Tutta la vita salvare un goal sulla linea: in scivolata, di testa, di coscia… è uguale
È l'anno dei Mondiali, un appuntamento che mancava da tanto tempo e tutto da vivere: dove possono arrivare le Azzurre?
Credo che abbiamo iniziato quest’anno a far vedere cosa di buono fa il calcio femminile.
Penso che al Mondiale le Azzurre possano fare bene ma sarà un girone tosto da superare… ma mai dire mai
Sei abituata a vestire Gialloblu... Ti vedresti bene con l'azzurro della Nazionale?
È il sogno di tutte indossare la maglia della Nazionale, intanto penso a riabilitare ancora il ginocchio per bene… per quella c’è ancora tempo
Marco Bedin
Credits: BPE agenzia fotografica Verona