Lunedì, 25 Novembre 2024
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Chiara, talento silenzioso ma costante: «In campo non ho paura di nulla. Serie B: orgoglio e sacrificio»

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mozzecane chiara de vincenzi
Silenziosa ma costante. Poche parole, «anche se solo all’inizio, poi mi lascio andare». Tanti fatti, conditi da spirito di sacrificio e determinazione. In campo si fa sempre sentire, Chiara De Vincenzi. A modo proprio, «dando l’anima per la squadra». La fascia della Fortitudo Mozzecane è diventata casa sua, come i colori gialloblù. E il gol di domenica scorsa contro il Vicenza l’ha fatta urlare dalla gioia: «È successo tutto in un attimo: mi è arrivato il passaggio in profondità, sono scattata verso il portiere e ho segnato. Quasi non me ne sono accorta, però l’emozione è stata unica: ricevere l’abbraccio delle compagne è bellissimo».

Il pallone finisce in rete. L’esterno alto si rialza («durante la conclusione ero scivolata»), il primo pensiero è correre verso la panchina: «Ho voluto dedicare il gol a Malvezzi e al viceallenatore Borgese, così sono andata ad abbracciarli: Marco mi dà sempre una grande carica, mentre Letizia è una delle ragazze con cui ho legato di più fin dall’inizio».

VICENZA, ESAME SUPERATO. Il suo sigillo numero uno in campionato ha contribuito alla prima affermazione interna del torneo 2016/17. Il 2-1 di Chiara ha dato il là al sorpasso Fortitudo e la vittoria per 4-1. «Abbiamo superato un esame difficile – spiega l’attaccante -. Dopo il successo contro l’Unterland Damen dovevamo dimostrare che quel bel risultato (0-3, ndr) non era venuto fuori per caso e di essere un gruppo forte. Missione compiuta». Dietro l’angolo, però, c’è già la trasferta contro l’Azzurra San Bartolomeo di domenica 4 dicembre. «Ci aspetta un altro banco di prova tosto per continuare a crescere: occorrerà giocare al massimo se desideriamo avere la meglio. Mister Fabiana Comin ci ripete spesso che bisogna scendere in campo in particolare per divertirci. E, personalmente, divertirsi significa vincere».

TRE GOL, SEMPRE IN CASA. Il terzo gol in serie B di De Vincenzi offre uno spunto: finora, tutte le marcature dell’esterno alto gialloblù sono arrivate davanti al pubblico amico. Una coincidenza, chiaramente. Ma comunque curiosa. «Non so se giocare in casa mi porti fortuna: di sicuro, avere vicino i tifosi che ti incitano è un aspetto che carica – commenta Chiara -. In ogni caso, mi piacerebbe segnare di più, sia in trasferta sia in generale». Non solo: i gol dell’attaccante mantovana hanno finora avuto un «peso» notevole. Nello scorso campionato, infatti, le firme contro Orobica e Villacidro valsero l’1-0, mentre la rete con il Vicenza di domenica scorsa il 2-1. «Mi impegno sempre al 100% e l’importante è che le mie reti aiutino il club. E che il Mozzecane vinca».

TITOLARE A 17 ANNI. ANZI, A 16. Non fatevi ingannare dall’età. Perché, nonostante abbia diciassette anni e sia la terza calciatrice più giovane della rosa, di esperienza ne sta piano piano incamerando parecchia. Basti pensare che dal suo esordio in serie B, datato poco più di una stagione fa, De Vincenzi è scesa in campo in 26 delle 29 partite disputate in campionato dalla Fortitudo, venendo schierata titolare in ben 23 occasioni. «Nella scorsa annata, il passaggio dalla Primavera alla prima squadra è stato inizialmente un po’ complicato, ma poi mi sono ambientata e mi sono trovata bene – confessa Chiara -. Ricordo che, per affrontare la Bocconi Milano alla seconda giornata, l’allenatore (Lucio Manganotti, ndr) era a corto di attaccanti per colpa di squalifiche e infortuni, così chiamarono qualche atleta della Primavera e decisero di farmi giocare titolare». Da quel momento, la fascia della Fortitudo non l’ha più lasciata. «Oggi abbiamo una rosa davvero giovane e tutte ci sentiamo allo stesso livello: siamo riuscite a creare un gruppo molto unito e di valore, anche grazie a mister Fabiana Comin e allo staff tecnico che ci trasmettono tanta fiducia e tanti stimoli».

SERIE B, «ORGOGLIO E SACRIFICIO». La serie B la sta conoscendo settimana dopo settimana, contrasto dopo contrasto, emozione dopo emozione. Se le chiedi cosa prova ad essere lì, nel secondo campionato più importante del calcio femminile italiano, lei non ha dubbi: «È un grande orgoglio da una parte e un sacrificio dall’altra – confida De Vincenzi -. Sono onorata di militare in B a soli diciassette anni e desidero migliorare il più possibile, ma so che per riuscirci bisogna fare pure i sacrifici: conciliare la scuola (Liceo tecnologico a Suzzara, ndr) con tre allenamenti alla settimana e la partita della domenica non è semplice. Inoltre, per essere riposate e in forma devi rinunciare, per esempio, ad uscire con gli amici la sera precedente una gara».

«MI SENTO UNA ATTACCANTE MA...». Le fasce laterali sono diventate il suo regno. «Sì, ormai mi sento una attaccante, ma mi piace molto stare anche a centrocampo». Ala nel 4-4-2 di Manganotti prima, esterno alto nel tridente offensivo di Comin oggi. Chiara ha preso appunti e si è tuffata più da vicino nella fase d’attacco. «Da piccola, quando giocavo con i maschi nella formazione del mio paese (Pegognaga, ndr), facevo soprattutto il mediano e la mezz’ala – racconta -. Arrivata a Mozzecane, invece, mi hanno cambiato posizione e, con il tempo, mi sto abituando a muovermi sulla corsia laterale. Quanto sono maturata dalla scorsa a questa stagione? Abbastanza, sia dal punto di vista tattico che tecnico: buttarsi nella mischia con coraggio e allenarmi al fianco di persone più grandi aiuta a crescere».

«IN CAMPO NESSUNA PAURA». Sul terreno di gioco mostra un volto, all’esterno un altro. L’umiltà, però, è l’aggettivo costante. «In campo non ho paura di nulla: sono sì corretta, ma metto tanta grinta, non mollo mai e se c’è da fare un contrasto non mi tiro indietro. Con le compagne? Non parlo molto, però cerco di incitare quando serve – osserva De Vincenzi -. Al contrario, fuori sono piuttosto timida e silenziosa, almeno all’inizio. Poi, quando conosco meglio le persone, mi apro. Cosa mi rimprovero? Dovrei tentare maggiormente l’uno contro uno e il tiro in porta. Inoltre, vorrei essere un po’ più cattiva agonisticamente».

Matteo Sambugaro

Foto: Graziano Zanetti Photography

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