Se e quando si potrà riprendere…
- Mario Merati
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Se e quando si potrà riprendere nessuno è ancora in grado di saperlo, nessuno oggi ha delle certezze, qualcuno ha delle speranze, qualcuno è decisamente negativo, qualcuno possibilista ma con tanti dubbi sciorinando i tanti problemi da affrontare di carattere sanitario ed economico.
Si ha molta nostalgia nel guardare i campi verdi vuoti, della mancanza dello scalpicciare rumoroso dei tacchetti nello spogliatoio, del vociare confuso delle giocatrici, di quell’odore umido di olio per i massaggi, dello scrosciare dell’acqua delle docce.
Soprattutto ci stanno mancando le urla di esultanza per una vittoria e perché no perfino la tristezza sui volti per una sconfitta.
Quante cose ci stanno passando nella mente in questi giorni di pandemia, di allenamenti casalinghi, sul tapis roulant o sulla cyclette o, per i più fortunati, piccole corsette nel giardino di casa.
Stiamo vivendo attraverso i social le attività sportive delle nostre ragazze nelle loro case, scoprendo il loro mondo lontano dai riflettori se non quelli del loro computer o cellulare e devo dire che questo ci avvicina ancor di più a queste atlete che la maggior parte dei tifosi ha visto solo dagli spalti.
Queste sono settimane speciali per le giocatrici, ma anche per noi tifosi che le abbiamo seguite in questi anni sui campi delle varie serie calcistiche, durante gli allenamenti settimanali, nelle loro trasferte, letto e commentate le loro interviste per anni solo sui siti di calcio femminile e ultimamente, dopo l’ottima prestazione ai mondiali, finalmente anche sui giornali sportivi nazionali e in TV.
Tutti oggi ci stiamo chiedendo se tutto questo ritornerà “a vivere” come un tempo, io credo che almeno nel femminile, soprattutto nella categorie inferiori, per le piccole società la ripresa sarà molto complicata e difficile. Alla crisi sanitaria, che speriamo ci lasci presto, succederà una forte crisi economica che condizionerà senza alcun dubbio le piccole realtà sportive locali (non solo calcistiche) che da anni sono sostenute dalle piccole e medie società industriali e commerciali. Ci sarà, spiace dirlo, una naturale selezione e purtroppo molte realtà storiche scompariranno sotto i colpi di mancati finanziamenti allo sport da parte di molte categorie economiche presenti sul territorio a carattere locale e nazionale.
Mi auguro comunque che si possa ritornare col tempo ad una lenta ripresa ricominciando dalle origini, attraverso l’impegno di Presidenti appassionati, di dirigenti genitori, di volontari “che danno una mano” alla ricerca di piccoli ma importanti sponsor locali. Questa per me sarà la sola via da percorrere per un VERO rilancio dello sport in generale e del calcio in particolare.
Vediamo come si evolve la situazione, vediamo che decisioni prenderanno i vertici calcistici ed il Governo nazionale; seguiranno l’esempio della Francia o di altre nazioni europee che hanno optato per una chiusura completa o cercheranno di terminare i campionati nei mesi di Giugno e Luglio? L’UEFA, e non è poca cosa, vuole per fine Giugno l’elenco delle squadre che dovranno partecipare alla Champions ed Europa League, come si farà? La voce dell’AIC sarà ascoltata per tutte queste decisioni?
La SALUTE di tutte le atlete è di primaria importanza, specialmente alla luce della ripresa degli allenamenti per ora a carattere individuale e poi dopo il 18 maggio anche collettivo. Il Calcio, come altri sport di squadra, è CONTATTO FISICO, questo occorre tenerlo ben presente prima di prendere questa difficilissima decisione!
Mario Merati