L'emendamento che fa gridare al professionismo che non c'è: facciamo chiarezza?
- Walter Pettinati
- Rubriche
- Parliamone
- Posted On
- Visite: 3003
Ieri è stato approvato l'emendamento della Commissione Bilancio del Senato che ha fatto, erroneamente, gridare tutti i giornali al professionismo delle donne.
In realtà il provvedimento, destinato solo al calcio, basket, pallavolo e rugby, prevede uno sgravio fiscale a favore dei club (a carico dei cittadini) che faranno stipulare il contratto di lavoro sportivo. Contratto non obbligatorio che prevede un tetto massimo di 30.000 € all'anno.
Non è poco ma è tutto qui!
Non c'è nessun professionismo per le donne che vengono tenute recluse al dilettantismo dalla legge di Stato 91 del 23 marzo 1981 di cui all'art.2. che recita: «sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici» escludendo le donne.
A modificare questa discriminazione ci aveva pensato l'On. Fedeli con il DDL 1996 presentato alla Camera dei Deputati e non ancora esaminato dalla commissione il quale riporta:
1. Alla legge 23 marzo 1981, n. 91, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 2, primo comma, le parole: «sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici» sono sostituite dalle seguenti: «sono sportivi professionisti gli atleti e le atlete, gli allenatori e le allenatrici, i direttori e le direttrici tecnico-sportivi ed i preparatori e le preparatrici atletici»;
b) all'articolo 2, dopo il primo comma, è aggiunto il seguente: «Qualunque sia la disciplina sportiva regolamentata dal CONI, è vietata qualsiasi discriminazione da parte delle federazioni sportive nazionali per quanto riguarda la qualificazione del professionismo sportivo in ambito femminile e maschile.»;
c) all'articolo 10 è aggiunto, in fine, il seguente comma: «Quando elementi di fatto, desunti anche da dati di carattere statistico relativi alle qualificazioni degli sportivi professionisti, alla costituzione e alla affiliazione delle società sportive, siano idonei a fondare, in termini precisi e concordanti, la presunzione dell'esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori in ragione del sesso, spetta alle federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI l'onere della prova sull'insussistenza della discriminazione.».
Riflessioni: uno Stato democratico non si può permettere di discriminare le donne e dovrebbe approvare le modifiche di legge proposte dall'On. Fedeli, demandando alla singole Federazioni la decisione di chiedere il professionismo qualora lo ritenga appropriato. Ma questo è un altro discorso.
A me interessa che il mio Stato concede pari opportunità e smessa ti discriminare le donne dello sport.
Per riepilogare:
L'emendamento riguarda solo 4 sport e prevede un limitato sgravio contributivo fino alla somma di € 8.000 in favore dei Club che faranno stipulare contratti sportivi non obbligatori che non potranno superareil limite di 30.000€ all'anno.
Lo sgravio concesso è di 8.000€ ca per 3 anni.
Siete ancora convinti che sia stato approvato il professionismo per le donne?
E' solo una mossa politica per confondere i cittadini. Con questo sgravio il ministro Spadafora, istigato dall'AIC, pensa di PROMUOVERE il calcio femminile verso il professionismo INVOGLIANDO i club come Juventus, Milan, Fiorentina, Roma etc con sgravi fiscali. In realtà le calciatrici di alcuni club fanno un lavoro da professioniste ma rimangono dilettanti, nonostante il successo mediatico del Mondiale.
Si sta solo cercando di prendere tempo (3 anni), per capire se il calcio femminile continuerà a fare ascolti oppure se è le ragazze Mondiali sono state solo un fuoco di paglia. Fino al 2023 non cambierà più nulla perchè vi hanno zuccherato con questo pagliativo con l'accordo dei grandi giornali svelti a fare titoloni che non rispecchiano il contenuto dell'amendamento.
Solo la nostra bella Italia non riconosce lo sport femminile professionistico.
In Francia, nel campionato di Serie A femminile militano squadra professionistiche e dilettantistiche. E' una scelta dei club e non di una Legge di Stato o di una Federazione.
Se la Juventus, come ha dichiarato Braghin, vuole il professionismo… perchè gli viene proibito di tesserare le sue donne come delle professioniste? Solo perché lo dice la Federazione in accordo con l’AIC o solo perché il nostro Stato vuol continuare a discriminare le donne dello sport?
Walter Pettinati
Ecco il testo dell'emendamento:
«4-bis. Al fine di promuovere il professionismo nello sport femminile ed estendere alle atlete le condizioni di tutela previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo, le società sportive femminili che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91, possono richiedere per gli anni 2020, 2021 e 2022, l'esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi per l'assicurazione obbligatoria infortunistica, entro il limite massimo di 8.000 euro su base annua.».
Per approfondimenti,, consiglio di leggere i sottostanti articoli: