Elena Proietti (ex arbitro): aggredita in campo e resa invalida tra l'indifferenza delle Istituzioni
- Walter Pettinati
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Ogni domenica, dopo un pomeriggio di puro divertimento passato in compagnia del calcio femminile, ho l’abitudine di rilassarmi seguendo la trasmissione “Non è l’Arena” condotta dal giornalista Giletti, il quale affronta, a mio avviso, importanti tematiche che spesso, purtroppo, riguarda anche il calcio. Nelle ultime due puntate la mia attenzione si è accesa su una storia a me sconosciuta che racconta la brutta vicenda accaduta alla Sig.ra Elena Proietti, ex arbitro di calcio che viene colpita così forte da perdere la vista e l’udito dalla parte destra del suo viso, rendendola invalida al 67%.
Il fatto è accaduto il 7 dicembre 2014 durante la partita di prima categoria tra Real Quadrelli-Trevana (Terni) in seguito ad una rissa dove viene colpito al volto un giocatore, ricoverato con il volto tumefatto, e viene colpita anche Elena, sembra dalla stesso giocatore.
Sono tanti i casi di aggressione ai direttori di gara e purtroppo, tra le vittime, ci sono anche ragazze e donne. Ma questo caso è stato talmente chiuso che nessuno ne aveva parlato, fino a quando il mitico Massimo Giletti lo ha esposto in televisione.
La cosa che mi ha fatto rimanere basito, oltre al brutto gesto di questo giocatore, è il proseguo della storia raccontata da Elena: «Questo giocatore era a terra, perdeva sangue dagli occhi, dal naso e dalla bocca. Era svenuto, accanto a lui nel raggio di 30 metri c'era solo un'altra persona. Mi sono rivolta a questa persona in modo concitato e quella partita non me la scorderò più. A questo ragazzo io ho detto: ma cosa hai fatto? Questo ragazzo mi ha risposto - ha raccontato in tv Elena - io non ho fatto nulla. Ed è partito un pugno, un colpo che è arrivato sulla mia tempia destra. Barcollando sono riuscita a rientrare negli spogliatoi.
Negli spogliatoi ho perso conoscenza.
L'ambulanza mi ha soccorso e sono stata portata in ospedale insieme all'altro ragazzo.
Sono stata ricoverata 20 giorni. Dopo 20 giorni non siamo riusciti ad arrivare ad una diagnosi certa: avevo dei problemi all'occhio, dei problemi all'orecchio. Ho girato per vari ospedali, a Roma, addirittura a Boston e il verdetto è stato uno: ho perso la vista all'occhio destro e l'udito all'orecchio destro».
Elena continua il suo racconto: «Mi sono sentita abbandonata, soprattutto dall'Associazione Italiana Arbitri. Sono stata 20 giorni in ospedale, non si è visto nessuno, ho ricevuto un paio di chiamate il primo giorno, mi sono sentita davvero abbandonata. L'unica cosa che mi è stata chiesta è stato il referto di gara per il giudice sportivo mentre io ero ricoverata in ospedale».
Il calciatore che ha sferrato il pugno è stato squalificato per cinque anni, più 3 anni di Daspo. «L'anno prossimo tornerà a giocare» denuncia lei che spiega: «Ad agosto del 2016 è arrivata a casa la richiesta di archiviazione, naturalmente abbiamo fatto opposizione, abbiamo trovato dei nuovi testimoni tra i quali un giocatore della squadra avversaria che era accanto a me nel momento in cui è successo il fatto ma il Gip ha dichiarato che, incontrovertibilmente, io ho preso un pugno da quella persona ma non è stato volontario». Sulla vicenda era stato chiamato in causa Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri, che ha però spiegato: «Questa ragazza ha avuto tutto quello che doveva avere. Sono andati da lei dopo l’aggressione il presidente della sezione di Terni con due collaboratori, è stata assistita, ha fatto causa, sono stati dati 5 anni di interdizione a quel giocatore che avrebbe dato il pugno».
Una situazione all’Italiana che si commenta da sola.
Grazie all’aiuto di Giletti e della TV LA7 il caso si potrebbe riaprire il caso in sede civile e penale.
Continuerò a seguire questo caso dalla mia poltrona, visto che per fortuna se ne interessano media molto più importanti e influenti della nostra piccola testata giornalistica.
Spero che il Sig. Nicchi e la FIGC riflettano su questo fatto e perlomeno si scusino ufficialmente con questa Signora che è uscita dal campo invalida e a suo dire non ha ricevuto il sostegno dovuto.
Mi chiedo anche: come si può dare solo 5 anni ad un giocatore che in pochi minuti manda in ospedale due persone?
Anche l'intervento del Governo e del Ministro dell'Interno sarebbe gradito, per rispetto di tutte le vittime della violenza generata dal calcio maschile e per dare una svolta per sempre a queste vicende.
Walter Pettinati
Fonti:
TV La7 - "Non è l'arena": clicca qui e vedi il video
Il Corriere della Sera