Tifosi antisportivi sotto accusa: cambiate mentalità o tornate al maschile!
- Walter Pettinati
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E' lo stesso pallone, ci sono le stesse regole, la misura del rettangolo verde è identica, la tattica, la tecnica e la preparazione atletica anche ma non per questo il calcio femminile è lo stesso del maschile. Infatti, in campo non ci sono 22 uomini ma bensì 22 ragazze, di cui un buon 50% di loro sono minorenni.
Un particolare che dovrebbe far riflettere anche i meno attenti. Se poi consideriamo che l'approccio delle donne all’attività agonistica si regge ancora (speriamo rimanga intatta) sui veri valori etico-sportivi, che il maschile ha completamente dimenticato, ecco che si arriva alla conclusione che qualsiasi sport femminile è diverso da quello maschile, e non solo per un fatto fisiologico.
Questa premessa per dire che anche le tifoserie dovrebbero formarsi su tali principi e a sua volta tramettere quei valori che dovrebbero essere importati anche dalle tifoserie organizzate del maschile.
Mi rendo conto che questa è una mia pura utopia, che nemmeno Salvini riuscirà a cambiare, quindi, rimanendo con i piedi lontano dallo sport maschile, ecco che mi permetto di indicare alcuni suggerimenti che le società dovrebbero sottoporre all'attenzione dei loro tifosi. Non dimentichiamoci che le società hanno la responsabilità oggettiva del comportamento dei loro tifosi all’interno dello stadio anche se la tifoseria non è riconosciuta. Regola che non condivido, in quanto io sono per giudicare il malfattore.
Ritorno per un attimo alla vecchia lavagna dove la maestra, alla scuola elementare dei miei tempi, divideva le cose buone da quelle cattive:
Il vero tifoso è quello che:
- sostiene la propria squadra e le proprie calciatrici;
- applaude le azioni e le reti avversarie;
- accoglie con piacere la tifoseria avversaria;
- rispetta le decisioni della terna arbitrale;
- è un esempio sociale.
Il tifoso che disprezzo è:
- quello che offende le ragazze;
- che utilizza un linguaggio maleducato;
- che non rispetta le donne;
- che non rispetta le avversarie;
- quello che promuove le discriminazioni territoriali;
- il razzista.
Si potrebbe continuare all'infinito e magari insieme si potrebbe redigere il "Manuale del tifoso" al quale sto pensando di realizzare da anni.
Siamo chiari, non è successo nulla di eclatante e proprio per questo che si dovrebbe intervenire subito per debellare dal femminile le stupide usanze del maschile. Per dirla diretta: delle società di calcio professionistico maschile prenderei solo i soldi (presidenti), strutture e i tecnici impiegati… il resto non lo invidio e non serve a far crescere un movimento pulito come il femminile.
Detto questo, le ragazze, per chi non se ne fosse ancora accorto, sono molto più sensibili di tanti uomini e pertanto, anche semplici frasi sfottò personali, possono loro far male.
Per farvi capire meglio: le "offese" lanciate ieri a Firenze sono state disprezzate anche dalle giocatrici viola.
Nel femminile, la stupida rivalità viola contro la Juventus o le rivalità politiche e territoriali non trovano terreno fertile. Il calcio si gioca in campo tra due formazioni bene allenate dai loro mister, in tribuna si dovrebbe fare il tifo, sostenere le proprie atlete e alla fine, dopo un applauso comune, tutti a far festa.
Con questo non voglio crocifiggere la tifoseria viola, in passato questi fatti sono accaduti in altri campi e purtroppo accadono per l'esempio negativo che la società ci trasmette ogni giorno. Chiedo solo di prendere atto che lo sport femminile non ha bisogno di acquisire certe usanze.
In questo caso mi viene da prendere per esempio il ciclismo a tutti i livelli, dove il pubblico, a stretto contatto con i ciclisti e cicliste, ha un atteggiamento da vero sportivo doc!
Le società di calcio femminile sostengono da sempre tali principi un po’ meno quelle di calcio maschile professionistiche che in ogni giornata di campionato finiscono sul banco degli imputati per i soliti indegni e vergognosi comportamenti che niente hanno a che fare con le regole dello sport. Ma si sa… sono troppi gli interessi legati alle tifoserie, che in molti casi influenzano le società, che portano soldi, che fanno vendere i giornali etc etc.
Basti pensare che l'ex presidente Tavecchio depenalizzò le discriminazioni territoriali... (l'importante è incassare le multe). Siamo proprio su due sponde diverse.
Un rovescio della medaglia al quale le ragazze si dovranno abituare??! oppure le nostre donne riusciranno a cambiare queste brutte abitudini?
Per il momento la società viola non ha preso posizione su quanto accaduto ieri e questo silenzio mi fa pensare ad un "va bene cosi".
Sono donne, rispettiamole! (365 giorni all'anno, in ogni luogo e in ogni sport)
Buon calcio femminile a tutti.
Walter Pettinati
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