AIC, UNA MINACCIA DI SCIOPERO ILLEGITTIMO, UTILE SOLO A CREARE DANNI ALLE SOCIETA'
- Walter Pettinati
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Uno sciopero inutile, indetto, pur sapendo che i punti erano già stati deliberati, a parte lo svincolo, tema caldo a tutto il dilettantismo. Uno sciopero senza l'adesione della pluralità delle calciatrici nazionali, per questo sono state chiamate in causa solo le atlete della serie A: tre società su 12 (Fiorentina, San Zaccaria e Riviera di Romagna) non hanno aderito, altre erano indecise mentre i capitani di Brescia, Verona, Mozzanica, Res Roma e Vittorio Veneto hanno firmato per lo sciopero, contravvenendo ai principi fondamentali del dilettantismo e del diritto di sciopero, oltre a non aver tenuto conto che due punti su tre erano già state decise e solo da trascrivere (dichiarazione di Mencucci-Fiorentina e del presidente Cosentino). Oltre a non aver tenuto conto che lo sciopero era indetto solo al calcio femminile di serie A e non era esteso a tutto il movimento ma soprattutto ignorava il calcio maschile dilettantistico. Un bel casino creato dall'AIC di Katia Serra e Tommasi per niente, che ha portato solo scompiglio tra atlete-società e in alcuni casi un'ingente perdita economica.
Sono andato ad approfondire il tema "diritto di sciopero" sangito dall'articolo 40 della nostra costituzione, dall'altro l'applicabilità alla fattispecie in argomento dell'art. 1460 c.c. (astensione collettiva dal lavoro da parte di lavoratori subordinati e non subordinati);
ho aperto l'art. 91 che specifica la contrapposizione tra sport professionistico e dilettantistico che sangisce il diritto di sciopero per lo sportivo professionista;
ho rispolverato la violazione dell’art. 1, comma 1, del C.G.S. e la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità sportiva;
sono andato ad aprire "IL diritto di sciopero nell'ordinamento sportivo" e ho trovato che solo lo sport professionistico ha acquisito tale diritto di scioperare;
ho appreso che lo sciopero per un calciatore può essere solamente quella: “inquadrata esclusivamente quale astensione collettiva dal lavoro indetta dall'associazione sindacale rappresentativa di categoria (AIC)”
La conferma che: lo sport si è quindi trasformato in lavoro per l’atleta professionista, il cui interesse principale non è più solo quello di primeggiare nelle competizioni, ma soprattutto quello di conseguire dalla propria attività un guadagno che gli valga come mezzo normale di sostentamento. Al contrario, l’essenza dello sport allo stato puro è quella dove l’aspirazione ludica è rimasta intatta, non contaminata da intenti speculativi: il dilettante che lo pratica, anche per qualità e quantità delle prestazioni, non pretende e, in genere, neppure mira a trasformarlo in occupazione abituale redditizia.
Detto quanto, mi sono preoccupato di contattare un professionista esperto di Giurisprudenza Sportiva, il quale mi conferma quanto da me intuito: "secondo la giurisprudenza degli organi federali e del C.C., nel dilettantismo, non avendo lo status da professionista, le atlete e atleti non vengono considerati lavoratori, non godono dei diritti dei professionisti e quindi non gli viene riconosciuto il diritto di sciopero".
Fermo restando che, contrariamente a quanto recita la nostra giurisprudenza, i diritti si acquisiscono anche con la lotta, se non basta il dialogo, si manifesta illegittimo lo sciopero proclamato dall'Assocalciatori proprio perche in conflitto con le vigenti norme civili e sportive e non ha coinvolto tutto il calcio dilettantistico.
A mio avviso, è stato scelto il campo femminile, plagiando una parte di atlete, per iniziare una battaglia per interessi politico-sportivi che per adesso ci sono sconosciuti.
Inoltre, visto e considerato che solo il professionismo può scioperare... perchè l'AIC non ha coinvolto i suoi calciatori professionisti per sostenere i diritti delle donne del calcio e di tutto il dilettantismo?
Flop e autogol grottesco da parte del sindacato sul quale le atlete dovrebbero fare una profonda riflessione.
Pur condividendo l'evoluzione dei diritti dello sport dilettantistico, ritengo che sia ingiusto illudere le atlete alle quali auspico di portare avanti la loro passione trasformandola in professione, come giusto che sia, con le squadre professionistiche maschile, lasciando vivere intatto lo sport dei dilettanti con i suoi principi e magari rivolgersi al Governo per la istituzione di un Ministero dello Sport che si sviluppi e sostenga il mondo dilettantistico.
Come abbiamo visto, in Francia cosi come in Inghilterra il calcio non è professionistico ma questo argomento ci occuperemo successivamente.
Per concludere questa incresciosa parentesi, mi auspico che Katia Serra si dimetta e che tutte le componenti coinvolte con il nostro movimento trovino l'unità di intenti necessaria per lavorare costruttivamente insieme per lo sviluppo del calcio femminile Italiano cosi come si è sviluppato in Europa.
A seguito del comunicato ufficiale emanato dalla società Mozzanica, consiglio al presidente Sarsilli di comprendere il comportamento delle sue calciatrici cosi come potrebbe fare con delle figlie e ristabilire il clima armonioso dei giorni migliori, riconoscendo che tutti si può sbagliare. Nel contempo, mi permetto di invogliarlo ad adire una causa legale contro l'AIC per richiedere i danni materiali subiti con la loro bravata illegittima, visto che il disagio, arrecato alle calciatrici per sostenere la trasferta a Bari, difficilmente potrà essere da loro ricompensato.
Walter Pettinati