TORRES, LA PUNTA DI UN ICEBERG MOLTO PROFONDO
- Walter Pettinati
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Il fulmine a ciel sereno, scaricato sabato al Comunale di Usini dalle calciatrici della Torres con lo striscione “rispettateci”, esposto prima della partita contro il Riviera di Romagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà economiche che affliggono la società sarda, mi ha sorpreso e spiazzato, tanto che mi sono preso alcuni giorni di tempo per riflettere, prima di opinare la spiacevole sorpresa. Ho sempre evitato di pubblicizzare i problemi finanziari delle società, anche il famoso caso Lazio fu comunicato dalle dirette interessate e ho volutamente evitato di dare spazio alla protesta delle ragazze del Real Bardolino, perché ritengo che questo tipo di problematiche vadano discusse e risolte tra le parti, con le dovute cautele. Quando scendono sul campo della protesta le atlete di primo piano, allora il discorso cambia e diventa doveroso un approfondimento. Ma veniamo ai fatti:
Sabato, prima della partita con il Riviera di Romagna, la squadra tutta della Torres si presenta con lo striscione sopra descritto. Nel dopo gara, le stesse rilasciano una dichiarazione su facebook che non lascia dubbi o fraintendimenti, che vi riporto per esteso: “Onoriamo la maglia ogni partita, portiamo il nome della Torres in tutta Europa, vinciamo scudetti ed in cambio riceviamo solo promesse e rinvii. Da ora chiediamo alla società una comunicazione leale e trasparente e soprattutto chiediamo che le promesse vengano rispettate. Abbiamo capito le difficoltà ed abbiamo atteso più di un anno senza mai mancare di impegno, ora sta a voi onorare i colori rossoblù!”
Poi si chiudono nel totale silenzio e non rilasciano dichiarazioni se non a qualche quotidiano sardo dove spiegano che con questo gesto hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà economiche che affliggono la società. Questa è la dichiarazione di mister Manuela Tesse pubblicata sul sito www.sportivamentesassari.it: Le difficoltà economiche sono emerse in maniera evidente sabato scorso, quando le ragazze, prima della vittoriosa gara con il Riviera di Romagna, hanno esposto uno striscione con la scritta “Rispettateci”.
“Sì, quella è stata una scelta delle ragazze, le quali hanno voluto lanciare un segnale forte per sensibilizzare l’opinione pubblica sul difficile momento che stanno attraversando. Finora hanno sempre onorato gli impegni e ora attendono risposte certe dalla società. Siamo tutte consapevoli della crisi economica che sta attanagliando il nostro territorio e la Sardegna in generale, ma queste atlete meritano il rispetto di tutti per quello che hanno fatto e che stanno facendo“.
Parole che attenuano quando dichiarato su facebook dalle atlete dove si parla di mancato rispetto degli accordi da più di un anno. Il dubbio che alla Torres ci fosse in atto qualche cambiamento mi era sorto ad inizio stagione quando le ragazze sono scese sul campo del marketing, scelta alquanto insolita per una società di vertice.
In questa situazione, senza l’opinione delle parti, diventa complicato dare un giudizio. Cercherò pertanto di formulare qualche supposizione e quesito con la speranza che possa servire ad ognuno di voi per farsi la propria opinione e alle Istituzioni per correre ai ripari.
Alla luce di quanto fin qui espresso, pur comprendendo lo stato d’animo delle protagoniste per il mancato rispetto degli accordi economici, non condivido i modi della loro manifestazione perché non servirà a risolvere il loro problema che doveva essere gestito per vie ufficiali che sono a disposizione di tutte le atlete o in alternativa continuare a dare fiducia alle promesse della società che finora sono state sempre mantenute. Le ragazze avranno comunque valutato ogni aspetto prima di arrivare a questo epilogo e sicuramente avranno avuto dei validi motivi. Va anche detto che il coraggio di Tona e compagne ha portato alla luce un problema che coinvolge, ogni anno, tante atlete e società.
Nel più fantascientifico dei casi si potrebbe anche pensare che sia un’uscita strategica (di basso profilo) per sensibilizzare l’opinione pubblica e avvicinare nuovi SPONSOR verso lo squadrone sardo. In ogni caso è una situazione che denuncia le difficoltà della società campione d’Italia.
MARRAS VITTIMA DI SE STESSO.
E il Dipartimento del coordinatore Marras in tutto questo tempo che cosa ha fatto per salvaguardare le società e la sua Squadra? (Non fatelo dire a me vi prego! ndr)
La risposta del presidente Marras sul comportamento delle sue atlete non si trova sul sito ufficiale della società ma si legge da un ritaglio di giornale che è pervenuto in redazione dove si legge la presa di posizione del presidente: “Massima comprensione”. E si giustifica: “Hanno ragione, ma facciamo i conti con la crisi”.
Crisi, caro presidente, che non può essere accettata come attenuante o giustificazione. Tutti i presidenti ad inizio anno hanno sulla scrivania il loro budget e conoscono perfettamente i costi da sostenere in base all’organizzazione della loro società e agli obiettivi sportivi prefissati. Ecco perché molte società, senza il sostegno della Regione e Provincia, evitano di guardare in alto e puntano a sviluppare i settori giovanili, con la speranza di costruire in casa qualche futura campioncina che al momento giusto, passa regolarmente a società che sfruttano il lavoro altrui e garantiscono alle giovani atlete un ambiente professionale, il successo nel campionato nazionale e una buona vetrina internazionale. Ma di questo punto ne parleremo con un successivo approfondimento.
LA TORRES MERITA RISPETTO.
Il presidente chiede rispetto. Diamo a Marras ciò che è di Marras. Va sottolineato che la Torres è l’indiscussa protagonista e orgoglio, da molti anni, del nostro movimento. Grazie anche alle erogazioni regionali e provinciali che hanno garantito al presidente un’organizzazione professionale per puntare ai successi ottenuti. Nota negativa la mancanza di un buon settore giovanile. Con l’arrivo della crisi è comprensibile una riduzione di sponsorizzazioni e/o ritardi nei pagamenti che possono aver influito e portato a questi risvolti. Sono d’accordo che, per tutto ciò che la Torres ha dato al calcio femminile e che, speriamo, continuerà a dare, non si meritava di essere messa alla berlina. Neanche come ultimo e disperato tentativo per raccogliere fondi.
E IO MI DIMETTO.
Marras dopo le dovute scuse e giustificazioni propone la sua soluzione: “A fine anno lascerò la carica da presidente, ho tanti impegni e, per una questione di rispetto e correttezza verso la società e la squadra, ritengo sia venuto il momento di farmi da parte e per questo da tempo lavoro e ragiono affinché comunque il progetto possa avere un futuro”.
PRIMA PERO’ SI DIMETTA DAL DIPARTIMENTO!
Invece di scappare alla prima difficoltà dai propri impegni, il presidente Marras dovrebbe dimettersi dalla carica di Coordinatore del Dipartimento, ricevuta senza i voti dei suoi colleghi ma per volere, scelta e imposizione del presidente Tavecchio.
Non è accettabile che il presidente Marras possa, dopo quanto accaduto, continuare a rappresentare il calcio femminile. Alla luce dei fatti, non doveva neanche accettare l’incarico.
Non è certo il coordinatore del dipartimento che può cambiare le cose ma neanche essere protagonista della disfatta che il movimento si accinge a compiere sotto il dipartimento.
Il presidente Tavecchio prenda atto del suo errore e intervenga con immediatezza.
IL PROBLEMA?
A mio avviso è causato dall’indifferenza delle Istituzioni che bloccano l’evoluzione dello sport al femminile (succede solo nel nostro paese) e non investono per creare spazi di promozione sui media nazionali, utili a motivare gli investimenti da parte di nuovi imprenditori. Fino a quando la nostra federazione e lega non si decideranno a rendere il nostro movimento un mezzo appetitoso per gli sponsor, ogni tentativo di marketing, anche il più interessante, risulterà vano e i presidenti butteranno solo soldi al vento, indebitandosi personalmente, insieme ai consiglieri costituenti delle loro società.
Chi ha provato a investire in “questo” calcio femminile è rimasto deluso, con meno disponibilità e tanti debiti da assolvere.
IL RISCHIO
Che la crisi influisca sempre di più sull'organizzazione delle società che non potrebbero più garantire un minimo di attività professionale alle atlete (come adesso in alcune società), necessaria allo miglioramente delle capacità atletiche e tecnico-tattiche per competere con le avversarie europee più evolute.
QUALI SOLUZIONI
Che fine ha fatto la tanto acclamata “Commissione federale per lo sviluppo del calcio femminile” costituita dal presidente Abete? Dopo un buon inizio è caduta nel dimenticatoio e niente è stato fatto per migliorare la visibilità del movimento, tanto che la presidente Cortani, in commissione come responsabile per le società di calcio femminile, si è dimessa.
La conferma l’abbiamo con il mondiale under 17 dove le imprese e i gol spettacolo delle azzurrine sono ignorate dai media nazionali. Oppure pensate davvero che la FIGC e la LND siano così impotenti da non garantire lo spazio mediatico necessario?
Immaginate se ai TG NAZIONALI o durante le varie TRASMISSIONI SPORTIVE facessero vedere le doppiette di Sabatino e rivali o andare sul Mondiale i gol di Marinelli e Serturini, i tocchi magici di Giugliano e Boattin con le incursioni di Bergamaschi e le belle azioni corali di tutta la squadre e poi ditemi se la “febbre del calcio femminile” non salirebbe vertiginosamente a molti telespettatori e potenziali sponsor?. E se pubblicassero un trafiletto sulla prima pagina dei quotidiani sportivi come “La Gazzetta dello Sport”, “Tuttosport” e il “Corriere dello Sport” con le belle vittorie Mundial… informando gli orari delle partite in diretta???
La FIGC, la LND e il Dipartimento da Marras tanto voluto, oltre che offrire distintivo, che cosa stanno facendo di concreto per la promozione del movimento?
Non mi prolungo oltre, rimango aperto ad ogni spiegazione delle parti e lascio ad ognuno di voi le proprie conclusioni. Spero che questa vicenda sia una motivazione in più per le ragazze della Torres impegnate domenica in Champions e… sempre e forza calcio femminile…, sognando il Mundial!
Walter Pettinati