IL CORAGGIO DI VINCERE.
- Walter Pettinati
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di Beatrice Rossi - Gli occhi di chi piange a fine partita saranno il segno indelebile di questa serata. Mentre le olandesi festeggiano in mezzo al campo, Girelli va a stringere la mano alla terna arbitrale, non potendo trattenere le lacrime. È importante essere prima di tutto donne vere, oltre che brave giocatrici. È stato come abbracciare un’ombra, un fantasma e mentre si stringe l’abbraccio vedere che non si sta abbracciando altri che se stessi.
Gli occhi del primo tempo però sono stati quelli della paura. La paura di strappare la tela che si è tessuta dal 2013, quando questo gruppo è stato costituito con l’obbiettivo oggi fallito di tornare a disputare un mondiale.
Troppo bloccata l’Italia dietro la linea di centrocampo, troppo sole Panico e Gabbiadini per portare un pressing efficace a dei difensori certo fisicati eppure tecnicamente non irresistibili. Ci mette solo 8’ l’Olanda per affondare il primo colpo e tagliare come il burro mezza difesa italiana, distratta, forse superficiale. 8 come il numero di Gabbiadini, migliore in campo anche oggi, pur lontana dalla rete, ha espresso tutta la caparbietà e il sacrificio, cifre tipiche della bergamasca.
Prova l’Italia a reagire ma a Panico viene fischiato un fuorigioco e siamo al 13’. Miedema appare a tratti straripante e al 15’ è D’Adda a rimandare la personale doppietta dell’attaccante olandese. Attacca ancora l’Olanda, ma su un capovolgimento di fronte si vede l’unico episodio d’intesa tra le gemelle del gol. Gabbiadini pesca Panico in area con un passaggio arretrato, il Capitano conclude a rete cercando una soluzione sul secondo palo che viene deviata e poi il portiere olandese blocca.
L’Olanda sa che un gol non è garanzia di sicurezza, e mentre Panico (non ascoltata) grida alle sue di alzare il baricentro della squadra così da portare la pressione sui difensori, le arancioni al 32’ hanno una ghiotta occasione su un’indecisione di Salvai, Melis sembra possa colpire a rete, ma il difensore italiano rimedia deviando in angolo. Sugli sviluppi di questo Dekker colpisce a rete ma para sicura Giuliani.
Al 33’ Girelli da dentro l’area sciabatta un esterno quando dovrebbe cercare lo spazio per la conclusione e 3 minuti dopo Melis brucia D’Adda e serve Van de Donk che spara alto. Continua il forcing delle ospiti e al 38’ tocca a Gama, con una diagonale perfetta, impedire che Van de Donk batta a rete.
Al 40’ un intervento duro costa il giallo a Manieri, ma l’arbitro non vede che l’intervento era sulla palla. In generale un arbitraggio all’italiana, molti fischi, poche volte concessa la norma del vantaggio, non sembrava di essere in ambito internazionale.
Al 43’ Miedema sale in cattedra mostrando tutto il suo talento, con la sfacciataggine dei suoi 18 anni si beve la difesa impaurita e scarta anche il portiere depositando in rete. È lo 0-2, un risultato che sposta l’asticella quei 10 centimetri più in su, che aumenta il coefficiente di difficoltà quel tanto che basta da rendere impossibile l’impresa.
Il secondo tempo vede per i primi 25’ le italiane trasfigurate: al 7’ la prima (delle pochissime) scorrazzate di Gama sulla fascia destra la porta a crossare velenosamente di prima, a mezza altezza, e disturbata dalle attaccanti italiane Dekker devia in rete: 2-1.
All’11 c’è un attimo di defaillance delle azzurre di cui le olandesi cercano di approfittare: la solita Miedema conclude alto.
A distanza di 3 minuti, ci sono due situazioni dubbie in area olandese: un tocco di mano non visto dall’arbitro e poi un placcaggio su Gabbiadini. Niente da fare. Poca personalità da parte della direttrice di gara, la tedesca Steinhaus. Dopo un minuto Van Lunteren viene segnata sul tabellino dell’arbitro per un fallo di mano.
Al 20’ azione confusa in area olandese, dopo una serie di rimpalli Gama conclude alto. Al 23’ anche Cernoia, forse più per le proteste che per il fallo viene ammonita e Cabrini poco dopo fa il primo cambio, esce una Rosucci gemella della sua controfigura statuaria nel centrocampo a 5 del Brescia ed entra Tuttino. Al 29’ su calcio d’angolo di Cernoia, prima Girelli e poi Tuttino tentano senza successo la battuta a rete. Poco dopo è il Capitano Panico ad essere messa a registro dall’arbitro, segno di un’Italia che più passa il tempo e meno ci crede.
Al 37’ Cabrini opta per un cambio generazionale: esce la classe ’75 Panico entra la classe ’97 Piemonte. Della serie l’Italia che verrà. Purtroppo non ad un mondiale, perché la partita lentamente si spegne, con la sola Gama che lotta come se mancassero ancora 90 minuti. Ma manca giusto il tempo per un cambio: il giusto tributo alla giocatrice che ha determinato la qualificazione dell’olanda con 3 gol (1 all’andata e 2 al ritorno), Vivianne Miedema lascia il posto alla subentrante Van de Ven che fa la sua passerella verso la gloria mentre si spengono le luci sulle speranze italiane in una notte che avremmo voluto raccontare diversa.
L’Italia non ha nulla da recriminare, se non a se stessa, di aver buttato via un tempo, spaventata dal diavolo che avevano negli occhi le olandesi. Quello che le azzurre hanno fatto fin qui ha dell’incredibile. E lo diremo sempre che manca il professionismo, mancano le strutture, l’attenzione mediatica eccetera. Ma stasera è mancata forse la cosa più importante: il coraggio di voler vincere. Ad ogni costo.
Beatrice Rossi
Foto Damiano Buffo Photographer