Giovedì, 26 Settembre 2024
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Laura Pressi

DISCRIMINAZIONE PESANTISSIMA DEL CALCIO FEMMINILE ITALIANO E DICHIARAZIONI INACCETTABILI DA PARTE DI CHI DOVREBBE FINANZIARE E TUTELARE IL MOVIMENTO: CHI SI UNISCE ALLA DENUNCIA?

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belloli taglia costi
Nell’ultimo verbale del Consiglio del Dipartimento del calcio femminile il Presidente della LND, Felice Belloli, al termine di una riunione molto spigolosa per le giuste rimostranze dei club di A e B, stando a quanto si legge, avrebbe pronunciato la frase “ dobbiamo finire di dare i soldi a quattro lesbiche”. Queste parole sono davvero inconcepibili e in molti addetti ai lavori hanno già scritto sui vari social network le loro proteste e opinioni in merito. Rimando all'articolo del presidente del Brescia Cesari Giuseppe che vi fa capire quanto sconforto c'è nei club e che qualcuno finalmente si sta stancando di essere preso in giro da queste persone omofobe e sessiste. Se ai vertici della Fgic e Lnd ci sono personaggi che considerano le donne che giocano a calcio handicappate e lesbiche nessun progetto di crescita e rinnovo del movimento sarà possibile.

 

Penso che per rimediare a questo scivolone e grave danno di immagine, come promesso ormai da anni, ora le società maschili si affilino a quelle femminili con aiuti concreti. Primo passo questo verso un professionismo anche del femminile. La crisi e i carenti aiuti stanno inchiodando i club di A e B. Trasferte costosissime, pochi sponsor e tanti, troppi problemi.

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COME RIPARTIRE E IN QUALE DIREZIONE ANDARE

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cabrini-vattene-italia271114La parola d’ordine era qualificarsi ai MONDIALI. Non è stata una bella Italia.
E’ mancato il carattere nel primo tempo e pure le idee. Nei primi 45 minuti la nostra nazionale sembrava come imbalsamata. Le avversarie indubbiamente forti ma si poteva e doveva fare di più. Un Cabrini in panchina a tratti assente. Un’Italia alla deriva. Un secondo tempo di reazione ma sicuramente tardiva dopo due goal che forse con un pressing più aggressivo e indicazioni più puntuali dalla panchina si sarebbero potuti evitare. RECUPERARE poi tre goal con una squadra giovane e scattante come l’Olanda nel secondo tempo è risultato impossibile.
Cerchiamo di analizzare a 360 gradi il perché non ci siamo qualificate ai mondiali e forse di chi sono le RESPONSABILITÀ di questa sconfitta amara del Bentegodi.
Come oramai tutti sanno il calcio femminile non ha visibilità in Italia. Tutto il calcio nel nostro Paese è MASCHILE. Questo sia per fattori culturali molto radicati nella nostra Italia sia per una Figc e una Lnd dove le donne presenti sono in un numero talmente esiguo che non si sentono mai e non hanno e danno voce al calcio FEMMINILE.

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Intervista a Leonardo Marras, il nuovo coordinatore del Dipartimento Calcio femminile

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marras-leonardo21) Cosa pensa del calcio femminile in Italia? Ho sempre sostenuto che il calcio femminile è una straordinaria risorsa della Federcalcio.
2) Quali sono le idee e i progetti che porterà avanti da nuovo coordinatore del Dipartimento Calcio Femminile insieme agli altri nuovi consiglieri? I progetti e le idee sono quella di sempre:
- dare dignità alle donne che giocano al calcio;
- accompagnare le società' in un continuo cammino di crescita;
- far partire un progetto di comunicazione che avvicini al calcio femminile;
- ristrutturare i campionati nazionali e renderli più vicini agli standard europei;
- creare le filiere del calcio femminile integrando calcio a 5, calcio a 11, calcio sulla sabbia e portare il tutto dentro le scuole;
- creare la rete di coordinamento funzionale tra il centro e la periferia valorizzando al massimo il lavoro dei delegati territoriali;
- ristudiare le norme che regolano il calcio e adattarle al femminile.

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Mattia Martini, un addetto stampa davvero speciale…

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mattia-martini1) Come ti sei avvicinato al calcio femminile?
Il mio avvicinamento a questo movimento credo sia stato un qualcosa di naturale, spontaneo, basti pensare che sono nato e cresciuto ad Agliana, una delle piazze storiche e delle capitali del Calcio Femminile in Italia: scudettata nel '95 e vincitrice della Coppa Italia nel '96.
2) Che esperienze hai avuto come addetto stampa? E come ti senti nel tuo ruolo all'interno della società?
Ho iniziato a ricoprire il ruolo di Responsabile dell'Area Comunicazione proprio con la società rinata dalle ceneri della gloriosa A.C.F. Agliana ossia il Real Aglianese, militante in Serie C regione Toscana, dove ho svolto questa carica per tre anni. 
Bhè la passione nell'intrattenere i rapporti umani, con giocatrici e con addetti ai lavori, e la correttezza e la sportività sempre mantenute penso siano stati i fattori più importanti per l'approdo all'A.C.F. Firenze. La scorsa stagione ero un appassionato sostenitore delle gigliate e mai mi sarei aspettato una chiamata a prendere parte all'organico societario viola... E' stato un sogno! In questi primi mesi ho vissuto veramente un sogno...

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Intervista a Viola Langella, ex calciatrice e ora mister che punta sulla tecnica individuale

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1) Quanti anni ha giocato e dove?
La mia attività calcistica e' durata circa un ventennio. Ho iniziato come centrocampista poi con gli anni ho coperto il ruolo di centrale difensivo, il vecchio libero. A livello tecnico ero considerata un'ottima giocatrice.
Le squadre in cui ho militato sono le seguenti:
Genova (dove ho iniziato a giocare ), Lecce, Trani, Giuliano (Napoli), Reggiana, Oristano (dove ho concluso la mia carriera). Nella mia carriera ho vinto 7 scudetti e 4 coppe Italia. Con la nazionale nel 1984 durante ero presente al mundialito in Cina dove perdemmo in semifinale contro le Americane . Nel 1984/85 abbiamo ottenuto un terzo posto agli europei svoltosi in Svezia e un mundialito vinto contro la Germania se ben ricordo sempre nel 1984 a Jesolo.
2) A quanti anni ha smesso e perché?
Ho smesso di giocare nel 2001 all'età di 40 anni principalmente per l'anagrafe e soprattutto per problemi fisici, chi pratica questo sport deve sempre mettere in preventivo gli infortuni e nel mio caso a tradirmi è stato il ginocchio.

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Intervista a mister Padovani, allenatore dimissionario del Real Bardolino

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real-bardolino-Walter-Padovani-AllenatoreQuesta intervista vuole dare un contributo importante al calcio femminile ed è nata per sottolineare il punto di vista di un allenatore che personalmente ritengo molto valido al quale stanno a cuore le sorti delle sue calciatrici e del calcio femminile in generale.
1) Quando ha iniziato ad allenare il Real Bardolino e prima che esperienze ha avuto in squadre maschili?
Ho iniziato ad allenare il Real Bardolino nell'agosto del 2012. Ho alle spalle 15 anni di calcio professionista giocando in squadre di serie B e C e 27 anni come allenatore in tutte le categorie del calcio dilettante maschile.
2) Come mai ha deciso di avvicinarsi al calcio femminile?
Per una nuova esperienza in un campo a me sconosciuto e portarvi il mio modo di allenare sia sul piano fisico che sul piano tecnico.
3) Che differenze ha notato rispetto alle squadre maschili?
Le differenze sostanziali che ho trovato sono la professionalità, la serietà e il grande spirito di sacrificio che possiedono queste ragazze.
4) Come si trovava con le ragazze? Come è il gruppo di calciatrici che fino ad un mese fa lei allenava?
Con le ragazze mi sono trovato benissimo, è un gruppo eccezionale. Totalmente disponibile e recettivo ai miei insegnamenti.

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Da dilettanti…a professioniste! Questo l’augurio per il nuovo anno…un 2014 dove il calcio femminile possa decollare!

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laura-pressi2Il nostro calcio femminile può rinascere. La parola chiave sta forse nel far diventare questo sport al femminile professionistico. Forse una utopia oggi in Italia ma in futuro tutto è possibile, dipende da noi.
Ci sono tante persone all'interno tra giocatrici, allenatrici, dirigenti ed addetti ai lavori che hanno le idee chiare per come fare a far finalmente decollare il calcio femminile in Italia.
Ho avuto la possibilità di intervistare diverse tra queste persone e questo ultimo articolo di fine anno vuole riassumere le idee e affermazioni di ognuna di loro con la speranza che l'anno che verrà sarà ricco di novità positive per il movimento e che possa rappresentare l'anno della svolta.
Cominciamo con un concetto di fondo che Claudia Zoggia, allenatrice e preparatrice atletica, grazie anche alla sua tesi sul calcio femminile, ha potuto analizzare l'emblema della difficoltà evolutiva del ruolo della donna all'interno del mondo sportivo in particolare nell'ambito calcistico. E' evidente, sottolinea, quanto sia facile pensare al calcio come ad un gioco fatto di resistenza, velocità, contrasti duri e fatica non indifferente: tutte componenti che si pensa siano esclusivo patrimonio maschile, ma le donne hanno dimostrato quanto questo sport possa essere praticato anche da loro. In Italia il calcio in rosa è soffocato da quello maschile, il fatto che l'agonismo femminile non abbia ancora trovato consensi unanimi è dovuto anche ad una comunicazione alquanto distorta dei mass media, i quali talvolta utilizzano un linguaggio che tende a riportare tutto nei ranghi della virilità. Analisi molto interessante alla quale Claudia aggiunge che per rilanciare il calcio femminile in Italia bisognerebbe probabilmente pubblicizzare questo sport non solo come una disciplina prettamente maschile, incominciando dalla scuola e con eventi organizzati dalle società maschili, per introdurre una visione differente del calcio aperto a tutti.

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Intervista alla presidentessa delle Leonesse del Cuneo Eva Callipo

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callipo-eva1) Ha avuto di recente un incontro a Milano con i membri neo eletti del consiglio del Dipartimento calcio femminile, cosa è emerso e cosa è stato detto?
In primis sono state ribadite le strategie per poter promuovere il calcio femminile. E' necessario creare una sinergia con il Settore Giovanile Scolastico, in quanto è dalla base che bisogna cominciare a far crescere il movimento e a mettere radici importanti che rendano il calcio in rosa italiano competitivo con i maggiori Paesi Europei e poi si è ribadito nuovamente il concetto di avere una maggiore visibilità.
2) Lei insieme ad altri presidenti avete sollevato la questione delle tre squadre sarde inserite nel vostro girone di B, quale è il problema?
Parlo a nome di alcune società piemontesi, la lettera inviata al presidente della Lega Nazionale Dilettanti Carlo Tavecchio, non voleva apparire sicuramente minacciosa, ma semplicemente porre attenzione alle difficoltà logistiche, in quanto i collegamenti con la Sardegna sono poco accessibili e nel contempo troppo dispendiosi.
3) Siete prime finora nel vostro girone, sarebbe un sogno per voi arrivare in A, l'avreste mai pensato o ci stavate lavorando da tempo?
Sarebbe sicuramente un sogno arrivare in serie A. Il nostro primato è un po' inaspettato ma è sicuramente meritato. L'arrivo dei due nuovi mister ha dato carica ed entusiasmo ad un gruppo formato da giocatrici, in parte tutte nuove, dotate di un buon livello tecnico ed il merito di questo primato va condiviso anche con loro.

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Verona - Torres, la partita dei colpi di scena

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laura-pressi2Quella di oggi a Verona è stata una partita particolare, carica di adrenalina e di azioni da manuale che sarebbero da rivedere in televisione.
Due grandi squadre hanno caratterizzato l'incontro: un forte carattere e un grande cuore della Torres e un Verona Agsm pimpante nel primo tempo con una fase di appannamento nei minuti finali.
Strappando un commento a caldo di Manuela Tesse la stessa mister afferma di aver visto sin dai minuti iniziali le sue ragazze poco concentrate, mentre nel secondo tempo, dopo averle caricate, la squadra sarda è apparsa trasformata.
In inferiorità numerica e dovendo recuperare un goal la Torres, ha dato il meglio e a 15 minuti dalla fine trovandosi in 9 non ha mai mollato e ha cercato fino all'ultimo il goal, trovandolo e rischiando anche di raddoppiare. Mister Longega ha dovuto rinunciare alla squalificata centrocampista Ramera e in difesa ha piazzato cinque giocatrici dal primo minuto fino alla fine, mentre Manuela Tesse non ha potuto schierare le infortunate Tona e Stracchi.

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Mamme calciatrici scendono in campo in aiuto di bambini malati

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laura-pressi2Tutto iniziò sette anni fa quando alcune mamme in visita al Policlinico S.Orsola di Bologna, padiglione Gozzadini, sono venute in contatto con la realtà della FA.NE.P (famiglie neurologia pediatrica), associazione che cerca di curare bambini con disfunzioni neuropatologiche (www.fanep.org ) e permettere alle famiglie di questi bambini un supporto umano e logistico per stare accanto ai propri figli. Da questa visita parte l'idea di convincere altre mamme in giro per la provincia di Bologna a cominciare a scendere in campo per giocare partite per beneficienza il cui ricavato va a questa associazione. Ma non è solo questo. E' la scelta di queste mamme di praticare proprio questo sport ai fini sociali e di vincere la scommessa che anche donne, mamme abituate ad andare a vedere i propri figli giocare, possano mettere per la prima volta le scarpette e partecipare a un torneo. Mamme, che insieme a ex calciatrici, possono portare un esempio molto positivo e importante per tutto il calcio femminile.
La determinazione, la voglia, la passione, il tifo che viene dai mariti e dai figli, gli allenamenti dopo il lavoro di mamma e di donna, la volontà di farsi rappresentanti di uno sport che in Italia è visto solo al maschile. Ecco quello che stanno realizzando queste mamme calciatrici. Esiste quindi un torneo di calcio a 8 dove ora vi sono 7 squadre che vi partecipano.

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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