Venerdì, 27 Settembre 2024
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Laura Pressi

Passione calcio

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laura-pressi2Tutte le ragazze che giocano a calcio avranno provato la sensazione di guardare da fuori il proprio campo da allenamento e farsi questa domanda: "ma chi me lo fa fare?"
Questo è uno sport di estremo sacrificio, di allenamenti duri con ogni temperatura, vento, pioggia o neve non importa; è uno sport di sudore, di fisico che si tempra e di resistenza estrema.
Prima o poi a tutte viene da domandarsi se continuare o meno perché il calcio per le donne non è considerato e valorizzato e le ragazze che caparbie resistono molto spesso devono allenarsi la sera, con temperature rigidissime, devono svolgere un lavoro perchè non professioniste e poi correre all'allenamento. Innumerevoli sacrifici quindi, ma poche gratificazioni.
Eppure le sensazioni e le emozioni sono come quelle dei colleghi maschi. Capire la compagna con uno sguardo che dura un secondo e decidere cosa fare, l'agitazione mentre si fa lo stretching pre partita o quando ti stanno per mettere dentro sostituendoti e tu non ti senti tanto in forma, il dolore che si prova dopo un brutto fallo, la tensione e l'agitazione che si ha prima di giocare, il senso di colpa che hai quando segna l'avversaria che stavi marcando, la fatica di arrivare alla fine della partita, le gomitate e i calci che si prendono senza che l'arbitro fischi, le strette di mano sincere delle avversarie, l'abbraccio con le tue compagnie dopo un goal, le corse e gli scatti per rubare il tempo alle avversarie, il fischio d'inzio e di fine, il pensiero di chi deve tirare un rigore o pararlo, la rassegnazione e la rabbia di chi dopo un brutto contrasto si infortuna e per mesi dovrà rimanere ferma.

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Emozioni e sentimenti legati al calcio femminile

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laura-pressi2Uno sport che fa emozionare davvero. Uno sport che è il re degli sport per quanto riguarda i maschi ed è uno dei più "poveri" e non valorizzati in Italia per quanto riguarda le femmine.
Uno sport che non ha le quote rosa sia a livello economico che a livello pratico. Uno sport che vede disparità grandissime con i colleghi maschi ma che quando ti entra dentro non passa più.
Il calcio femminile ha forse una marcia in più emozionale rispetto a quello maschile.
Se si considera che le ragazze fanno sacrifici enormi per giocare, se si considera che i risultati che ottengono queste ragazze sono dettati da uno spirito di sacrificio e una volontà di ferro che le porta ad esprimersi al meglio, se si considera che vengono denominate dilettanti piuttosto che professioniste anche nelle massime serie (con la speranza che questo prima o poi possa cambiare), se si considera la voglia e l'entusiasmo che fin da piccole le femmine ci mettono per questo sport dovrebbe premiarle e rivalutarle.

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Intervista a Isabella Cardone

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cardone-isabellaIntervista a Isabella Cardone, mister della società Pink Sport Time di Bari che ha puntato tutto sulle donne:
1) Quanti anni ha la vostra società e da quanti anni siete nelle maggiori serie?
La PINK SPORT TIME nasce nell'agosto del 2001, per iniziativa di 4 amiche ex atlete, con l'obiettivo di valorizzare e diffondere la cultura e la pratica dello sport al femminile.
Una delle "amiche ex atlete" sono io.. che sin da bambina ho coltivato la passione per il calcio. Dopo una prima promozione, stagione 2007-2008, in serie B nazionale, allora terza serie nazionale ed una seconda stagione sempre in serie B, stagione 2009/2010 ..questo è il nostro quarto anno consecutivo nella seconda serie nazionale, ora SERIE B, fino all'anno scorso serie A2.

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Poche allenatrici femmine e società “maschili” per il calcio femminile

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laura-pressi2Le società di calcio femminile sono formate per la maggior parte da componenti di sesso maschile. Ci sono preparatori atletici e dirigenti, ci sono allenatori maschi e anche il ct attuale della nazionale è un uomo.
Se confrontiamo questa realtà con il calcio maschile in pochissimi casi troviamo una donna come allenatrice o come preparatore atletico nelle squadre delle serie più alte maschili.
E perché quindi su 16 società che attualmente ci sono in serie A sono solo tre le allenatrici femmine e una sola vice? Vi è Milena Bertolini che allena il Brescia, Manuela Tesse la Torres, Antonietta Formisano il Fimauto Valpolicella e come vice Fabiana Comin nel Verona. Nelle altre società tutti allenatori maschi.
Poi vi è la serie B con ben quattro gironi e un totale di 52 squadre con pochissime che sono allenate da femmine, tra queste il Luserna con il mister Tatiana Zorri, il Tradate con Ilaria Rivola, il Molassana Boero con Morin Mara, l'Orobica con Marini Marianna, il Ludos con Licciardi Antonella, il Real Marsico con Valentina De Risi.

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Perchè il calcio femminile non è valorizzato in Italia?

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laura-pressi2In Italia il calcio femminile non riesce a trovare una dimensione significativa e importante, schiacciata dal calcio maschile e forse dalla nostra cultura che considera il calcio solamente uno sport maschile. Infatti culturalmente lo sport 'rosa' per eccellenza è la pallavolo, con più del 70% di tesserate donne. Il calcio femminile registra una crescita annuale di tesserate, con un aumento stagionale del 15% ma i numeri sono ancora troppo bassi. Il movimento è composto da circa ventiquattromila atlete complessive tra calcio a 11 e calcio a 5 nelle varie serie. Numero in aumento rispetto al passato ma se si fanno i confronti con i tesserati maschili che sono oltre un milione o con altre nazioni come la Germania dove vi sono oltre ottocentomila tesserate, cinquantacinquemila in Francia e sessantamila in Inghilterra i paragoni ci indicano che il nostro Paese non valorizza per niente questo sport in ambito femminile.

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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