A tu per tu con mister Lello Di Camillo
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In esclusiva per il portale “Calciodonne.it”, ci ritroviamo con Lello Di Camillo, tecnico delle nero-verdi del Chieti (retrocesso dalla A) che, attualmente, occupa il secondo gradino del girone D, dopo il pareggio interno di domenica scorsa contro la compagine del Grifone Gialloverde.
Ringraziamo per la piacevole chiacchierata, nella quale andremo a toccare non solo gli aspetti prettamente calcistici, ma anche tematiche quali la riforma dei campionati e gli importanti oneri economici a cui devono far fronte le società dilettantistiche femminili.
“Domenica, da parte nostra, è stata una partita non proprio all’altezza rispetto alle ultime uscite in campionato. Siamo andate in campo, con assenze importanti per quanto riguarda gli equilibri dell’intero organico; gli avversari ci hanno sorpresi con la loro rapidità ed aggressività, una squadra di tutto rispetto. Abbiamo regalato la prima frazione di gioco al Grifone Gialloverde ma, nella ripresa, abbiamo ottenuto il pari grazie ad un’ingenuità del portiere avversario e, nei quindici minuti successivi, abbiamo costruito almeno sei/sette palle-gol clamorose per poter andare in vantaggio, un paio neutralizzate dal loro estremo difensore, mentre in altre, non siamo state premiate dalla fortuna. Successivamente, negli ultimi venti minuti, abbiamo mollato un pò la presa con loro che si sono rivisti dalle nostre parti ma, alla fine, entrambe ci siamo accontentate della divisione della posta in palio. C’è un pò di rammarico, in quanto giocavamo in casa nostra e venivamo da qualche prestazione abbastanza convincenti, ma accettiamo di buon grado questo punto guardando avanti con positività al proseguo del campionato”.
“E’ alquanto prematuro parlare già della vincente del campionato anche se la Roma Calcio Femminile può ritenersi già la vincitrice del girone D, in quanto ha preso un buon margine sulle inseguitrici. Onestamente, non so quanto le altre compagini possano impensierire le giallorosse anche se è presente un nutrito gruppo di squadre che è competitivo per quanto riguarda il discorso secondo e terzo gradino, ambendo così al podio. Per quanto ci riguarda, realisticamente, non facciamo la corsa sulla Roma, ma siamo soddisfatti per ciò che è stato fatto ad oggi. Siamo reduci da una retrocessione dalla A, molto pesante sotto tutti gli aspetti: da quello organico, a quello economico fino a quello che concerne l’esperienza negativa che abbiamo avuto nella massima serie. Quest’anno, siamo ripartiti dalle ceneri, dopo la retrocessione maledetta dello scorso campionato che ci ha obbligato a dare uno sguardo al bilancio, ci ha portato a ricostruire l’organico da zero; basti pensare che ai primi del mese di settembre non avevamo nemmeno dieci unità. Al momento, grazie all’impegno dell’attuale gruppo che sta affrontando questo campionato basato su quelle 4/5 ragazze veterane che hanno sposato la nostra causa nero-verde, con molte giovani ragazze che hanno bisogno di fare esperienza. Noi, come le altre società inserite nel gir. D, cercheremo di raggiungere quella terza piazza che è ambita da molte squadre ma, tutto ciò senza troppe pressioni perchè veniamo da un momento molto negativo e stiamo ricostruendo pian-piano. Tra due turni ci sarà il big-match tra noi e la capolista Roma: andremo lì, non partendo già battuti, ma consapevoli che, quest’anno, non potremo competere con una squadra già ampiamente collaudata e rafforzata, un corazzata che sta dominando il campionato e che lo farà fino alla fine.”
“Ferrazza, Vukcevic e le sorelle Di Camillo che sono le portacolori della società, sono lo zoccolo duro dal quale siamo ripartite, insieme alla giovane islandese che è a disposizione solo da venti giorni in organico. Il collettivo è stato amalgamato nel tempo, anche se non abbiamo una rosa molto ampia in quanto, ci presentiamo con tredici- quattordici elementi compreso il gruppo delle ragazzine. Ci sono difficoltà presenti e siamo stati bravi e fortunati a non incappare in infortuni abbastanza seri, ma sappiamo a cosa andiamo in contro. Rispetto ad agosto, ad oggi, posso affermare che la società ha risolto parecchie problematiche, stiamo lavorando bene e la squadra sta prendendo forma e fiducia eccezion fatta, per la prima uscita stagionale, quando perdemmo in casa contro il Latina (0-1). Di lì in poi, c’è stata una escalation di prestazioni e ci sentiamo competitivi per raggiungere il secondo o terzo posto ma, qualora dovessimo fallire, certamente non saremo lì a fasciarci la testa perché dobbiamo comunque dare uno sguardo dietro e pensare che a luglio avremmo potuto anche rischiare di non iscriverci al campionato. Bisogna essere realisti e lavorare con umiltà, centellinando le forze e se a fine stagione, dovessimo essere riusciti a raggiungere il terzo posto con attenzione al bilancio economico, allora sì che potrò dire che avremo conquistato un obiettivo al di sopra di quello che era auspicabile e, attualmente, sta procedendo tutto bene e ciò mi rende molto positivo.”
“Per quanto riguarda la riforma dei campionati, sono molto dubbioso poiché ci sono aspetti positivi per quanto concerne alcune situazioni ma anche quelli molto negativi e penso a quelle società che saranno obbligate a fare investimenti onerosi. Sicuramente, una serie A a dodici squadre con quattro retrocessioni che sono molte: è un regolamento molto severo e ritengo che il campionato sarebbe dovuto rimanere a quattordici come era in passato con troppi cambiamenti. Adesso due squadre avranno una chance in più che si giocheranno contro le perdenti dei play-off dei quattro gironi di serie B. Per la cadetteria, a livello economico, non riesco a trovare un aspetto positivo in quanto la seconda divisione prenderà tutta l’Italia da Nord a Sud e quindi ci vorranno ulteriori investimenti maggiori, un esborso molto alto in un campionato che includerà l’intera penisola. Da un punto di vista puramente calcistico, è ovvio che sarà un B migliore ma credo che, purtroppo, anche se negli ultimi anni, si è fatto parecchio per il calcio femminile, è necessario inventarsi qualcosa di diverso (oltre alla riforma) per far crescere il fenomeno calcio femminile in Italia che latita parecchio e che presenta ancora molte lacune e, su ciò, sono parecchio pessimista. Mi auguro vivamente che il futuro mi contraddica e che si abbiano dei miglioramenti visibili a tutti e degli aiuti verso le società che investono non pochi soldi per affrontare dei campionati che sono molto onerosi, con le società che meriterebbero più ricavi con un occhio maggiore da parte della Federazione.”
“L’affiliazione al maschile potrebbe aiutare la crescita del movimento ma, resto ancora pessimista e mi spiego. Sappiamo tutti com’è il calcio in quanto, anche società forti, dopo due-tre anni, si rendono conto che non vi sarà un ritorno economico che possa soddisfarli e, verosimilmente, il tutto, potrà scemare. A livello d’immagine e di stimoli, certamente può portare qualcosa alle calciatrici o a qualche dirigente che ci mette più impegno ma, alla lunga, non sono particolarmente ottimista, come magari si può pensare ma, spero di essere contraddetto, come sopra. Le nostre società professionistiche maschili, abituate ad un giro vorticoso di soldi, dopo massimo tre anni, sicuramente penseranno ad altro e non al calcio femminile, quando si renderanno che non vi sarà un ritorno economico importante. Certamente, da parte della Federazione, c’è la necessità di stimolare, alimentare la crescita dei settori giovanili incentivando le società, attraverso riconoscimenti economici, andando a disputare campionati che riguardano i ragazzi: solo da una buona base, si può crescere col tempo.”
“Quello della discriminazione legata al femminile è un aspetto molto negativo con noi, addetti ai lavori che, purtroppo, non possiamo fare granchè per prendere delle posizioni nette. Nel calcio, già nel maschile è ancora frequente e si ripercuote anche sui campi di calcio femminile. Spero vivamente che ciò cambi radicalmente ed io, da allenatore, posso cercare, come ho sempre fatto, di portare educazione e correttezza nello spogliatoio, in campo o nell’ambiente lavorativo; per il resto, sono i vertici della Figc che devono prendere dei provvedimenti per affievolire questo pessimo fenomeno e che indicano la strada da percorrere e noi, nel bene o nel male, la dobbiamo seguire.”
Maurizio Stabile