Nazzarena Grilli: una panchina di Carattere e Tenacia!
- Mario Merati
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Una lunghissima carriera da giocatrice quella di Nazzarena Grilli, una altrettanto lunga carriera da allenatrice, sempre e ovunque un percorso caratterizzato da un forte carattere, tantissima tenacia e grinta, tutte qualità messe in campo già nella prima squadra nella quale ha giocato in giovanissima età: la Valigi Perugia, località vicina a Città di Castello dove è nata Nazzarena. Dopo questa prima importante esperienza, ce ne sono state molte altre, prima fra tutte la Lazio con la quale ha vinto i suoi primi due scudetti nel 1979 e nel 1980.
Il suo cammino calcistico è proseguito in altre Società una fra tutte la Fiammamonza, nella quale è rimasta tre anni conquistando una Coppa Italia nel 1986-87. Dopo Monza, Nazzarena è andata al Milan 82-Salvarani con il quale, nella stagione 1991-92 vince il suo terzo scudetto. Termina la sua carriera, a causa di un grave infortunio al ginocchio, nel Cagliari nella stagione 93-94. Anche in Nazionale dà il suo buon apporto collezionando 22 partite! Come allenatrice inizia con ottimi risultati allo Sporting Segrate 92, per proseguire con la Valassinese, dove ottiene due promozioni consecutive dalla B alla A2 e nella stagione successiva centra una splendida promozione portando la squadra in serie A.
Nel 2004 arriva alla Fiammamonza a campionato iniziato da pochi mesi e ci sta tre stagioni vincendo nel suo secondo anno di permanenza 2005-06 uno storico scudetto e una Super Coppa Italiana. Dopo Monza, un anno al Milan, per poi approdare al Brescia del Presidente Cesari, portando nel 2012 quella formazione alla finale vincente in Coppa Italia. Nelle stagione successiva allena la Bocconi di Milano in serie B per poi tornare in serie A con il Mozzanica, dove ottiene un ottimo terzo posto, la migliore prestazione fin allora ottenuta da questa Società. Nel 2017 allena per metà campionato l’Arezzo e pochi mesi fa viene chiamata come vice allenatrice della Nazionale Under 17 di Migliorini, per poi passare di recente alla guida della Nazionale Under 16!
Ho incontrato Nazzarena durante lo Stage con la Nazionale under 16 e le ho posto alcune domande sulla sua carriera da giocatrice e allenatrice.
Ciao Nazzarena, il calcio è sempre stata la tua grande passione e ha contrassegnato gran parte della tua vita, come sono stati i tuoi inizi calcistici?
“Ho iniziato a giocare nella squadra dell’oratorio di Città di Castello, con i miei amici e compagni di scuola. Mio padre un giorno mi ha portato a vedere la Nazionale di Calcio a Perugia e, vedendo in campo le giocatrici azzurre, è cresciuta ancor di più la mia VOGLIA di imitarle sognando un giorno di essere in campo con loro. Era tanta la mia passione e mio padre riconoscendo in me anche delle buone doti tecniche, mi ha portato all’età di 15 anni a fare un provino in una squadra di Perugia dove sono stata inserita quasi immediatamente nella rosa della prima squadra.”
Durante la tua carriera da calciatrice avrai passato sicuramente dei periodi positivi alternati ad altri negativi, cosa ci puoi raccontare di quegli anni?
“Devo dire sinceramente che non ho avuto periodi particolarmente negativi, qualche amarezza certamente come è logico in qualsiasi sport. Sono stati anni nei quali la gioia di giocare ha preso il sopravvento sulla fatica e l’impegno degli allenamenti. Per mia fortuna non ho avuto molti infortuni ed ho giocato sempre con una certa continuità. Sinceramente quando i risultati sono stati positivi tutta la squadra ne era coinvolta, ricordo in particolare la gioia del primo scudetto alla Lazio e lo scudetto al Milan. Una grandissima soddisfazione è stata giocare con la Nazionale in Giappone, dove abbiamo ottenuto una larga vittoria; penso con una certa emozione all’ingresso delle squadre in campo accompagnato dal canto del coro della Scala di Milano in tournèe in quei giorni nel paese del Sol levante!”
Tu hai giocato con e contro molte giocatrici, ci vuoi dire quali sono state per te le più forti, quelle che hai ammirato di più per le loro caratteristiche tecniche o per altri motivi?
“Sono state veramente tante le mie compagne di squadra e le avversarie con le quali ho condiviso vittorie e sconfitte. Una giocatrice che ricordo in modo particolare per le sue doti tecniche e caratteriali è stata Susanne Augustesen, calciatrice danese, ho giocato con lei nella Lazio e nel Cagliari, una attaccante in quel periodo di un’altra categoria! Poi fra le più grandi indico Carolina Morace ed Elisabetta Bavagnoli per la loro grande determinazione, tecnica e forza fisica; infine mi piace citare Betty Vignotto, una giocatrice di gran classe a livello tecnico, una tenacia non comune messa in campo in tutte le partite, un vero esempio per tutte le sue compagne!”
Quando hai chiuso la tua carriera, hai fatto la scelta di allenare, come ti è nata questa idea? Quale sono state le motivazioni principali?
“Quando ho smesso di giocare avevo 34 anni, mi ha fermato un infortunio al ginocchio quando giocavo a Cagliari, già allora pensavo di rimanere nel mondo del calcio, di poter essere in grado di allenare; in campo, vista la mia esperienza, ho sempre cercato di aiutare le compagne più giovani, quindi non è stato molto difficile pensare d’intraprendere la carriera di allenatrice e ho quasi subito frequentato il corso per ottenere il patentino.” “La prima squadra è stata lo Sporting Segrate, lì ho ottenuto le prime soddisfazioni a livello personale e di squadra.”
Quali sono stati gli insegnamenti principali che hai “rubato” ai tuoi ex allenatori e poi messi in pratica da allenatrice?
“Io ho avuto la fortuna di avere dei grandi allenatori: Guenza, Ferruccio Mazzola, Nicoli e da ognuno di loro ho cercato di “prendere” il meglio! Nel tempo, facendo esperienza, poi ci metti del tuo, metti in campo le tue idee, la tua visione tattica, non dimenticando, come ho detto, le basi insegnate dai tecnici avuti quando giocavo.” “Nella mia carriera da allenatrice ho avuto tantissime soddisfazioni, ma nulla supera il primo scudetto conquistato a Monza, una squadra forte in ogni reparto, determinata, una grande stagione culminata anche con la vittoria in Super Coppa contro un fortissimo Bardolino Verona, acerrima rivale sino alla fine anche in campionato; ripeto in quell’anno abbiamo superato ogni iniziale aspettativa!!”
Oggi sei la Mister della Nazionale Under 16, un compito non facile vista anche l’età delle ragazze nel pieno della loro crescita fisica e mentale, come pensi sia la “strategia” migliore per ottenere da loro dei buoni risultati?
Io ho accettato questa esperienza e questo impegno con tanta voglia di dare il meglio della mia esperienza a tutte queste giovani ragazze. Ho per questo rinunciato anche a qualche cosa per quanto riguarda la mia vita privata, ma amando questo sport, per me non è stato un grande sacrificio. Cerco di trasmettere in campo i miei concetti tecnico-tattici, ma soprattutto guardo l’atleta che ho davanti con una visione a 360 gradi, quindi anche a livello mentale e caratteriale!”
Cosa pensi dei cambiamenti che stanno coinvolgendo il nostro movimento, con l’inserimento delle squadre femminili nell’organigramma delle Società professionistiche maschili?
Penso che sia una cosa positiva, in queste Società ci sono dei tecnici professionisti preparati ad ogni livello e salirà anche la qualità delle giocatrici. Vorrei però sottolineare la necessità di NON dimenticare tutte le Società storiche che hanno sostenuto sino ad ora il movimento. Presidenti come Cesari del Brescia, e Sarsilli del Mozzanica, quest’ultimo purtroppo prematuramente scomparso, per citarne solo due con i quali ho avuto dei rapporti di collaborazione molto soddisfacenti, sono stati due caposaldi del movimento calcistico femminile. Parliamo pure di Fiorentina, Juve, Sassuolo e di altre Società che in futuro potrebbero entrare in campo ai più alti livelli, ma quello che hanno fatto molte vecchie Società dovrà essere sempre tenuto presente. Occorrerà poi cercare di sostenere economicamente molte Società anche da un punto di vista economico per evitare di allargare ancor di più il GAP con queste Società professionistiche.”
Grazie Nazzarena, grazie per quanto hai fatto da giocatrice e successivamente da allenatrice in questi anni nel Calcio femminile Italiano e grazie per quello che potrai ancora dare nel proseguo della tua carriera alle nuove leve calcistiche, ad iniziare dalle giovani giocatrici della Nazionale Under 16.
Mario Merati
Calciodonne.it