INTERVISTA A ORNELLA BRUNO, UN RITORNO IMPORTANTE NEL CALCIO FEMMINILE
- Laura Pressi
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Perché hai iniziato a giocare a calcio e cosa ti ha dato finora questo sport?
Ho iniziato a giocare a calcio a 4 anni con i maschietti del mio quartiere perché nella mia famiglia eravamo numerosi, uscivo e andavo sempre nel campetto da calcio vicino a casa e lì ho passato le ore più belle della mia infanzia.
Il calcio mi ha dato la possibilità di essere libera, mi ha dato autonomia, mi ha dato felicità, mi ha dato l’opportunità di conoscere e di giocare al fianco di grandissime giocatrici italiane e non.
A che età hai smesso di giocare, che ruolo solitamente avevi e quale è la squadra che ti porti nel cuore?
Ho smesso di giocare a 38 anni poiché non avevo più stimoli a continuare e perché vedevo che il calcio femminile stava scendendo di livello. Giocavo in difesa, spesso libero o terzino.
Forse tra tutte le squadre in cui sono stata mi porto nel cuore il Trani poiché è con questa società che ho fatto il salto di qualità all’età di 17 anni.
Come eravate voi calciatrici di 30 anni fa rispetto alle calciatrici odierne?
sicuramente più professionali, nel senso che la mentalità forse era un po’ diversa. Spesso non c’era nulla a livello di strutture e attrezzatura ma ci allenavamo con sacrificio e ci divertivamo con niente. L’idea era quella che per fare la differenza e ottenere qualcosa bisognava entrare nell’ottica di impegnarsi duramente.
Hai mai allenato e/o pensato di voler allenare intraprendendo questa strada per il tuo futuro?
Certo che l’ho pensato. Comunque ho sempre collaborato negli ultimi anni come calciatrice con i miei allenatori.
Ricordo tra tutti la collaborazione con Tonino Conciu nel Cagliari dove ero anche vice allenatrice e allenatrice di serie C.
Ho deciso poi che i tempi per me e per il calcio femminile non erano maturi per continuare con lo stesso spirito e ho intrapreso altri lavori facendo rimanere il calcio nel mio cuore.
E’ uscita la graduatoria da pochi giorni degli ammessi al corso allenatori per conseguire il patentino Uefa B a Foggia, sei arrivata seconda e quindi presto inizierai il corso. Cosa ti ha dato la spinta e la voglia di partecipare e dove ti piacerebbe arrivare?
La maggior parte dei mie allenatori mi avevano incentivato a prendere questo patentino già anni fa. Poi di recente un’amica mi ha fatto tornare la passione che ho sempre avuto dentro e mi ha convinta a rimettermi in gioco. Ho la consapevolezza che comunque non sarà facile.
A detta di tanti ai quali mi sono rivolta in questi giorni per dare la bella notizia pare che mi vedano già mister di una squadra di serie A, speriamo…
Per rilanciare e valorizzare il calcio femminile in Italia oggi cosa faresti?
In primis migliorare la qualità delle giocatrici per far sì che il piatto sia appetibile sia per gli sponsor sia a livello di visibilità.
Poi è da anni che si parla della fusione con squadre maschili, mi auguro che i tempi siano maturi per arrivare a questo risultato che potrebbe portare davvero a una svolta significativa.
Come vedi le ragazze di oggi che giocano a calcio e come vorresti che venissero considerate?
Le ragazze di oggi le vedo forse più avvantaggiate rispetto a trent’anni fa ma non ancora completamente libere di esprimersi in questo sport. Bisognerebbe fare un buon lavoro nelle scuole, che già si sta cominciando a fare, e parlare molto con i genitori al fine di non creare e alimentare pregiudizi che ci sono legati a questa realtà.
Vorrei che le ragazze fossero rispettate dalle società e apprezzate dal pubblico anche considerando tutti i sacrifici che fanno non potendosi mantenere solo come calciatrici e quindi dovendo fare altri lavori e spesso allenandosi solo la sera.
Mi piacerebbe un giorno che ci si avvicinasse a una sorta di professionismo e che le ragazze, come era ai nostri tempi, riescano a essere Calciatrici, a mantenersi facendo quello nella vita e allenandosi magari anche due volte al giorno, la mattina e il pomeriggio.
Pensi ce la farà la nostra nazionale maggiore a qualificarsi ai Mondiali 2015 in Canada?
Lo spero. Sarebbe importante per la crescita delle nostre ragazze e per dimostrare che le calciatrici italiane hanno ancora tanto da raccontare.
Hai un sogno nel cassetto da realizzare?
Visto che lo scudetto da giocatrice l’ho tante volte sfiorato ma mai assaporato, da allenatrice mi piacerebbe tanto un giorno arrivare a questo risultato.
Ringrazio l’amica Ornella Bruno per le risposte a questa intervista e le auguro di realizzare i suoi sogni.
Laura Pressi