Claudia Ferrato, una vita da bomber tra Università e Scuola Calcio maschile
- Walter Pettinati
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Claudia Ferrato è nata a Padova nel Novembre del 1996 (scorpioncina doc) e ha iniziato a giocare a calcio, con i maschi, all'età di 5 anni fino ai 12 quando è passata tra le file dello Zensky Padova.
"La mia famiglia - dice Claudia - mi sostiene in ciò che faccio perché capiscono l’importanza che ha il calcio per me. Mia Madre e mio fratello sono disinteressati allo sport, mentre mio padre mi segue ovunque e in tutti questi anni si è perso solo alcune partite."
La mia vita tra Calcio e Università..
"Finite le superiori - continua Claudia - ho iniziato l’Università di Scienze Motorie a Padova e tra allenamenti, studio, Università, di tempo libero ne ho davvero poco. E per completare la mia vocazione per il calcio, da due anni, ho iniziato ad allenare una squadra di "piccoli amici". Direi che il 90% del mio tempo lo dedico allo sport."
A 14 anni hai esordito in serie B con lo Zensky Padova, come hai vissuto la tua crescita calcistica?
I primi anni sono stati complicati poiché la squadra non aveva le stesse qualità che ha ora e si lottava per la salvezza, tuttavia col passare del tempo le doti individuali sono cresciute e sono arrivate nuove giocatrici di qualità che hanno permesso di puntare più in alto.
Quali sono i ricordi più belli?
Probabilmente uno dei ricordi più belli che ho è il torneo giocato a Menton in Francia a Pasqua quest’anno contro formazioni provenienti da tutta Europa.
Ci davano per squadra da ultimo posto, e invece partita dopo partita siamo arrivate fino alla finale, vincendola con un mio gol allo scadere del secondo tempo supplementare, come nei film.
Ci siamo portate a casa tre coppe di squadra, io ho vinto sia Capocannoniere sia Miglior Giocatrice, non potevamo fare meglio.
I momenti di crisi?
Non ho vissuto particolari momenti di crisi, se non periodi di stop dovuti ad infortuni che ovviamente portavano con sé tristezza nel non poter essere in campo al fianco delle mie compagne.
Dal campionato 2015-2016 la società ha cambiato denominazione in Calcio Padova Femminile grazie alla collaborazione instaurata con il Padova Calcio, cosa è cambiato nell'organizzazione e quali sono le aspirazioni della società?
In realtà non è cambiato molto per quanto riguarda l’organizzazione.. Loro ci hanno concesso l’onore di vestire la maglia biancoscudata, ma le società sono comunque rimaste separate.
Per quest’anno le aspirazioni della società sono sicuramente di arrivare nelle prime tre posizioni nonostante un inizio di campionato molto difficile, dovuto al nuovo girone e a un po’ di infortuni e situazioni che ci hanno penalizzate. Nonostante ciò però, da qui a maggio, noi daremo tutto per restare nella futura serie B a girone unico.
8 gol in questa stagione, 28 lo scorso campionato, 64 in totale: com'è la vita da bomber?
Diciamo che la vita da bomber è bella soprattutto di domenica. Dal lunedì al sabato è impegnativa perché sai che per essere a quel livello devi allenarti e impegnarti più degli altri, dare il massimo durante tutta la settimana per arrivare al top alla partita. Io stessa svolgo due allenamenti in palestra in più rispetto alle mie compagne.
Se non ci si allena al massimo non si diventa bomber, ma solo un buon attaccante.
Come sogni il tuo futuro?
Sogno un futuro avvincente, pieno di sfide di livello sempre superiore.
E perché no, magari un futuro tinto di azzurro.
Ci parli dell'infortunio che ti ha fatto saltare la prima convocazione, cosa ti è successo e come hai reagito?
Purtroppo l’ultima partita a maggio prima di partire per la Nazionale mi sono rotta il malleolo, e così invece di partire mi sono ritrovata in sala operatoria per aggiustarmi.
E’ stata sicuramente una botta poiché a quella convocazione avevo lavorato tutto l’anno, dando il massimo e arrivando a risultati che non avevo mai ottenuto.
E’ stata una grande delusione, tuttavia, a partire dall’intervento tutta la rabbia e la frustrazione si sono trasformate in carica e voglia di tornare sui campi per riprendermi ciò che avevo perso con quell’infortunio.
In questo campionato hai giocato 7 gare e hai segnato 8 reti, come stai fisicamente?
E’ stato duro ricominciare, sia per la condizione fisica sia comunque per i timori che mi portavo dietro dovuti a eventuali ricadute.
Le prime partite sono state pesanti e sofferte, ma ho visto che col passare delle settimane ho ripreso i 90 minuti e anche i gol sono tornati, scacciando un po’ anche le paure.
Claudia segna e la Nazionale ti convoca, ci parli della tua ultima convocazione?
L’ultima convocazione è stato un vero e proprio colpo al cuore.. Neanche a dirlo mi sono emozionata nel leggere il mio nome, ripensando alle fatiche e i sacrifici fatti nei 6 mesi di stop.
Il ritiro è stato stupendo, le ragazze, lo staff, gli allenamenti, l’intensità messa in campo, tutto.
E’ una realtà completamente diversa da quella di Padova e l’ho sentito fisicamente, l’asticella è alta e se non si da il massimo non basta.
Come è stato giocare contro la Nazionale maggiore e confrontarti con le top players?
Sia in U23 sia soprattutto nella maggiore molte ragazze giocano in Serie A o in campionati esteri competitivi e si vede che li è richiesto un’altissima intensità,un altro ritmo rispetto alla Serie B.
E’ stato davvero bello essere inserita in questo meccanismo che viaggiava a velocità pazzesche.
Hai incontrato difficoltà?
Sono arrivata a questa convocazione non al top della forma, anche perché mi porto dietro ancora qualche piccolo fastidio dall’infortunio (tanto che adesso a gennaio verrò operata per rimuovere viti e placca dal malleolo), quindi lavorare in doppia seduta ad alti livelli è stato una fatica non indifferente.
Cosa hai acquisito dall'esperienza in Nazionale?
Sicuramente ho capito a cosa devo ambire, a cosa voglio puntare.
Inoltre ho appreso piccoli segreti dalle compagne più esperte e dagli allenatori, che cercherò sicuramente di mettere in pratica a Padova.
Sei severa con te stessa o prendi la vita per quello che riesci ad ottenere?
Io non mi accontento mai, punto sempre più in alto, voglio di più, soprattutto in partita.
Posso aver segnato tre gol e non essere soddisfatta, correndo fino al 90° per aumentarli.
Due anni al servizio della scuola calcio con i "piccoli amici", cosa ti sta insegnando questa esperienza ?
Fare dei miei studi e della mia passione anche un lavoro è sicuramente gratificante.
Ci vuole sicuramente pazienza perché sono ancora molto piccoli, però è anche vero che è questa l’età in cui apprendono maggiormente, e vedere man mano che i mesi passano i loro progressi mi riempie di soddisfazione.
Come svolgi gli allenamenti e come reagiscono i tuoi giovani “calciatori”?
Durante gli allenamenti utilizzo sia le conoscenze dovute alla pratica dei 16 anni di calcio sia soprattutto metto in pratica ciò che studio all’università.
I miei ragazzini vedo che mi prendono molto come punto di riferimento.
A differenza di molte persone adulte loro non vedono il calcio femminile come uno sport completamente diverso dal femminile, quindi avere un’allenatrice che gioca al Padova in Serie B e che è stata anche convocata in Nazionale per loro è motivo di vanto.
Lo studio come procede? Cosa vorresti fare una volta laureata?
Lo studio procede bene, sono all’ultimo anno e quindi inizio a intravedere la laurea e a fare programmi, anche se non ho ancora deciso se continuare a studiare o cosa.
In generale mi piacerebbe fare la preparatrice atletica oppure intervenire al fianco di un fisioterapista per la rieducazione al movimento post infortunio.
Padova forever o sei pronta a trasferirti?
Il Padova per me è come una seconda famiglia, ci sono cresciuta ed è grazie a questa società che sono diventata quella che sono.
In estate e a dicembre sono arrivate numerose offerte, alcune anche ambiziose, ma ho sempre dovuto rifiutare perché la mia priorità al momento è laurearmi e comunque quest’anno mi sono presa l’impegno qui a Padova.
Ora che però sono in prossimità della laurea e dopo questa esperienza in Nazionale è chiaro che sento il bisogno di alzare l’asticella, di mettermi alla prova, quindi per l’anno prossimo chissà..
Il calcio è una passione o aspiri ad arrivare in alto?
Il calcio è sicuramente una grande passione, ma per il momento in Italia è difficile, se non impossibile, viverci.
Negli anni ho quindi sempre dovuto organizzare la mia carriera calcistica con un occhio di riguardo agli studi e al mio futuro.
Come si svolgono gli allenamenti con le compagne?
Siamo un gruppo unito, svolgiamo gli allenamenti sempre con il sorriso. Ora che anche i risultati arrivano siamo sempre più consapevoli dei nostri mezzi e sempre più motivate verso un grande obiettivo.
Obiettivo salvezza?
Come già detto, dopo un inizio difficile ci stiamo riprendendo e ormai non c’è più tanto da perdere. Da qui a maggio ci giocheremo le nostre carte per vincere il più possibile e magari perché no, arrivare tra le prime tre.
Claudia, vuoi nominare una tua avversaria da intervistare?
Certo, nomino Cristina Merli con la quale ho passato molto tempo in Nazionale, gioca nell’Orobica, squadra che abbiamo incontrato in campionato.
Lei è molto brava tecnicamente e quest’anno sta segnando anche parecchio!
Si ringrazia Claudia per la disponibilità e la società Calcio Padova femminile per la gentile concessione all'intervista.
Walter Pettinati