Sabato, 23 Novembre 2024
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LUISA ESPOSITO: GLI AVVERSARI DICEVANO: “WUA GIOCA UNA FEMMINA…” MA I MIEI COMPAGNI RISPONDEVANO: “WUA È CHIÙ FORT E TE”

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napoli luisa esposito


"E' sempre cosi quando una donna gioca con i maschi."

Luisa Esposito è una delle giovanissime punte del Napoli Calcio Femminile. L’abbiamo incontrata in occasione del derby di campionato del 20 marzo contro la Domina Neapolis.

Ciao Luisa, ti abbiamo osservato da lontano ed ora è il momento di conoscerti dal vivo.

Mi chiamo Luisa Esposito, gioco da 11 anni a calcio e ho 17 anni. In realtà gioco a calcio da sempre. Quando ero piccola stavo con i maschietti per strada in partite improvvisate. Ho incominciato a fare sul serio a sette anni in una squadra maschile. Si chiamava Real Ponticelli ed era associata alla Juventus. Dopo diversi anni nel calcio maschile, sono passata in serie C con la Virtus Partenope. Dalla Virtus ho fatto il salto di qualità in serie B nella Domina Neapolis. E ci sono rimasta un anno. Dopo un anno sono approdata nella serie B con il Napoli Calcio Femminile.

 

Quindi hai giocato anche nel calcio maschile?

Ho giocato molto nel maschile e anche con discreto successo. E' stato importante per me per essere quella che sono oggi. E mi sono trovata benissimo. Credo che per migliorare è meglio giocare sempre con i maschi, perché comunque sono dotati di maggiore forza fisica, sanno essere di maggiore stimolo in campo. Con loro c’è molto più agonismo e competizione. Ero sorpresa io stesso che nonostante fisicamente fossi piccolina riuscivo, a loro dire, a far bene. Ero addirittura capitano e giocavo nelle fasce di età 98-99, 96-97.

Come era il rapporto con gli altri ragazzi?

Il rapporto era buono, però sai a volte succedevano episodi sciocchi, goliardici. A volte accadeva che quando andavamo in trasferta, dovevo sentire quei commenti infantili e ingenui “wua gioca una femmina…”. Più che altro dal pubblico dagli avversari. I miei compagni rispondevano “wua è chiù fort e te”… Ma è sempre cosi quando una donna gioca con i maschi.
Per il resto avevo uno spogliatoio solo per me, mi portavo la chiave a casa. Mi dava un po’ di solitudine non festeggiare il dopo partita con tutti però questo non ha impedito che si creasse complicità. Mi cercavano, mi chiamavano, anche i ragazzi più grandi. Eravamo un grande gruppo compatto ed io ero ben integrata e amata. Non ho mai litigato con nessuno, mai avuto critiche non costruttive. Quando andavo a giocare, non mi hanno mai fatto sentire sola, anzi il fatto io fossi una ragazza forte, per loro era motivo di orgoglio. Successivamente mi sono trovata meglio con i maschi che con le donne.

 

Chi è che ti ha estratto dal calcio maschile e ti ha portato nel femminile?

Fulvio Gais. Quando giocavo con i maschi feci il primo anno di rappresentativa under17. Ho fatto un anno con loro e poi Fulvio mi ha preso e mi ha detto “tu devi giocare con le squadre femminili”. Non avevo più l’età per giocare con i maschi. Ho giocato a calcio a nove ed è andata bene. Poi sono salita in serie C e dalla serie C, sono andata in serie B.

Come è stato il passaggio alla Domina Neapolis.

Ero entusiasta di passare alle donne. Noi donne ci sappiamo già comprendere, fisicamente intendo. Solo l’anno scorso ho avuto problemi per vari motivi tra cui anche il fatto che loro erano più grandi e io partivo già titolare in molte occasioni. A loro probabilmente poteva sembrare strano e spesso hanno avuto da ridire, come se non avessi fatto la gavetta che hanno fatto loro. Sono stata accolta bene all’inizio al mio arrivo. Con il passare del tempo, ho sentito una disparità di trattamento dalle giocatrici più grandi. Non conoscevo tutte le ragazze del gruppo. Quando sono arrivata le ragazze che conoscevo mi hanno aiutato ad integrarmi. Si era creato anche un buon feeling ed ero riuscita ad integrarmi. Fuori dal gioco ci divertivamo tutte assieme, però poi in campo, per il fatto che ero la più piccola titolare non mi davano credito, non avevano fiducia nelle mie capacità. Mi coinvolgevano nel gioco, mi passavano la palla, ma io vivevo uno stato di ansia costante in ogni passo che facevo. Avevo una pressione psicologica forte e non mi sentivo a mio agio. Quando gioco così, gioco male. Quando giocavo con i maschi vivevo l’entusiasmo di essere in campo loro.
Ho fatto tesoro anche di questa esperienza.

 

Poi sei passata al Napoli Carpisa Yamamay?

Passando nel Carpisa, mi sono trovata benissimo. Rispetto all’anno scorso ho ritrovato una forma fisica eccellente, anche perché avevo avuto un problema al ginocchio che quest’anno per fortuna si è quasi risolto. Gioco sempre da titolare, le ragazze credono in me e ho trovato un ruolo nella squadra. Mi sento a mio agio.

 

Da un punto di vista tecnico che ruolo hai nella geometria della squadra?

L’anno scorso mi alternavo tra destra e sinistra. Oggi gioco solo sulla destra. Mi trovo meglio a calciare di sinistro. Quando prendo la palla bene sono a brava anche a calciare di destro, ma con il sinistro sono molto accurata nei tiri. Comunque mi sto allenando per migliorare anche nei calci di destro, credo che un’agonista debba essere pronta in ogni situazione, l’occasione è da cogliere sempre non solo quando ti cade sul piede giusto.

 

Come ti stai trovando nella squadra?

Mi trovo benissimo, ci sono ragazze di esperienza che mi aiutano a crescere. Come Schioppo, Paola di Marino, Valentina Esposito e Paola Cuciniello che è anche 97, quindi affine a me che sono 98. Poi ci sono ragazze anche più piccole di me, questo ci porta a crescere assieme e formare una squadra solida. Poi con loro mi sento di avere un rapporto più professionale. Quando sbaglio nessuno mi da addosso gratuitamente. C’è fiducia. E anche quando faccio errori grossolani, e mi riprendono, io sento che quell’ammonimento è per farmi crescere non per umiliarmi.

Avendo giocato con i maschi, con cui instauravo un rapporto di genuina amicizia, quando sbagliavo non sentivo il peso dell’errore. Cosa che invece accadeva l’anno scorso, ad esempio quando battevo le punizioni vivevo in uno stato di ansia fortissima. Quest’anno mi sento diversa, più forte e cresciuta come atleta. In questa squadra ho scoperto di avere delle capacità che neanche io sapevo di avere.

 

Può essere che l’esperienza dell’anno scorso ti è servita per crescere e quindi ora che sei in questa squadra sei forte anche per quello che hai vissuto?

Sicuramente, volendo avere una visione d’insieme l’esperienza dell’anno scorso mi ha aiutato molto a crescere. Mi sento forte e sono diventata un qualcosa che non sapevo neanche io di essere.
Non mi hanno dato stima, non sento che mi hanno fatto crescere atleticamente.
Non c’era quasi nessuno che teneva conto della differenza di età e io non so spiegarti il perché ma non mi sentivo sicura. Mi chiusi in me stessa.

Parliamo della partita di oggi, bel gol. Raccontami come l’hai vissuta, se avevi delle aspettative, se pensavi fosse difficile.
No, non pensavo affatto fosse difficile, aspettavo questo momento già da molto tempo. Anche nella scorsa occasione avrei voluto entrare in campo più concentrata e segnare.
Adesso l’ho fatto. Ed ero entusiasta nel farlo. Era un gol che non avrei potuto sbagliare, ero di fronte alla porta ed avevo l’occasione giusta. Ed in parte è stato strano perché quella era stata anche la mia squadra. Poi dopo ho esultato d’istinto. Ero felice di aver segnato per la mia squadra e non perché avevo segnato contro gli avversari. Qualcuna di loro forse avrà pensato che il mio ostentare felicità volesse essere provocatorio, ma si sbagliano.
La mia felicità era nel calore delle mie compagne che mi hanno trasmesso la loro felicità in un abbraccio mozzafiato. Mi sono sentita protetta da una squadra vera perché noi siamo una squadra nella vita, non solo in campo.
Spero davvero che cresciamo in fretta, ho voglia di serie A. Non è adesso, non sarà domani ma un giorno ci arriveremo. Bisogna aspettare e allenarci. Certamente ci sono ragazze più piccole di me che devono ancora crescere, così come voglio continuare a crescere anche io.
Per le prossime partite speriamo di vincere sempre.

 

Grazie Luisa, il tuo amore per il calcio e per la tua squadra, te lo si legge negli occhi.

Grazie a te.

 

Davide Foroni
calciodonne.it

 

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
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