Calcio femminile: si può puntare al modello statunitense?
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Quello del calcio femminile è un boom ormai certificato e dimostrato dai dati ufficiali. Ciò che, purtroppo, ancora oggi è evidente però è anche la differenza salariale tra il calcio maschile e quello femminile. Alcuni Paesi, in particolar modo Stati Uniti e Gran Bretagna, hanno cercato di assottigliare sempre di più queste differenze e hanno portato avanti una vera e propria campagna non soltanto mediatica, ma economica e pratica. Un modello come quello statunitense sarà possibile anche in Italia?
Interessi non più “sessualizzati”
Sotto certi punti di vista, potremmo dire che anche nella cultura Occidentale, alcuni interessi ed hobby, nonché professioni ovviamente, sono stati spesso “sessualizzati”. Nel senso che la maggior parte delle persone che si dedicavano a determinati interessi e lavori apparteneva ad un certo genere sessuale.
Oggi, fortunatamente, non è più così: se in passato, per esempio, era difficile trovare molte donne che si divertivano ai casinò come le case da gioco della Francia o di altri Paesi, oppure era più difficile immaginare una donna che da piccola iniziasse a divertirsi giocando a calcio, oggi le cose sono molto cambiate. I dati relativi proprio alla crescita esponenziale dell’interesse femminile nei confronti del calcio dimostrano un trend ben specifico.
L’esempio americano
Gli Stati Uniti si sono dimostrati avanti rispetto ad altre Federazioni e Paesi in generale. D’altronde, in America la storia del calcio femminile è lunga e possiamo dire anche vincente (cominciata oltre 40 anni fa). Difatti, a parte la struttura similare e il livello agonistico, le principali differenze tra il campionato femminile (NWSL) e quello maschile (MLS) erano prettamente di tipo economico e legate ai salari dei giocatori.
Parliamo nello specifico del Salary Cap, ovvero un tetto massimo del monte ingaggi che viene assegnato alle squadre: difatti, fino a qualche tempo fa, si parlava di un tetto massimo di oltre tre volte maggiore per gli uomini. Da poco tempo, però, qualcosa sta cambiando. La Federazione Americana ha ufficializzato degli accordi fino al 2028 garantendo dei premi e dei salari uguali tra uomini e donne. Questo sia per quanto riguarda gli ingaggi che per quanto riguarda i premi e le ripartizioni dei ricavi commerciali della Nazionale.
In questo accordo storico sono stati inseriti diversi altri importanti accorgimenti: per esempio, quello che riguardano il piano pensionistico, l’assistenza sanitaria, l’infanzia e il trattamento per i campi da gioco e di allenamento. Persino le sistemazioni nelle strutture alberghiere e i voli per arrivarvi.
Si tratta di un segnale importante della federazione, che nonostante delle critiche già ricevute, ha deciso di andare avanti per la propria direzione. Ovviamente, ora è essenziale che il settore riesca ad attirare nuovi investitori: non dimentichiamo che si tratta, comunque sia, di business e che la maggior parte delle decisioni viene ancora oggi presa proprio per una questione economica. Ma si potrà ambire a qualcosa del genere anche in Italia? La speranza è sicuramente questa e le cose stanno cambiando anche da noi. L’interesse verso questo mondo è molto maggiore rispetto al passato e le cose miglioreranno solo…