Gabriele Gravina, il prescelto presidente della FIGC e il suo programma sul calcio femminile
- Walter Pettinati
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Sembra ormai certo che il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina sia l'unico candidato alla presidenza della FIGC. Se così fosse, significa che tutte le componenti del calcio abbiamo trovato la giusta intesa per eleggere il loro presidente e liberarsi del commissario Fabbricini.
Sono andato a sfogliare il programma dell'unico candidato con la speranza di trovare significative indicazioni sul calcio femminile, ma, come spesso accade nei programmi pre elettorali, ho riscontrato un progetto piuttosto generico che, nello specifico, fa trasparire ben poco. Direi che i punti cardine sono propositivi e lungimiranti.
Riporto il testo alla vostra attenzione per le vostre personali considerazioni.
COMMISSIONI E CONSULTE
A latere rispetto alla struttura federale sarà di fondamentale importanza il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interni attraverso un continuo percorso di confronto, propulsione e riflessione in merito alle varie tematiche oggetto di attività.
Tale compito di raccordo può essere svolto da apposite Commissioni o Consulte, in forma permanente oppure costituite ad hoc, nelle quali possono essere coinvolti esperti del settore e rappresentanti di specifici portatori di interesse al fine di allargare l’orizzonte conoscitivo e migliorare l’integrazione della Federazione con il suo ambiente di riferimento. Le principali tematiche oggetto di intervento possono ricollegarsi alle Licenze Nazionali e FFP, all’impiantistica e sicurezza, ai riflessi fiscali e tributari, alle attività commerciali alla comunicazione, al calcio femminile, alle attività internazionali, etc.
LE SCUOLE CALCIO QUALIFICATE
Nel quadro del miglioramento non solo del patrimonio tecnico, ma anche e soprattutto della qualità dell’offerta sportiva federale, andrà enfatizzato il ruolo dell’attività di base e, in questo ambito, delle scuole calcio.
Tali strutture, sottratte all’improvvisazione ed ai fini imprenditoriali in cui spesso sono cadute, devono diventare i primi presidi del nostro calcio sul territorio, il punto di contatto con la sfera sociale, con la scuola e con le famiglie.
La qualifica federale deve diventare una sorta di marchio di qualità, per cui deve essere stabilito un rigido protocollo in fase di accreditamento ed un non meno scrupoloso controllo.
L’offerta formativa deve essere aderente ad un protocollo tecnico e tutti i soggetti presenti (allenatori, assistenti, personale di supporto e medico) devono essere formati nei ranghi federali.
La Federazione deve riuscire a lanciare una grande CAMPAGNA DI AFFILIAZIONE GIOVANILE, facendosi garante verso le famiglie della qualità dell’offerta formativa, dei costi e dei servizi, ponendosi come interlocutore credibile verso il contesto sociale e verso le istituzioni del territorio.
In tale contesto una particolare attenzione verrà riservata anche alla promozione del calcio/calcio a cinque femminile, che potranno godere di progetti mirati e coerenti con le rispettive sfere di programmazione tecnicoagonistiche
LE ACCADEMIE FEDERALI
La Federazione deve saper esprimere una propria incisiva attività finalizzata a favorire non tanto il recruitment dei giovani calciatori (attività questa ben svolta dalla rete territoriale dei club) quanto, piuttosto, gli strumenti di miglioramento e di perfezionamento del patrimonio sportivo.
In tal senso è necessario accrescere negli obiettivi e riconvertire sul piano funzionale i Centri Federali Territoriali esistenti, determinando la creazione di vere e proprie Accademie Federali. Queste saranno i presidi della Federazione sul territorio, in cui tanto i calciatori «azzurri» che i più meritevoli provenienti dai club (calcio a undici, calcio femminile, calcio a cinque, calcio giovanile) possano accrescere e sviluppare le proprie doti, in un continuo contatto ed interscambio con gli staff federali.
Le Accademie saranno i luoghi fisici di quel LABORATORIO ITALIA in cui gli staff tecnici e medici federali potranno attivare una vera e propria “ricerca applicata”, mettendo in campo esperienze e strumenti in un’ottica di confronto e di sinergia.
LO SVILUPPO DEL CALCIO FEMMINILE
Il Calcio Femminile deve sentirsi pienamente integrato nel quadro progettuale della Federazione, al centro di obiettivi e progetti strategici di ampio respiro.
L’attività agonistica di vertice, pertanto, anche in previsione di un diverso inquadramento giuridico (modifica dello “status”) delle calciatrici, dovrà essere affidata alle rispettive Leghe di competenza (LNPA la nuova Serie ALND attività di base e territoriale).
Alla L.N.D. dovrà essere garantito il riconoscimento, anche in termini di destinazione di specifiche risorse economiche, del lavoro di organizzazione e di gestione dell’attività sino ad oggi svolto e, al contempo, resterà affidata tutta l’attività periferica e di base necessaria allo sviluppo dell’intero movimento calcistico femminile.
Nel breve periodo la Federazione dovrà prevedere l’istituzione di un organismo “ad hoc” che, sulla falsariga di quanto già avviene per il Settore Giovanile e Scolastico, per rafforzare l’impegno che tutto il movimento calcistico deve profondere per lo sviluppo e la maggiore diffusione del Calcio Femminile, sarà composto da un rappresentante di ogni componente Federale.
Il Responsabile di tale organismo sarà nominato dal Consiglio Federale, su proposta del Presidente Federale e indicazione della L.N.D., e nel Consiglio Direttivo vi saranno due Vice, uno su indicazione delle componenti tecniche e l’altro su indicazione della Lega di Serie A.
Nel breve periodo la Federazione deve supportare la crescita di quest’area attraverso un’azione incisiva indirizzata verso obiettivi ben precisi:
- Sensibilizzazione alla pratica sportiva e supporto alle iniziative promozionali;
- Attività di contatto con il mondo scolastico;
- Sviluppo della leva giovanile;
- Benessere gestionale dei club.
In tal senso la Federazione continuerà ad investire nel calcio femminile, nel suo messaggio di novità, stimolando lo sviluppo alla base ma anche proseguendo nell’attività di vertice con le Squadre Nazionali.
I DIRETTORI I SEGRETARI SPORTIVI ED I COLLABORATORI DELLA GESTIONE SPORTIVA
Sul piano normativo andrà enfatizzata la differente inclinazione delle tre figure, predisponendo sul piano della formazione canali separati e, su quello operativo, la distinzione dei ruoli, anche ai fini della Licenza Nazionale.
Attraverso lo sviluppo della piattaforma digitale, sarà introdotto un sistema di e-learning finalizzato all’aggiornamento (obbligatorio) ed al rinnovo delle abilitazioni.
Grande attenzione sarà posta alla valorizzazione di tali figure nel contesto organizzativo dei club, estendendo l’obbligo di tesseramento di soggetti abilitati sino ai Dilettanti Nazionali ed ai campionati di vertice di Calcio a Cinque e Calcio Femminile. Sarà intensificata l’azione di controllo su posizioni di “abusivismo”, accentuando le restrizioni anche in ruoli diversi di soggetti squalificati, in particolare per fattispecie connesse con il compimento di illeciti sportivi e responsabilità gravi in fallimenti.
Agli iscritti all’albo sarà preclusa ogni possibilità di svolgere, anche per interposta persona, attività di cura degli interessi legali o sportivi di calciatori e/o tecnici ai fini del loro placement sul mercato.
Dovrà essere prevista una fase di “attesa” al soggetto precedentemente tesserato come allenatore oppure operante come agente/mediatore di calciatori prima di poter concedere accesso ai ruoli di direttore/segretario/ collaboratore
GLI AGENTI
In perfetta sintonia con le recenti disposizioni di legge (Legge Bilancio 2018 – DPR 23 marzo 2018 e decreti attuativi), la Federazione s’impegnerà per ridare ordine e garanzie all’attività di procuratore sportivo, istituendo nuovamente un albo il cui accesso, con il conforto di determinate caratteristiche, sarà consentito attraverso una prova di esame.
Sarà questa anche l’occasione per risolvere alcuni punti di compatibilità delle nuove disposizioni al fine di sottoporre l’esercizio di tale attività in ambito federale ad una serie di vincoli, primi fra tutti quelli tesi ad evitare conflitti di interessi diretti e/o mediati nei rapporti con i calciatori e le società, quelli finalizzati ad una netta separazione di tale percorso con quello di altre figure (specie quelle direttive e manageriali), quelli tesi ad una chiara identificazione dei rapporti di assistenza con i calciatori con l’introduzione di un tetto per club e per categoria, quelli legati alla possibilità di “assistenza” di allenatori e, non ultimo, quello di soggiacere al potere disciplinare federale. Di attualità anche la problematica dei compensi.
LA CARTELLA CLINICA DIGITALE
La partecipazione di oltre 1,3 milioni di tesserati alle attività calcistiche impone in capo alla nostra Federazione la responsabilità di tutelare al meglio un bene essenziale quale quello della salute. Una così vasta platea di riferimento offre
la possibilità di rendersi portatori di buone pratiche anche nel campo medico.
L’istituzione di una cartella clinica digitale – creata per lo sportivo ma che potrà accompagnarsi al soggetto ed ai suoi familiari anche in contesti nonsportivi – rappresenta un progetto di medio termine che può rafforzare il ruolo di avanguardia del nostro calcio nel contesto sociale.
In tale strumento – certamente di facile consultazione e compilazione e limitato con soglie secretate a seconda degli usi e delle esposizioni – possono confluire tutti i dati che costituiscono la storia medica di tali soggetti, rendendo immediata e visibile la confrontabilità dei dati.
La rilevazione di tali dati, inoltre, può consentire al nostro sistema di creare delle profilazioni specifiche per misurare l’incidenza di determinate patologie, disponendo di dati di fondamentale importanza per intervenire non solo sul piano della prevenzione con campagne di sensibilizzazione, ma anche per gestire in maniera maggiormente economica i rapporti con il mondo
assicurativo.
L’ATTIVITÀ DI PREVENZIONE
L’interazione con una popolazione prevalentemente giovanile non può sottrarre la nostra Federazione dal rendersi parte attrice rispetto a campagne di sensibilizzazione per patologie mediche ma anche e soprattutto di azioni direttamente utili alla prevenzione di determinate patologie.
L’obbligatorietà del passaporto ematico rappresenta un importante punto di partenza in questo senso, in quanto tali verifiche possono costituire quel necessario “sensore” del benessere che è dell’atleta ma anche dell’intero mondo calcistico.
Di concerto con le autorità sanitarie nazionali, la Federazione aprirà un tavolo di lavoro con esperti del settore al fine di ri-definire il quadro dei controlli medico-diagnostici finalizzati alla cosiddetta “idoneità” alla pratica del calcio.
La forza mediatica del nostro calcio e l’impatto della nostra Federazione nel tessuto sociale devono essere messe in campo per tutta una serie di provvedimenti utili a tutelare la vita dell’atleta, portando, se necessario, interventi immediati ed appropriati sul piano sanitario.
Sempre in questo ambito, la Federazione provvederà ad inserire nel quadro didattico dei propri corsi federali specifiche sedute dedicate all’acquisizione di tutte le principali tecniche di primo soccorso/rianimazione, per consentire ai nostri tesserati (arbitri, allenatori e dirigenti in primis) di essere attivi e pronti in caso di necessità sui campi di gioco ed anche nel contesto sociale.
Indispensabile in questo ambito anche la previsione di un “protocollo di intervento” riservato agli stadi.
Per chi volesse scaricare l'intero programma in pdf può farlo cliccando sul seguente link: {jd_file file==297}
Rimaniamo fiduciosi che il presidente Gravina riesca e, soprattutto possa, riportare il calcio italiano a quei valori d'insegnamento necessari per i nostri giovani e utili a ritrovare la fiducia nelle istituzioni sportive.
Walter Pettinati