Cosimo Sibilia, il presidente LND che ignora la volontà delle donne e di un intero movimento Nazionale
- Walter Pettinati
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Tutti noi abbiamo oramai presente la irrispettosa propaganda elettorale, quella utilizzata dai tanti, forse troppi, uomini della nostra politica che, in molti casi, cercano di sfruttare la credulità delle persone, delle loro necessità e approfittano della loro vulnerabilità per ottenere voti sapendo che non potranno mai mantenere le promesse.
L'articolo pubblicato dal presidente Sibilia dal titolo "Calcio femminile: ecco la verità" è, a mio avviso, un articolo di stampo politichese che prende volutamente spunto dalla parte mediocre dell'informazione che circola sul web che nulla ha a che fare con i contenuti delle testate giornalistiche e creati da giornalisti di professione.
Prima di passare ad analizzare punto per punto i contenuti trattati dal presidente della LND ci tengo a fare una premessa con la speranza di far caprire allo stesso Cosimo Sibilia che, prima o al pari dei regolamenti, ci dovrebbe essere il rispetto della volontà delle persone.
L'Italia è una repubblica democratica fondata sulla sovranità del popolo (maggioranza)
La maggioranza dei presidenti di calcio femminile ha chiesto e ottenuto di passare sotto la FIGC, volontà che come si sta per vedere prende piede dal un passato recente.
Nel 2015 il sottoscritto raccolse la maggioranza della volontà dei presidenti per uscire dalla Lega Nazionale Dilettanti;
Elisabetta Cortani, presidente della SS Lazio calcio femminile depositò le richieste firmate dai presidenti presso l'ufficio legale della FIGC (protocollate) e successivamente ignorate.
Passiamo ai tempi recenti
Nel maggio 2018 il commissario straordinario Fabbricini, anche su volere dei presidenti della Serie A e serie B, ha deliberato (vedremo se a ragione o a torto) di trasferire i campionati nazionali sotto la FIGC con la motivazione di incompetenza da parte della LND di sviluppare il movimento.
Sibilia non ci sta e ricorre al Tribunale Federale
A seguito del ricorso, presentato e vinto da Cosimo Sibilia, i suddetti campionato vengono reintegrati sotto la LND. I presidenti delle società di calcio interessate si riuniscono per confermare la loro volontà di ritornare sotto la FIGC e annunciato uno sciopero generale che entrerà in vigore qualora la loro decisione venga ignorata.
Il presidente Sibilia parla di rispetto ma calpesta la volontà di un intero movimento
E' palese che i presidenti non voglio più sottostare alla LND, l'unico, forse, che non lo ha capito è il Presidente Cosimo Sibilia che si dibatte a suon di carte e bollati per obbligare i presidenti a sottostare ad una scelta indesiderata, sottomettendo, di fatto, tutte le donne e i tecnici del calcio femminile.
Passiamo alle precisazioni
Le società, le atlete e i tecnici, così come i principali siti web di informazione del settore, sono a conoscenza che il passaggio sotto la FIGC non significa il riconoscimento della qualifica di professioniste. Cosimo, le assicuro che sappiamo leggere e non abbiamo bisogno dei suggerimenti scritti ahah (a buon intenditor poche parole)
Sibilia si aggiorni
La Legge di Stato n.91 del 23 marzo 1991 è una legge sessista che esclude le donne dalla qualifica di professioniste, indipendentemente dalle Federazioni.
Questa discriminazione vergognosa va debellata con immediatezza a prescindere. Ne prenda atto, il patriarcato deve finire!
Saranno le Federazioni a decidere se uno sport ha raggiunto i requisiti necessari per permettersi di organizzare un campionato professionistico.
Calcio e Ciclismo potrebbero essere i primi a compiere questo passaggio
Nel primo caso, il primo passo, d'obbligo, sarà il passaggio sotto la FIGC in modo che si esca dal torneo della "risata o del pianto" ad un campionato professionale (Cosimo, non confonda professionale con professionistico perchè hanno valori diversi).
Nel ciclismo la situazione è più semplice
Le ragazze elite vanno una vita da atlete, molte di loro appartengono ai corpi di stato e percepiscono il compenso da dipendente e un compenso dai team ciclistici. Si allenano ogni giorni e i risultati si vedono: sono indiscusse protagonisti al Mondo!
Anche qui ci sarebbe da aprire una polemica senza fine: basti dire che l'unico velodromo chiuso fa acqua da tutte le parti e che nessuno a colpe. Ma per fortuna nel ciclismo c'è un tecnico di nome Salvoldi che ha preso a cuore il ciclismo femminile e ha valorizzato le ragazze senza tanti bla bla bla e proclami sindacali e con l’appoggio di una Federciclismo, purtroppo in rosso.
Quando le società maschili professionistiche, che hanno preso in mano lo sviluppo del movimento, e la FIGC riterranno giusto far competere le nostre ragazze con le avversarie europee... allora e solo allora si potrà auspicare al professionismo ma non sotto la LND.
Ecco alcune ragioni per cui passare in FIGC, rimanendo dilettanti anche per qualche altro anno, in attesa di costituire una Lega femminile che si occupi di tutto il movimento femminile, e uscire dalla LND è indispensabile:
le società potranno presentare direttamente alla federazione nuovi progetti e attingere ai finanziamenti UEFA e FIFA;
le società potranno promuoversi e valorizzarsi in maniera "professionale" e dividersi le eventuali entrare;
le società potranno trovarsi un "name sponsor" che non fallisca dopo due mesi dal contratto stipulato e avere un ritorno economico da reinvestire;
le società potranno organizzare finali stellari etc etc etc...
In pratica potranno organizzare tutto ciò che non siete stati capaci voi e senza tutti i vostri errati comunicati e regolamenti approssimativi.
La dice tutta la smielata con freccia di Cupido al cuore dell'AIC:
"mi sia consentito rivolgermi direttamente alle calciatrici - sia in occasioni pubbliche che private la Lega Nazionale Dilettanti ha assicurato l’A.I.C. che laddove fosse stata avanzata, nel prossimo Consiglio Federale, una proposta in tal senso, l’Associazione Calciatori avrebbe potuto contare sulla disponibilità dei rappresentanti della L.N.D. a discutere della tematica.
Dunque, se c’è qualcuno che ha bloccato e continua a farlo il percorso verso il riconoscimento della qualifica di professioniste per le calciatrici che partecipano ai campionati di vertice, questo siede a Via Allegri e non si trova certamente nella LND ! "
Diventa destabilizzante per non dire ridicolo quando ci illumina con la seguente dichiarazione:
"L’attuale Statuto della FIGC – norma che, appare persino superfluo ricordare, può essere modificata solo dall’Assemblea dei Delegati - all’art. 9 prevede una esplicita disciplina delle forme di aggregazione delle Società ed Associazioni Sportive, precisando che quelle che si avvalgono di atleti professionisti e che disputano i campionati nazionali professionistici formano Associazioni denominate “Leghe” che fanno esplicito riferimento al professionismo, mentre - e qui mi sia consentita la citazione testuale – “ Le società che si avvalgono esclusivamente delle prestazioni di atleti dilettanti e che disputano campionati dilettantistici formano un’associazione denominata “Lega Nazionale Dilettanti”. "
Un'eventuale "Lega Nazionale femminile" sotto la FIGC che utilizza atlete dilettanti prende la qualifica di "Lega Nazionale (dilettanti) femminile" che si trasformerebbe in "Lega Nazionale professionistica femminile o Lega Pro Femminile" qualora vi siano i requisiti necessari.
Tutte le spiegazioni del presidente Sibilia sono per annebbiare la vista alle società di serie C che ancora sono indecise e che dovrebbero prendere atto di quanto... per unirsi alle decisioni, una volta per tutte, delle società di serie B e serie A e indire pure loro un bello sciopero per avere garanzie scritte sull'organizzazione dei loro campionati.
Ricordo al presidente che su 59 società aventi diritto 16 hanno rinunciato e 4 sono state ripescate.
Dulcis in fundo, la curiosa dichiarazione del presidente AIC Tommasi riportata dall'ANSA :
(ANSA) - ROMA, 27 LUG - ''Dobbiamo continua sulla strada che abbiamo intrapreso e ribadiamo la necessità di una cabina di regia federale su tutto il movimento femminile''. Parola del presidente dell'Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi che dice la sua dopo che la Figc ha annunciato ricorso contro la decisione della Corte federale d'appello che ha riportato all'interno della Lega dilettanti il calcio femminile. ''Non so chi vincerà - aggiunge il numero uno dell'Aic - e non stiamo né da una parte né dall'altra, ma l'auspicio è che ci si sieda ad un tavolo perché il movimento femminile sia gestito il più possibile come filiera unica per creare l'armonia necessaria''. ''Voglio ribadire - sottolinea Tommasi - tutto quello che abbiamo fatto per il calcio femminile e speriamo si prosegue su quella linea. Ora con il campionato alle porte e poi il Mondiale, di tutto c'e' bisogno meno che di confusione. Possiamo auspicare una cabina federale, per noi è da bocciare il passaggio da divisione a dipartimento''.
Il dubbio credo sia legittimo
Se Damiano Tommasi non sta nè da una parte nè dall'altra, come ha fatto Katia Serra a presiedere l'ultima riunione delle società di B e A in nome e per conto delle calciatrici, visto che lei è una ex?
Silenzio assoluto anche da parte della AIAC del presidente Ulivieri che cercherò di intervistare quanto prima.
Per concludere, il movimento non ha bisogno delle spiegazioni del presidente Sibilia ma ha tanto bisogno di uscire dalla sua LND e riprendersi la libertà di crescere in nome della nostra democrazia che il Sig. Sibilia dimostra di ignorare, al di là dei regolamenti dello sport e degli interessi dettati dalla politica.
Come si è soliti dire, sarebbe ora che a parlare fosse … il rispetto, il buon senso e lo sciopero a tutto campo ! .. in attesa della decisione del Collegio di Garanzia dello Sport del CONI su questa incresciosa situazione che, guarda caso, colpisce solo le donne dello sport.
Walter Pettinati