PARI OPPORTUNITA’…una grande utopia nel calcio!
- Mario Merati
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Anni fa…un uomo, per volere di DIO, con una sua costola ha dato vita ad un altro essere umano, che si sarebbe poi chiamato “donna”, avendo quindi così l’OPPORTUNITA’ di vivere l’uno accanto all’altra nei secoli a venire. Accanto a lui certo, ma non “ALLA PARI” perché poi “quella donna” ha dovuto CONQUISTARSI, con molta fatica, una posizione in una Società che per anni e anni l’ha considerata inferiore, emarginandola, rendendola dipendente al volere del maschio dominante.
Molti passi avanti sono stati fatti verso una parità fra i due sessi in questi ultimi 70 anni, la maggiore e migliore istruzione a livello generale ha generato fortunatamente un cambiamento culturale e sociale che ha permesso di annullare la maggior parte di queste credenze!
Anche alcune leggi hanno favorito questo percorso positivo verso la parità fra uomo e donna: quella delle PARI OPPORTUNITA’ è stata una delle più importanti, anche se non in tutti i campi della nostra Società è stata applicata con la dovuta regolarità ed attenzione!
Tutto questo preambolo per arrivare al punto che ci interessa: la mancata applicazione di questa legge nello sport e nel calcio in particolare. Solo poche settimane fa negli Usa le giocatrici della Nazionale di calcio hanno ottenuto, attraverso una clamorosa protesta, di essere parificate economicamente ai colleghi maschi (prendevano il 25% in meno), legge approvata all’unanimità dal Senato americano!
Non si tratta solo di soldi, ma è un messaggio che DEVE arrivare a tutti i paesi del mondo, a tutte le Federazioni del mondo.
Speriamo che prima o poi, anche “dalle nostre parti”, qualcuno decida di seguire l’esempio americano: abbattere le discriminazioni di genere nello sport vuol dire spianare la strada ad abbatterle anche in tutta la Società e mai come in questi ultimi anni se ne sente il bisogno!
Qui in Italia, le differenze fra lo sport maschile e femminile sono notevoli e si amplificano ancor di più per ciò che riguarda il movimento calcistico femminile!
E’ utopistico oggi pensare ad una parità fra calcio maschile e femminile, diversi sono gli interessi in gioco a tutti i livelli, il business economico è rivolto da sempre e quasi totalmente verso il calcio maschile, ma perché NON si ha la VOLONTA’ di trovare la via GIUSTA per accorciare questo GAP di là dalle tante parole spese in questi anni, quasi mai seguite dai fatti? Miglioramenti ci sono stati, certo, una miglior organizzazione delle Nazionali, l’obbligo per le Società di avere anche un settore giovanile femminile, ma ho l’impressione che si faccia tutto con lentezza e fatica e che le Società e le giocatrici non abbiano la dovuta considerazione da parte dei nostri vertici calcistici.
Abbiamo visto domenica SOLO in streaming la Finale di Coppa Italia fra il Brescia e il Verona, perché non la diretta RAI o di un’altra TV? Questione di soldi? Per altri sport ci sono, per il calcio femminile NO!
Questa è la realtà dei FATTI; speriamo che, con l’avvento del nuovo responsabile del Dipartimento Calcio Femminile Dott. Morgana, le cose migliorino; lui, dalle dichiarazioni che ho letto, si è reso disponibile per un cambiamento (parola per questo movimento ormai usurata nel tempo…), speriamo che sia così, si giudicherà sui fatti, quindi sui programmi, sui progetti, sugli investimenti e sull’applicazione anche MEDIATICA (giornali e TV…) della PARI OPPORTUNITA’ nel rispetto delle ragazze e delle Società che tanti sacrifici fanno ogni anno per terminare al meglio a livello economico e organizzativo la loro stagione sportiva.
Altrimenti che senso ha parlare di ALTRA META’DEL CALCIO?
Mario Merati