APPARIRE O SCOMPARIRE? IL DILEMMA DEI CLUB DI CALCIO FEMMINILE
- Walter Pettinati
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FIGC e LND puntano allo sviluppo del calcio femminile con le società di calcio professionistico, l'AIC parla di professionismo e tutti si dimenticano delle società di calcio femminile.
Non basta puntare sull'Under 12 con i club prof, la strada verso il miglioramento sarebbe troppo lunga, come non basta continuare a lavorare solo con le Nazionali (fondamentali), serve anche potenziare i club di calcio femminile meritevoli, investendo sulle loro attività per dare, da subito, la possibilità ai migliori club di serie A di permettere alle nostre atlete di svolgere un'attività a tempo pieno, necessaria per diventare, in qualche anno, competitivi a livello internazionale con i club e con le nazionali.
Il sistema attuale, ben pensato dal presidente Tavecchio, che io condivido in pieno, punta alla crescita dalla base, aumentando sicuramente il numero delle giovani atlete ma penalizzando anche i club femminili.
Partendo dal principio che la giusta e doverosa crescita, con un obiettivo comune, andrebbe apportata in simultanea per tutte le componenti: club e strutture, atlete, tecnici mi permetto di lanciare, ai club femminili, la mia personale ricetta per la crescita totale del movimento!
Il top sarebbe stato quello di portare avanti la lotta che in prima persona condussi lo scorso anno con la raccolta/maggioranza delle firme per uscire dalla LND e passare sotto la FIGC. In tal caso tutti i diritti e fondi destinati al femminile sarebbero arrivati nelle nostre casse. Mentre adesso arrivano nel calderone maschilista della LND.
Le maggiori fonti di sostentamento arrivare da:
- la cosiddetta "Legge Melandri" attiva dal 2008 (un diretto sancito dal Governo): sapete quanti soldi ci sono a disposizione per il calcio dilettantistico provenienti dai diritti TV? alla LND vanno di media ogni anno... udite udite: 100 milioni di euro! di questi 100 milioni, ce la volete dare una percentuale di almeno un 10% ? = 10 milioni a stagione !
- UEFA e FIFA ( da impiegare in progetti delle nazionali e club): solito discorso vale per i soldi che arrivano dalla UEFA e dalla FIFA: ai club femminili non arriva niente e una parte vengono investiti con le nazionali (giustamente).
Leggo su altri siti l'annuncio dell'obbligo di tecnici nelle squadre primavera e giovanissime, tutto bello e professionale ma le società hanno la possibilità di impiegarli?
- deviare uno sponsor dal maschile al femminile per sponsorizzare un campionato elite (sotto descritto) Ma con i diritti TV ci possiamo anche accontentare, no?
Se il mondo del calcio fosse più rispettoso ed egualitario (non ci sarebbe stato bisogno delle quote rosa) con l'intenzione di far crescere il femminile non ci sarebbe bisogno di distaccarsi dai maschi per poter ricevere tutti i fondi dovuti e utili per potersi organizzare nel migliore dei modi.
Fatta questa doverosa premessa, per mettere in pratica la mia teoria bisognerebbe rivedere tutta la struttura dei campionati oltre ai rapporti con la LND e FIGC.
Come sopra ancitipato, Vi sottopongo il mio pre-progetto pur sapendo che non sarà mai preso in considerazione e sapete perchè? perchè la nostra Federazione non ha interesse a concedere fondi al movimento femminile ma solo a puntare sulle Under 12 con i club prof, per loro è la strada meno costosa e pubblicitariamente più sociale e soprattutto politica da percorrere. In pratica è solo un'uscita strategica e pubblicitaria ben studiata. Tanto che la legge che obbligava ogni anno i club prof a creare una squadra di categoria superiore alle under 12 è stata modificata: adesso non sono obbligate a fare le giovanissime e via dicendo purchè raddoppino il numero delle Under 12 da 20 a 40. E le ragazzine che passano alla categoria giovanissime che fine faranno?
E non fatevi confondere: la finale di Champions femminile è stata obbligata dalla UEFA alla Nazione che prende la finale maschile. A fortificare il mio pensiero sono il ricordo delle (p....e) organizzazioni dei campionati Europei e del Mondo organizzati anni fa sul nostro territorio. Oppure delle finali di Coppa Italia e consegna del tricolore etc etc senza inno, palloni, coppe rotte e con un tavolino preso al bar più vicino ma con tutti i dirigenti DCF-LND al seguito rimborsati per 2 giorni.
Non fatevi confondere nemmeno dall'AIC con i suoi scioperetti per togliere dal calcio (maschile) l'obbligo del vincolo, serviti solo a incrinare indignitosamente i rapporti anche nelle migliori famiglie.
Bisogna crescere tutti insieme.
Pur continuando a sviluppare il calcio femminile con le Under 12 nei club professionistici e con le Nazionali, urge costituire un campionato Elitè spettacolare riservato alle migliori 10/12 società di Serie A, le quali dovranno essere concretamente sostenute dalla LND e FIGC, anche solo attraverso la legge Melandri (10 milioni di euro all'anno) e i contributi UEFA e FIFA per metterle nella condizione ottimale di svolgere un'attività professionale e permettere alle ragazze di svolgere la loro passione/lavoro a tempo pieno in modo da farle crescere atleticamente e ottenere quei risultati che sono indispensabili per la visibilità.
Con un minimo di 10 miliori di eruo all'anno si può organizzare dei campionati femminile? io penso di si!
Campionato Elitè/A a 10 squadre:
obbligo di almeno 3 squadre giovanili: primavera, giovanissime, esordienti con attività di almeno 3 anni:
obbligo di ufficio stampa, sito web aggiornato e highlight;
Premio alla vincitrice del campionato;
Campionato con sponsor.
2 gironi di serie A2 in preparazione al campionato Elitè.
Campionato sostenuto dai fondi e sponsor deviato dalla FIGC-LND.
Diminuzione del 50% delle spese totali di iscrizione al campionato compreso fidejussione;
Le società devono avere 3 squadre di campionati giovanili: primavera, giovanissime, esordienti;
Obbligo di ufficio stampa, sito web aggiornato e highlight.
4/5 Gironi di Serie B
Costi di iscrizione regionali perchè trattasi di campionati interregionali, è il primo passo verso l'ambizione di scalare la vetta.
Le società devono avere 2 squadre di settore giovanile: primavera ed esordienti;
obbligo del sito web e almeno un addetto stampa + highlight;
Play out per rimanere Elite con le migliori società della serie A2 e play out / play off per tutti i campionati.
Soldi, soldi e soldi anche per tutte le società dilettantistiche che lavorano almeno da tre anni con i settori giovanili. Bisogna sempre premiare i pionieri e chi ha veramente creduto sulle giovani.
Le società di serie A2 e B dovranno avere l'ambizione, l'organizzazione e l'interesse a salire nel campionato Elite per usufruire dei contributi e partecipare ad un campionato stellare. Con la diminuzione delle spese di iscrizione si potranno aumentare le squadre e i gironi mentre le società di serie C regionali potranno fare un calcio ludico/agonistico.
Maggiore collaborazione tra le Nazionali e i Comitati Regionali che conoscono molto bene le squadre affiliate e le loro calciatrici. Mettere personale ambizioso e competente nei CR per sviluppare il femminile.
Ben vengano (speriamo) altre squadre in stile Fiorentina dei Guagni-Della Valle che hanno intenzionalmente e di comune accordo "concepito" (la prima volta in Italia) la Fiorentina Womens oppure come la Pink Bari di Signorile-Paparesta, mentre toglierei la licenza e il titolo acquisito alle società in stile SS Women Lazio di Lotito, non me ne vogliano le atlete e di tutti i tifosi dell'amata "Olimpia" ma la società bianco celeste è al momento una grande delusione con le sue donne. Ottimi anche i progetti e collaborazioni avviati tra le società di calcio femminile & società maschili professionistiche con buoni propositi e obiettivi futuri.
Quindi, se e ribadisco se, la nostra Federazione avesse veramente a cuore di migliorare il nostro movimento dovrebbe prendere in considerazione il mio suggerimento, migliorarlo e metterlo in atto con persone competenti che conoscono da vicino il movimento con tutte le sue problematiche senza guardare agli interessi di parte ma con l'intenzione di crescere il femminile con un.... progetto di sviluppo totale.
Dopo 20 anni dedicato per pura passione al calcio femminile, mi sono deciso a registrare la testata al tribunale e passare il testimone ad una redazione giovane e competente oltre a dare il via alla costituzione di Associotion per la promozione del calcio feminile, che gestirà le attività del gruppo "calciodonne".
Prima di lasciare la mia creazione al futuro, voglio lasciare un ultimo segno indelebile e questo articolo vi assicuro che non finirà nell'infinito spazio dei sogni infranti, come editore di calciodonne.it avvierò una battaglia sensa fine per sensibilizzare con una petizione, da consegnare al Governo e ai vertici del mondo politico sportivo, e se questa non bastasse come gia prevedo chiederò al calcio femminile tutto e a tutti i cittadini di scendere in piazza per firmare la richiesta per un referendum per i diritti umani e sportivi non concessi alle donne del calcio.
Walter Pettinati