Giovedì, 21 Novembre 2024
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L'AIC SCIOPERA E IL MOVIMENTO SI DIVIDE!

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Le tesserate dell'AIC (non tutte le atlete) hanno deciso, a tutela dei loro diritti, di non scendere in campo per la prima di campionato. Il movimento si ribella e chiede una presa di posizione decisa della Federazione: via la politica dal calcio femminile, occorre sostegno e promozione.

Le minacce dell'AIC si stanno concretizzando: il sito ufficiale dell'Assocalciatori "annuncia che, stante il mancato riscontro scritto a quanto richiesto e concordato nel corso della riunione del Comitato Esecutivo del 6 ottobre u.s., le calciatrici delle squadre di Serie A hanno manifestato la volontà di non disputare la 1ª giornata di campionato prevista per sabato 17 e domenica 18 ottobre prossimi, astenendosi dallo svolgimento della loro attività sportiva".

Il comunicato continua: "Non è una protesta contro qualcuno, ma è una protesta per fare qualcosa di concreto in favore di tutte le componenti del movimento: calciatrici, tecnici e società. Non più "promesse di fare" che si perdono in un indefinito tempo futuro, ma fatti concreti e risposte visibili "adesso"".

Il comunicato completo visibile sul sito AIC è, a mio avviso, discutile: il sindacato non specifica che scioperano le loro tesserate e fa intendere che tutte le calciatrici di serie A hanno manifestato la volontà di protestare ma si supera quando si innalza paladino delle società!
In realtà la protesta è finalizzata per i diritti - giusti - delle atlete e le motivazioni della protesta non reclamano richieste a favore delle società. Non è una presa di posizione a sostegno di tutto il movimento ma delle atlete e questo aspetto è giusto specificarlo.

L'AIC ha perso un'occasione per attirarsi le simpatie di tutto il movimento.

 

LA FIGC È COLPEVOLE
La FIGC è senza dubbio colpevole per aver ignorato da sempre il settore femminile, facendo tante promesse, infrante regolarmente nel tempo; per questo
motivo, che coinvolge tutte le parti, sarei stato d'accordo per il blocco del campionato permanente se le richieste dell'AIC fossero state a sostegno
di tutti e non solo delle atlete. Il movimento deve lottare e crescere insieme.

IL CALCIO FEMMINILE deve spartirsi i diritti TV del calcio e partecipare ai fondi delle Fondazione Melandi, creare progetti comuni per i fondi UEFA e FIFA e pretendere spazi sui media, giornali e tv nazionali. Altro che 500 mila euro.

IL COMPORTAMENTO DELL'ASSOCALCIATORI NON PIACE
Non è il fine ma il modo che viene constestato a Katia Serra e all'AIC. Alcune società, forti dell'unione di intenti con le loro atlete, stanno chiudendo ogni dialogo con il sidacato mentre altre sono rimaste deluse e sorprese dai comportamenti di alcune atlete, divise dalle opinioni delle loro compagne. E' caos!

NON E' UNO SCIOPERO GENERALE è indetto solo da una parte di atlete.
Alcune società subiscono e/o rispettano la decisione di poche atlete, altre atlete non ritengono che sia il momento giusto per lo sciopero. Oltretutto il fondo di garanzia è stato già garantito e il contratto pluriennale rimane una scelta tra le parti.

LO SVINCOLO VA ABOLITO MA REGOLARIZZATO
Il sindacato fa la voce grossa solo con il femminile, senza toccare il dilettantismo maschile (i maschietti non sono meritevoli degli stessi diritti?). Ci sono grossi interessi sotto e lo svincolo va inquadrato a tutela di tutti e, considerato che si punta a sviluppare il femminile a livello professionale, con una nicchia di società elitè, la regolarizzazione di questo importante aspetto diventa fondamentale.
Bloccare il campionato di serie A femminile è senza dubbio più facile che bloccare il campionato di serie A professionistico.

LA NAZIONALE
Le tesserate AIC non si sono pronunciate sulla loro presenza in Nazionale. Il CT Cabrini dormirà sogni tranquilli in previsione dei match di qualificazione all'Europeo o deciderà di convocare solo le atlete che garantiranno la loro disponibilità?

L'ANNO DELLA SVOLTA E DELLA SPACCATURA
Il 2015 sarà ricordato come l'anno della svolta con le iniziative volute da Tavecchio: apparentamento con le società maschili; l’obbligo di istituire una sezione di calcio femminile all’interno di ogni Club di Serie A e B (da quest’anno è obbligatorio il tesseramento di almeno 20 calciatrici under 12 fino ad arrivare entro 3 anni alla creazione di squadre giovanissime ed allieve); l’introduzione della possibilità di trasferimento del titolo
sportivo, che ha permesso alla Fiorentina e alla Lazio di acquisire società femminili ed a tanti altri Club di avviare un percorso di collaborazione con i club dilettantistici. fondo di garanzia; lo stanziamento di 500 mila euro per la promozione del calcio femminile; il fondo di garanzia per le atlete atc atc..

E anche l'anno della spaccatura.. se fino adesso l'intero movimento, società, atlete, media, sportivi etc etc, hanno lottato insieme, questa decisione unilaterale di sciopero lascerà delle ferite profonde per come è stato gestita dal sindacato, un rottura che dividerà società e atlete e che si ripercuoterà nel tempo.

LA LND NON DIFENDE LE SUE SOCIETÀ
Dovrebbe tutelare le società ma non lo fa e proibisce ai presidenti di unirsi in un loro sindacato. Società che, insieme ai loro sponsor, sono le uniche a sponsorizzare il calcio e sotto il Dipartimento della LND si ritrovano senza diritti. Vedremo che provvedimenti prenderà la Lega in caso di sciopero delle atlete. Per la direzione che sta prendendo il calcio dilettantistico, i presidenti dovrebbero ignorare le NOIF e costituire
un'associazione di categoria, coinvolgendo tutti i presidenti del calcio maschile dilettantistico: numeri importanti che avrebbero un peso nel dialogo con le altre istituzioni per la tutela dei loro diritti.

La posizione della LND è prona e sottomessa ad un sindacato che si elegge il potere da solo. Basta ricordarsi del loro progetto "settore femminile" nel quale hanno escluso a priori i presidenti di società.

Per concludere, l'incompleta adesione delle squadre allo sciopero rischia di compromettere il campionato. Vedremo domani quali squadre giocheranno regolarmente e quali aderiranno allo sciopero che io credo che non andrà a buon fine! ... diversamente servirà solo a far sprecare soldi alle società che giocano in trasferta la prima giornata di campionato.

La lotta per i diritti di parte è giusta, doverosa e sempre da rispettare ma andrebbe portata avanti senza danneggiare gli altri.

Ho sempre appoggiato le battaglie dell'AIC a tutela delle atlete, ma quando il potere da alla testa e cerca di prendere il sopravvento va contrastato con fermezza.

Grazie AIC! ..il mio sogno di veder crescere un movimento unito, fuori dai giochi di potere della politica che ha portato alla rovina del nostro bel paese, sfuma ogni giorno di più.

Walter Pettinati

 

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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