DIPARTIMENTO….quattro chiacchiere con Elisabetta Cortani
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In occasione della prossima Assemblea Federale, che dovrà prendere importanti decisioni per quanto riguarda la composizione dei vertici che dovranno guidare il neo DIPARTIMENTO, Mario Merati ha rivolto alla Presidentessa della Lazio, Elisabetta Cortani, alcune domande per chiarire il suo pensiero su come si è arrivati a questa ultima decisione, dopo un percorso difficile, con diverse correnti di pensiero e anche molte polemiche.
Elisabetta Cortani, mi ha voluto sottolineare quanto sarà importante la NUOVA GOVERNANCE, che dovrà coinvolgere TUTTE le componenti del Calcio Femminile, senza divisioni e dietrologie, con un'apertura importante soprattutto verso le giocatrici, cercando di risolvere INSIEME tutti i problemi che loro quotidianamente devono affrontare nello svolgere questa attività sportiva, con l'intento di far crescere tutto il movimento calcistico femminile italiano.
Ciao Elisabetta, tu sei ufficialmente l'unica candidata alla carica di Coordinatore del nascente Dipartimento per il calcio femminile italiano. Ci vuoi raccontare, in breve, la tua esperienza ormai ultra decennale in questo movimento sia come presidente di Società, sia ultimamente in veste di collaboratrice del Dott. Tavecchio nell'attuale ex Divisione commissariata?
"Intanto ci tengo a chiarire che non sono l'unica candidata, ma tecnicamente tra sei futuri eletti tutti potrebbero essere il Coordinatore, che sarà scelto direttamente dal presidente di Lega, Carlo Tavecchio. Tutti i presidenti di serie A e A2 possono candidarsi al Consiglio di Dipartimento. Dieci anni di presidenza mi hanno insegnato moltissimo, soprattutto in una società come la Lazio, dove ho dovuto imparare in fretta non solo le regole del calcio, ma anche quelle di gestione e risanamento in una realtà come il calcio femminile, nella quale reperire risorse è un'impresa ardua e, a volte, impossibile. Quando è iniziata questa fantastica avventura ho pensato di mollare più di una volta. Poi è prevalso l'amore verso questa disciplina e le numerose ragazze che mi hanno dato tantissimo. Giorno dopo giorno, in questi lunghissimi dieci anni, ho fatto i conti non solo con i debiti pregressi, ma ho dovuto spesso imparare a mie spese a difendere le nostre società attraverso carte federali e regolamenti. Spesso inciampando anche con l'inesperienza. Ma tutto questo è servito a crescere, a sbagliare e anche ad imparare a fare bene. Ho iniziato a piccoli passi e continuo ad andare avanti passo dopo passo. Tutto ciò che ho imparato e messo a disposizione dei colleghi nelle varie cariche lo devo ad un Presidente che ancora oggi è per me l'unica memoria storica del calcio femminile: il presidente Natalina Levati. Questo è stato il mio impatto iniziale col calcio femminile: una persona perbene, vera, leale, che conosce alla perfezione il nostro mondo. Purtroppo è a lei che tanto stimo che devo anche rimproverare di averci lasciato soli verso l'era più infelice e disastrata del nostro movimento: il governo Padovan che ci ha portati al commissariamento e all'attuale Dipartimento".
Dalla Divisione al Dipartimento, un passaggio molto travagliato per il movimento del calcio femminile italiano. Qual è il tuo pensiero su quanto successo negli ultimi anni?
"Proprio la presidenza Padovan mi ha portato via tante energie, ma mi ha anche spinta a studiare ancora di più regolamenti e carte federali, poiché percepivo da presidente della Consulta il baratro dal quale volevo uscire, cercando di far capire a molti colleghi che stavamo andando alla deriva. Per questo decisi di dimettermi e scendere in campo unitamente ad altri presidenti che avevano ormai compreso che il problema stava degenerando. Il resto è cronaca che tutti conosciamo benissimo. L'esperienza nel Consultivo del Presidente Tavecchio mi ha dato moltissimo permettendomi di entrare dal vivo in molti meccanismi federali, dove comprendi fino in fondo di quanto dall'esterno sia facile trovare le soluzioni o criticare le scelte. In realtà ti ritrovi a cozzare quotidianamente con regolamenti per il calcio professionistico, che spesso non sono consoni e che non tengono conto delle realtà logistiche ed economiche delle società di calcio femminile. Molte problematiche affrontate in questo periodo sono state risolte grazie al buon senso del Commissario, che spesso ha tenuto conto, valutando caso per caso, le problematiche delle nostre società. In questo primo e lungo commissariamento qualche errore è innegabile che ci sia stato, ma del tutto in buona fede. E sarà sicuramente tesoro ed esperienza per il futuro del movimento".
Parliamo ora del futuro, quali pensi possano essere i passi giusti, concreti, più efficaci per far crescere il movimento nei prossimi anni, rispettando anche le direttive UEFA che da anni spinge in questo senso?
"Il nostro patrimonio è formato dalle società e dalle nostre calciatrici. Il futuro non può prescindere da loro. Bisognerà programmare, sviluppare velocemente con un grande lancio mediatico questa realtà, abbattendo le barriere culturali che hanno permesso al calcio femminile europeo di lasciarci indietro fino ad oggi. Per quanto concerne il futuro Dipartimento, il regolamento, l'autonomia del coordinatore, i poteri del Consiglio e i compiti della Consulta, credo sia ormai questione di ore. Tutti noi, infatti, siamo in attesa della pubblicazione del Regolamento di Dipartimento e di quello Elettorale. Ci sono dei paletti, così come abbiamo letto nell'impegno del Presidente Tavecchio, ci saranno sei consiglieri eletti, tra i quali rientra il Coordinatore, sei Presidenti in una Consulta finalmente propositiva ed operativa, più un Presidente di Società che dovrà rappresentarci all'interno della nuova Commissione FIGC, unitamente a tutte le componenti".
Nell'ultima assemblea della FIGC, Sara Gama, giocatrice del Brescia e della Nazionale, ha coraggiosamente esposto con parole dure e nette ai vertici del calcio nazionale i problemi del calcio femminile italiano chiedendo esplicitamente un aiuto concreto. Quale è la tua opinione sulle dichiarazione di Gama?
"Per quanto concerne Sara Gama, purtroppo non ho ascoltato il suo intervento. Ho letto dei piccoli passaggi, ma credo che a lei vada un plauso perché, oltre ad essere una giocatrice di valore, ha dimostrato di essere anche un'atleta talentuosa che riesce a portare in assemblea generale con coraggio, onestà e lealtà l'eco di aiuto delle calciatrici italiane. Per questo merita stima e rispetto da tutti noi".
Mario Merati
Questa sera alle ore 19.30, Elisabetta Cortani è ospite in studio della seconda puntata di 'L'altra metà del calcio', sul canale Blu tv (820 di Sky).