Pronostici per il Mondiale femminile 2023
- Redazione
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Cresce l’attesa per il Mondiali di calcio femminile del 2023, che verranno disputati tra Australia e Nuova Zelanda, i primi nella storia ad essere ospitati da due federazioni. In attesa della conclusione della fase di qualificazione a gironi - la quinta giornata si giocherà a settembre - e dei due turni di paly-off in programma per ottobre, tra i tifosi la competizione sta assumendo sempre più il sapore dei grandi eventi mediatici e, in Italia di sicuro, promette di mettere in ombra l’appuntamento con il mondiale maschile e di mandare definitivamente in panchina le questioni di genere.
I risultati, sebbene provvisori, parlano chiaro e le Azzurre al momento dominano la classifica del girone H in attesa di incontrare Moldova e Romania a settembre.
Nel frattempo, la classifica provvisoria degli altri gironi vede in testa Svezia (Girone A), Spagna Girone B), Islanda (Girone C), Inghilterra (Girone D), Danimarca (Girone E), Norvegia (Girone F), Germania (Girone H) e Francia (Girone I).
Per le nazionali si apre ora una fase cruciale in cui dovranno mantenere la concentrazione: in ballo c’è il biglietto per il Mondiale di Australia e nuova Zelanda.
Il volto femminile del calcio
Nata da un’idea di Joao Havelange, che all’inizio degli anni Novanta era il presidente della Fédération Internationale de Football Association (FIFA), la Coppa del Mondo di calcio femminile fa il suo esordio nel mondo delle competizioni sportive internazionali nel 1991, il paese ospitante quell’anno era la Cina, 12 le nazionali in gara. Ad aggiudicarsi il primo torneo furono gli Stati Uniti di Michelle Akers.
Tra le edizioni che si sono succedute a segnare la svolta fu quella del 1999. Disputato negli Stati Uniti, il torneo numero tre della storia della Coppa del Mondo di calcio femminile ha avuto un seguito mediatico importante, con dirette televisive di tutte le gare e 650mia spettatori negli stadi. La finale, giocata al Rose Bowl di Pasadena, vide gli USA imporsi sulla Cina per 5-4.
Fu l’evento più seguito nella storia del calcio femminile, che da allora è andato via via consolidando la sua importanza e attirando fasce di pubblico sempre più ampie.
Oltre ad aver spazzato via con un tiro in rete anacronistici stereotipi di genere, l’ “altra metà dello sport” ha consolidato il suo ruolo anche sul fronte delle scommesse sul calcio, segno che ormai tornei femminili e competizioni maschili occupano lo stesso posto nel cuore di tifosi e scommettitori.
E se, per questioni culturali, i tornei disputati da uomini hanno sempre dominato la narrazione del calcio, è ora evidente che a portare la bandiera italiana in giro per gli stadi più prestigiosi del mondo ci sono ben due nazionali.
Una consapevolezza che in Italia è maturata rapidamente, soprattutto dopo la decisione del Consiglio Federale della Figc che ha decretato il passaggio al professionismo per la Serie A femminile definendo un perimetro normativo ben delineato anche per le donne: un traguardo storico, considerato fondativo rispetto allo status delle calciatrici, che potranno così contare su contratti e tutele ad hoc.
Donne, dunque, sempre più protagoniste: di sicuro è su di loro che si appuntano le aspettative del popolo degli sportivi.
Orfani della nazionale maschile e senza una squadra da sostenere ai prossimi mondiali in Qatar (dopo l’eliminazione degli Azzurri, caduti per mano della Macedonia del Nord) l’Italia del calcio punta tutto su Sara Gama e compagne: nelle loro mani o, meglio, nei loro piedi, risiedono le speranze di tornare ad alzare la Coppa del Mondo.
Per ora le ragazze di Milena Bertolini si concentrano su Euro 2022, altro banco di prova importante che le vedrà protagoniste dal 6 al 31 luglio in Inghilterra: l’obiettivo sarà tingere di rosa il tetto d’Europa.
Una nuova prospettiva
Mai come in questi anni il mondo del calcio ha dovuto fare i conti con la fragilità degli stereotipi di genere: tirare in porta, fare squadra e affermarsi in competizioni internazionali importanti non è più solo appannaggio degli uomini, le donne, infatti, competono con tecnica, know how e determinazione. Una vera e propria rivoluzione rosa che sta cambiando il corso della storia del calcio, il suo indotto, e lo storytelling di uno sport universale che ha da sempre la capacità di unire e creare condivisione. Ora più che mai.