Fulvio Gais, un perdita incolmabile
- Walter Pettinati
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Nella tarda mattinata di oggi, è venuto a mancare Fulvio Gais, noto dirigente sportivo napoletano, ben voluto e apprezzato da tutto il movimento campano e da chi lo ha conosciuto.
Fulvio era in cura per un tumore ai polmoni, da lui stesso annunciato su facebook con la sua indimenticabile ironia, a tutti i suoi amici e conoscenti. Nulla faceva però presagire ad una morte improvvisa. Ieri e stamani Fulvio era online, verso le 12.30 il malore e l'improssiva morte.
Instancabile talent scout, è stato uno dei primi a credere nel calcio femminile. Tantissime ragazze sono state scoperte da lui e accompagnate sui campi delle scuole calcio campane e in particolare con la Carpisa Napoli. La sua squadra del cuore.
Zio Gais per molte ragazze, Real Gais per il suo amico Italo Palmieri che lo ricorda così: "Fu lui a suggerirmi, dopo aver contattato ad una ad una le ragazze, per fare una squadra femminile giovanile che partecipasse ad un campionato maschile 11 contro 11. In quella squadra giocavano Giuliano, (ora in America) che lui andò a pescare a 70 km da Napoli, Massa, Parnolfi, Russo, Vecchione, Cafiero e tante altre giovani che subirono la sconfitta per 21 a 0. Dopo un girone d’andata con 0 punti nel girone di ritorno ci fu il primo gol una partita finita 11 a 1. Quel goal fu festeggiato da lui e dalle ragazze come un vittoria in Champions league. Da quel Momento seguirono risultati e crescita calcistica.
Seguirono campionati e tante altre ragazze pescate sempre nei posti più impensabili e nelle periferie più degradate facevano di Fulvio un dirigente importante. Una vera missione la sua.
Per due stagioni rinunciò a collaborare con la CARPISA per portare avanti i suoi ideali, spesso sovrapponendo la sua funzione di dirigente a quella di tecnico. Quante grida, quanti confronti, sempre però a stretto contatto. Tanto che scherzando lo chiamavo Real Gais, la squadra che lui metteva in campo, nonostante l’amico comune Carmine Testa, del corriere del Pallone, con cui collaborava, gli avesse dato l’affiliazione come Gioventù Partenopea. Rientrò a collaborare con la Carpisa Napoli. Altri nomi, altre ragazze scovate, Luisa Esposito in prima squadra da subito ma tante, tante ancora, Visco, l’ultima ribelle arrivata con la maglia azzurra. E poi altre approdate al Napoli SSC ma passate anche con la CARPISA come Sarà Caiazzo, oggi in forza, dopo un anno in C, con la Juventus. Sognava una squadra in A fatta da tutte campane, era certo che lo si poteva fare."
Io l'ho conosciuto tanti anni fa quando collaboravo con il Napoli femminile. Un appassionato dal cuore d'Oro con cui ho spesso dissentito per la sua troppa fede "partenopea". Un uomo simpatico e benvoluto dalle ragazze dalle quali ho sempre sentito dire belle parole. In quegli anni si arrivò a contare circa 200 tartarughine. Uno spettacolo. Un'esperienza indimenticabile per me che tenevo i rapporti virtuali controllandole sui social. Un'esperienza che mi ha fatto maturare molto sotto ogni aspetto. Grazie a lui ho imparato ad apprezzare la folosofia napoletana e conosciuto ragazzine in gamba che oggi sono diventate donne e con le quali intrattengo ancora ottimi rapporti. Zio Fulvio era orgoglioso delle sue due figlie, delle quali a volte mi parlava. Io gli dicevo: "ma come hai fatto a farle così intelligenti e belle?" :)
Quest'anno, da buon pacato contestatore aveva dissentito sulle scelte del presidente Carlino. Non gli erano proprio andate giù. Le contestava apertamente come suo costume, ogni volta che poteva. Ma il suo lavoro con Milleculure e con gli olimpionici Oliva ed Occhiuzzi lo tenevano lontano dai campi di calcio. Una delle sue ultime chiose: "se quello che ho fatto x il calcio femminile è "considerato da dilettanti" allora mi considero più professionista di tanti professionisti che lo sono, solo perché vengano profumatamente pagati".
Ciao Fulvio, mancherai a tutti noi.
Un abbraccio alla famiglia e a tutti quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato.
Walter Pettinati