Cinque motivi per amare il calcio italiano: le rimonte impossibili
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"It ain't over 'til it's over", cioè "Non è finita finché non è finita!". Così, il compianto catcher Yogi Berra, scomparso nel 2015, descriveva un mondo completamente estraneo al calcio e, forse, l'essenza della vita stessa: nulla è davvero deciso fino al fischio finale dell'arbitro.
E in questo articolo, evidenzieremo sette tra le tante partite della Serie A che hanno secondo noi rappresentano al meglio questo adagio, dando vita a momenti indimenticabili nel calcio italiano, con azioni mozzafiato, gol straordinari e scariche di adrenalina impareggiabili.
Inter-Palermo - 11 aprile 2009
In un San Siro gremito che si attendeva una vittoria facile sul Palermo, i nerazzurri erano riusciti a chiudere il primo tempo portandosi in vantaggio prima con Balotelli, che finalizza al 15' un cross in area con un colpo di testa a sorprendere Amelia sul primo palo, e raddoppiando al 39' con Ibrahimovic su rigore. 3 punti in cassaforte, verrebbe da pensare, ma il Palermo di Ballardini non ci sta e, con un paio di cambi ad hoc, riesce a dare una spinta nuova ai rosanero: dentro Bresciano per Migliaccio e Succi per Nocerino. Il Palermo riparte e comincia a impensierire Toldo con conclusioni di Miccoli, Cavani e Bresciano a prendere le misure e, al 73', al secondo tentativo, è proprio l'uruguayano a battere il portiere dell'Inter con un destro chirurgico. Inter spaesato: dentro Vieira per Balotelli. Ma dopo soli due minuti, è proprio il subentrato Succi a finalizzare in rete un assist fornitogli da Miccoli, strappando un punto fondamentale per la classifica in un match dato da tutti per spacciato.
Lecce-Milan - 23 ottobre 2011
Una delle rimonte in assoluto più mirabolanti che si siano viste in Serie A è andata in scena al Via del Mare di Lecce, durante il girone di andata. Il Milan di Massimiliano Allegri, reduce dallo scudetto della stagione precedente, è sotto di ben 3 reti a 0 allo scadere della prima metà, con Giacomazzi a segno su assist di punizione dopo solo 4 minuti di gioco, Oddo su rigore al 30' e Grossmüller (forse in fuorigioco)al 37' che calcia in rete dopo una rocambolesca mischia in area di rigore. Un Milan annichilito e da rivedere totalmente abbandona il campo per gli spogliatoi. Ma alla seconda ripresa scatta qualcosa quando, al 49' minuto di gioco, dopo aver preso le misure in un paio di occasioni, Boateng scaraventa un sinistro micidiale all'incrocio dei pali. Azione che ripete, stavolta col destro e da fuori area, al 55', e nuovamente sotto porta, al 63', annullando da solo tutto il vantaggio guadagnato dai salentini. Ma quando si parla di Milan si parla anche di "cultura vincente" e, all'83, Yepes sigilla la rimonta rossonera con un colpo di testa che chiude un match da cardiopalma.
Fiorentina-Juventus 23 ottobre 2013
Un Franchi gremito per l'appuntamento con gli acerrimi rivali bianconeri fu testimone di un ribaltamento storico. Lo scenario è scoraggiante: dopo il rigore di Tevez, al 37' minuto, e il raddoppio di Pogba, al 40', i viola chiudono la prima ripresa in netto svantaggio. Ma anche in questo caso, la scintilla della rimonta viene innescata dal talento di un solo uomo: Giuseppe Rossi. Il nativo del New Jersey finalizza dapprima un rigore al 61' e, 15 minuti dopo, sorprende Buffon con un sinistro da fuori area sul secondo palo che riporta il risultato in parità. Al 78', è Joaquin a portare in vantaggio i viola e, all'81, dopo in contropiede a due con Quadrado, Pepito fa letteralmente esplodere lo stadio, battendo nuovamente Buffon per un 4 a 2 finale che suggella non soltanto una rimonta straordinaria, ma anche un risultato storico per la squadra di casa.
Milan-Inter - 21 febbraio 2004.
Se esiste un derby che infiamma i cuori degli appassionati, questo è sicuramente il Derby della Madonnina, carico com'è di storia e rivalità cittadina. Un derby di fenomeni va in scena nel girone di ritorno del 2004, che vede l'Inter di Zaccheroni passare in vantaggio al 15' con un calcio d'angolo battuto da Stankovic che termina in rete senza deviazioni. Sul finire del primo tempo, i nerazzurri raddoppiano con Cristiano Zanetti che calcia da fuori area dopo una ribattuta su calcio d'angolo. Ma il Milan di quegli anni è il Milan di Ancelotti, uomo che con estrema calma è sempre riuscito a tirare fuori il meglio dai suoi, anche nelle situazioni più complicate. E la risposta del diavolo non si fa attendere: poco dopo l'inizio della seconda ripresa, Seedorf scarica uno dei suoi destri proverbiali da fuori area e, su respinta di Toldo, Tomasson accorcia le distanze al 46'. I rossoneri sono di nuovo in partita e, dopo soli 10 minuti, al 57', una palla arrivata a Kaka viene trasformata in pareggio con un destro di precisione calciato rasoterra da fuori area. Il derby si riapre e la tensione è più densa della nebbia che si è alzata durante la seconda metà del match. Occasioni e scontri duri non mancano, da qui alla fine, finché all'85' il Meazza esplode in ovazione dopo un bolide da 35 metri di Seedorf – l'ex della partita – che sorprende Toldo per una rimonta rimasta impressa nella memoria dei supporter di entrambi i club.
Udinese-Hellas - 10 febbraio 1985.
Definita da molti come una delle partite più belle di sempre in Seria A, il Derby del Triveneto del 1985 racchiude tutto ciò che il calcio rappresenta: orgoglio, tenacia, imprevedibilità, inventiva. L'Udinese guidata da Zico affronta in casa l'Hellas Verona che si avvierà a vincere il primo storico scudetto ed è subito bagarre: al 3' minuto di gioco, il Verona è già in vantaggio con Briegel. Non passano neanche 10 minuti e Galderisi raddoppia e, dopo altri 10, ad appena 20' di gioco, è Elkjær che, con un pallonetto, sembra mettere il punto sulla partita, su un netto 0-3. Ma sullo scadere del primo tempo, dopo un gol annullato a Galderisi in fuorigioco, Edinho calcia in rete su punizione. Si respira. Al 53', Garella non trattiene un tiro da fuori area è Carnevale accorcia nuovamente la distanza per la squadra di casa che, dopo appena 4 minuti, raggiunge il pareggio al 59' con Mauro, dopo ribattuta su punizione al limite dell'area. È rimonta. Anzi, no. È contro-rimonta! Già perché al 61' è nuovamente Elkjær, con scatto in area fulmineo, a riportare in vantaggio i veronesi. E la seconda doppietta, su un Udinese a testa bassa ma incapace di gestire, è nuovamente in contropiede e a opera di Briegel, a chiudere un match che ha fatto registrare 8 reti valide e una annullata.
Questi match sono solo alcuni fra quelli che dimostrano come, tanto nel calcio quanto nella vita, nessun risultato è davvero mai scritto, che fino allo scadere c'è sempre tempo per rialzare la testa e che, a denti stretti, con determinazione e spirito di squadra, è davvero possibile ribaltare il destino di una partita apparentemente già segnata. Momenti che non possono che far gridare a ogni appassionato, in coro col mitico Victor Hugo Morales: "Dio Santo, viva il football!"