Giovedì, 21 Novembre 2024
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Melania Gabbiadini, il capitano gialloblù

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MELYBOMBER2In collaborazione con la redazione della rivista "Le Gialloblù" ho incontrato il capitano del Verona, Melania Gabbiadini, con la quale abbiamo chiacchierato a 360°. Ne è uscito il ritratto di una ragazza semplice, ma dalle idee chiare e più sicura di sè di quanto a prima vista potrebbe apparire, data comunque la grande umiltà che da sempre la contraddistingue.

 Sei appena tornata da una bella gita in Brasile? Com'è andata?

Direi bene, è stata una bella esperienza. Un buon torneo, anche se un po' sfortunato. Avremmo preferito giocarcela alla pari in undici tutte le partite (nelle prime due sfide con Brasile e Danimarca le azzurre sono state penalizzate da due espulsioni alquanto discutibili) e vedere dove effettivamente avremmo potuto arrivare. Con il Brasile abbiamo creato sicuramente più noi che loro, nonostante il risultato finale. Con la Danimarca abbiamo pagato la stanchezza della prima gara e non siamo state abbastanza lucide sotto porta. Con il Cile abbiamo avuto gioco facile nella terza gara del girone, poi invece nella finalina sono state brave a prenderci le misure ed è stata decisamente più dura, però credo di poter dire che il terzo posto sia stato più che meritato.

Facciamo adesso un passo indietro. Al termine della stagione 2009-'10 si è chiuso un ciclo per il Bardolino Verona. Tante delle giocatrice che hanno fatto grande questa squadra hanno deciso di andarsene. Cosa ha convinto invece Melania Gabbiadini a rimanere a Verona?

Non voglio assolutamente entrare nel merito della decisione delle mie ex compagne di cambiare aria. Io stessa sono stata molto vicina a lasciare il Bardolino. Ma sono rimasta perché ho creduto nel progetto che il presidente mi ha illustrato. Ho voluto far parte ancora di questa squadra e adesso dopo quasi due anni stiamo avendo la conferma alle aspettative che ci eravamo posti. Sono contenta di questa scelta.

In quasi tutto il mondo, istituzioni, media e chi più ne ha più ne metta, si muovono per sì che il movimento del calcio femminile possa crescere. In Italia le cose non stanno proprio così, siamo sempre ad un punto fermo. Tu credi nella possibilità di un'evoluzione del pallone in rosa anche nel Bel Paese?

Io ci spero, più che crederci, poiché dagli anni passati comunque qualcosa si è mosso. Però devo dire che non basta che si muova una persona o qualche persona. E' tutto il movimento che deve fare qualcosa. Purtroppo siamo ancora fermi rispetto agli altri paesi che invece si muovono per evolvere il calcio femminile. Si sentono spesso tante belle parole, bei proclami, ma nei fatti siamo sempre al punto di partenza.

Si è parlato in questo periodo appunto di un possibile connubio tra l'Hellas Verona e il Verona Femminile. Come vedi questa eventualità?

Io trovo che sia una cosa positiva e importante, che sicuramente cambierà qualcosa, forse non nel calcio femminile nel suo insieme, ma sicuramente è un passo per il Verona Femminile di portare qualcosa di importante alla squadra. Non so in che modo avverrà questo affiancamento, tra di noi non se n'è parlato molto, ma sono sicura che porterà solo benefici per noi.

Se tu fossi il direttore sportivo del Verona Femminile, quali giocatrici vorresti portare in gialloblù?

Preferisco risponderti che credo fortemente in questa squadra, anche se molto giovane. Credo ci siano ampi spazi di miglioramento, ma posso dire che ragazze giovani brave come le nostre non le abbia nessuna squadra. Se andiamo avanti così, sia già da quest anno che nei prossimi anni potremo crescere tanto.  Questo merito anche di una struttura di squadre giovanili che il Verona da sempre cura in modo particolare, facendo crescere delle ragazze che nel tempo dimostrano di meritare il posto in prima squadra. Ovvio, si vorrebbero sempre le giocatrici migliori, ma poi che campionato sarebbe? Io di questa squadra non cambierei nulla.

Qual è la giocatrice più forte con la quale hai giocato?

Ce ne sarebbero tante, tra tutte se devo proprio far dei nomi ti dico Venusia Paliotti, con la quale ho giocato anche nel Bergamo, una grande giocatrice, ma anche Roby D'Adda con la quale gioco ancora in Nazionale. In realtà molte ce ne sono che per un particolare o per l'altro mi hanno lasciato un buon ricordo.

Quella che invece ti ha dato più filo da torcere come avversaria?

Tornando un po' indietro dico Giulia Perelli, difensore del Foroni. Tra quelle ancora in attività Sara Gama.

Qual è il tuo peggior difetto?

Il piede sinistro...

E qual è invece il peggior difetto di Melania fuori dal campo?

Credo di essere un po' troppo selettiva con le persone. Intendo dire che se il modo di ragionare di una persona è troppo distante dal mio, non può nascere da parte mia nessun feeling.

Tu sei il capitano del Verona, oltre che una delle giocatrici più importanti. Prova a spiegarci cosa vuol dire essere il capitano di questa squadra.

Non è un ruolo semplicissimo. Possono capitare ad esempio delle incomprensioni tra le ragazze e lì devo essere in grado di far da pacere, mai schierarmi da una parte o dall'altra, ma pensare soprattutto a mantenere la calma e l'equilibrio all'interno dello spogliatoio.

Nel futuro ti vedi allenatrice?

Quando giocavo ancora a Bergamo ho provato ad allenare una squadra di bambini e in futuro mi piacerebbe riprovare questa esperienza. Poi più avanti magari allenare un squadra femminile. Francamente per ora non ci penso molto, ma è un'idea che comunque mi piace.

calciodonne252

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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