Saliscendi Mozzecane, Comin a tutto campo: «La Fortitudo è “pazza” come il suo allenatore. Ma siamo giovani e cresceremo»
- redazione
- Stagione 2016-2017
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Le difficoltà non la spaventano. Anche se il ko contro l’Orobica si è rivelato un colpo doloroso. La sua Fortitudo Mozzecane si lecca le ferite, la prima sconfitta l’ha fatta riflettere parecchio. «A Bergamo non eravamo noi. Abbiamo sbagliato l’atteggiamento fin dalle battute iniziali». Fabiana Comin rilegge il 3-0 di domenica scorsa: «È stata una giornata no». E ripercorre le quattro gare iniziali di campionato (tre pari e un risultato negativo), terminate appunto senza vittorie: «Siamo giovani, dateci tempo. Non ve ne pentirete». Il tecnico gialloblù scende in campo con decisione: «Non abbattiamoci e ripartiamo».
Comin, Orobica-Fortitudo Mozzecane 3-0: un passo indietro rispetto alle prime tre giornate.
«La squadra non ha espresso il gioco che era stato chiesto da me e dal mio staff: le ragazze hanno mostrato un brutto calcio e sembravano scollegate tra loro. Una domenica storta può capitare, ma sono delusa in particolare dall’approccio alla partita: se subisci gol dopo venti secondi vuol dire che non hai la testa giusta per affrontare la gara. Al contrario, per costruire un progetto interessante e duraturo occorre sempre andare in campo con la mentalità corretta».
Cosa rimprovera alla Fortitudo?
«Il fatto di non averci creduto. Anzi, di non averci nemmeno provato. Negli ultima parte di match ci siamo svegliate, tornando a comportarci abbastanza bene, però ormai era troppo tardi».
Penultimo posto insieme al Vicenza: la classifica la preoccupa?
«No. Siamo ancora all’inizio, il Mozzecane è andato vicino alla vittoria nelle scorse settimane, non raggiungendola per un soffio, e stiamo lavorando con rigore: il gruppo si impegna duramente e non si tira mai indietro. Il problema è la mentalità, che cercheremo di migliorare al più presto».
Seconda peggior difesa del campionato. È lì la complicazione maggiore?
«Incassiamo molti gol (12, ndr) e abbiamo qualche difficoltà, non possiamo nasconderlo. Tuttavia, per proteggere bene la porta bisogna che l’intera fase difensiva funzioni, a partire da attacco e centrocampo. Probabilmente cambierò qualcosa negli allenamenti, aumentando l’intensità e la qualità degli esercizi. Non sono esime da colpe, sia chiaro: quando le cose non vanno per il verso giusto, la prima persona a doversi prendere la responsabilità è proprio il tecnico».
Quattro partite, quattro volte in svantaggio. Recuperare in ogni occasione diventa un handicap.
«Vero. La colpa, però, non è solo della retroguardia ma pure di errori precedenti: per esempio, se concretizzassimo le palle gol che produciamo, avremmo conquistato almeno due successi. Invece siamo spesso troppo leziose davanti alla porta e poco ciniche. Esprimiamo un buon gioco, e siamo consapevoli dei nostri mezzi, ma servono più cattiveria agonistica e coraggio».
Rimonte, sorpassi fatti e controsorpassi subiti. «Pazza» è l’aggettivo da abbinare al Mozzecane?
«Allora, questo gruppo è figlio dell’allenatore: io sono pazza quindi, di conseguenza, lo è pure la Fortitudo (sorride). A me piace giocare in modo tanto offensivo, forse troppo, e tale stile comporta alcuni rischi. Ho a disposizione una rosa davvero giovane e per acquisire le proprietà tattiche e tecniche per saper controllare il risultato, come desidero io, occorre tempo».
Appunto, avere tra le mani uno dei club più giovani della B quali vantaggi e svantaggi comporta?
«Hai l’opportunità di plasmare la squadra a tuo piacimento, soprattutto se c’è qualità, e farla crescere. Il lato negativo, invece, l’abbiamo visto nelle prime quattro giornate: una formazione pazza che gioca a mille una volta e sottotono un’altra. Questo, chiaramente, è dovuto al fatto che le ragazze non sanno ancora gestire al meglio la propria forza e le proprie emozioni in campo. In ogni caso, preferisco guidare un gruppo giovane, che magari tra un anno potrà emergere in maniera diversa, rispetto a una realtà più esperta ma con incognite legate alla continuità».
Valeria Dal Molin, Alice Martani, Elisa Fasoli, Alessandra Zangari e Mia Zorzi: le cinque debuttanti in serie B come si stanno comportando?
«Non male. Dal Molin, dal momento in cui l’ho chiamata in causa, ha risposto con determinazione, tecnica e spirito di sacrificio. Martani parte quasi sempre titolare e il suo compitino lo svolge, però desidero che sia più costante; Fasoli è un difensore ordinato e si allena con me da tanti anni: finora è entrata due volte dalla panchina ma avrà le occasioni per mettersi in mostra. Zangari? Ha ottime qualità, tuttavia la sua eccessiva esuberanza le gioca spesso brutti scherzi. Zorzi, infine, la sto utilizzando poco, perché, a differenza di altre, ha bisogno di più tempo per assimilare certe cose. Va precisato, però, che Mia si impegna al massimo e con grande grinta».
A che punto è la costruzione della Fortitudo Mozzecane che ha in mente?
«Non siamo neanche a metà del lavoro, pertanto non abbiamo ancora espresso le nostre reali potenzialità. La squadra cresce e migliora di settimana in settimana, e prima o poi arriverà la vittoria. Penso che la Fortitudo sia molto figlia dei risultati, data la giovanissima età: tanto si esalta nei momenti positivi, tanto si abbatte in quelli negativi».
C'è qualche calciatrice da cui si aspetta qualcosa in più?
«Veronica Brutti. È un’atleta di alto livello, quindi deve mettere a disposizione la sua esperienza (classe 1987, ndr) e saper prendere per mano le compagne nelle difficoltà. So che non è sempre facile ma ho fiducia in lei. Credo in Veronica».
Già a segno con sette marcatrici diverse. La Fortitudo è una vera cooperativa del gol.
«Ne sono felice. Il mio modo di lavorare prevede di mandare al tiro parecchie ragazze e di non dare punti di riferimento alle avversarie. Colpire con numerose giocatrici vuol dire creare imprevedibilità e avere diverse soluzioni e tante frecce al proprio arco. Al contrario, se avessimo una punta che accentra troppo le attenzioni su di sé, la manovra sarebbe impostata solo su lei e, se ci venisse mancare, andremmo in crisi».
Ieri a Mozzecane, oggi alla Pro San Bonifacio: Rossella Cavallini sigla reti a ripetizione. Rimpianti per la sua partenza in estate?
«No. Ovviamente, se fosse rimasta con noi l’avrei utilizzata, perché è una attaccante di peso, esperta e che fa la differenza, ma insieme alla società abbiamo deciso di puntare su una formazione giovane. E sono convinta che presto le nostre ragazze daranno le risposte giuste».
La qualità della sue gialloblù?
«Non mollano mai e sanno reagire alle situazioni critiche. Una squadra che va in svantaggio più volte e riesce a rimontare mostra di avere grande carattere. Le nostre prerogative sono infatti forza del gruppo, grinta e voglia di non arrendersi».
Domenica 13 novembre, allo stadio di Pradelle, la Fortitudo Mozzecane come affronterà il Milan Ladies?
«Con aggressività, determinazione e spirito di rivalsa. Le ragazze desiderano dimostrare che quello sceso in campo contro l’Orobica non era il vero Mozzecane e far bella figura davanti al proprio pubblico».
Prima esperienza in serie B da capo allenatore: che campionato ha trovato?
«Sto scoprendo un torneo dove tanti club non sono magari attrezzati al massimo dal punto di vista tattico e tecnico, ma hanno grande aggressività e propensione alla battaglia. Rispetto alla serie A, qui c’è maggiore cattiveria agonistica, i falli sono più duri e non hai un secondo per respirare. Bene, perché a me piace molto una realtà così: mi sembra di rivivere le situazioni che ho affrontato quando in passato allenavo le formazioni maschili di allievi e juniores. Non pensavo di incontrare questo tipo di gioco e faccio i complimenti a tutte le squadre: finora ho incrociato compagini che non mollano mai e che lottano fino alla fine».
Matteo Sambugaro
Foto: Graziano Zanetti Photography
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