Quando nel pomeriggio di sabato la squadra (Gordige) era già pronta per la trasferta in Emilia Romagna il fulmine a ciel sereno...stavo come al solito guardando l'intero panorama delle partite di serie B, le telecamere che seguivano l'incalzare delle azioni che si sviluppavano da un campo all'altro...poi improvvisamente quello che non vorresti mai vedere...le immagini sconvolgenti di un giocatore che crolla esanime a terra, cerca di rialzarsi, per poi affossarsi definitivamente con il viso sull'erba fradicia...lo stadio di Pescara muto mentre i giocatori della squadra di casa e del Livorno cadono nella più profonda disperazione.

Scruti i volti di chi è lì,sul campo dell'Adriatico,alla ricerca di uno sguardo rassicurante,di sollievo.
E invece niente,solo mani nei capelli mentre i medici praticano al giocatore accasciato al suolo Morosini il massaggio cardiaco.
Ma la gravità della situazione si definisce in un attimo.
Un'immagine televisiva:in mezzo al campo c'è il direttore generale del Livorno Giovanni Gardini.
E' da tantissimo tempo che non lo vedo,che non lo sento,è un mio amico da tanti anni,è il mio testimone di nozze ed io testimone alle sue.
Già dirigente sportivo di Padova,Treviso e Lazio lo rivedo per televisione con piacere..ma Dio Mio non in questo maledetto frangente.
Era il figlio della farmacista di Bovolenta, è la fotocopia del mitico papà Franco.
Occhiali appoggiati sulla fronte,il telefonino sulla bocca coperta da una mano,si lascia andare ad un pianto dirotto...in quel momento,per chi lo conosce,ha capito che la giovane vita di Morosini stava volando via.
La percezione del dramma me l'ha data proprio lui,uomo misurato,perbene,inappuntabile.
Oltre al corpo esanime di Morosini è quella l'immagine che ci porteremo dentro in questo maledetto sabato.
Mia figlia giocatrice del Gordige, anche lei visibilmente colpita...guardandomi negli occhi:
"Ma papà si può....a 25 anni morire così...."
Non ho saputo risponderle!

Angelo Melato