Domenica, 24 Novembre 2024
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Alla scopertà delle società: Vesevus Trecase

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Vesevus Trecase La società napoletana costituita nel settembre del 1999 vanta una squadra cresciuta nei proprio vivaio e in pochi anni inizia a dare anche soddisfazioni sportive. Infatti molte ragazze convocate in rappresentativa regionale provengono dalla nostra società. Oltre alla gioia di aver centrato i play off nel 2003 siamo ogni anno i vincitori e pretendenti della Coppa disciplina. Un traguardo ambito per i principi su cui si fonda la società ma non va a discapito con l'aspetto agonistico. In questa stagione i play off e la finale di Coppa Campania hanno fatto ben sperare in un successo. Purtroppo abbiamo mancato le vittorie ma siamo state protagoniste. In futuro, si punta a migliorare l'organizzazione e la visibilità e completare l'organico per salire di categoria. Andiamo a conoscere meglio questa realtà con l'intervista al presidente, giocatrici e dirigenti.. MISTER MARANO: E’ alla sua prima stagione con il calcio femminile, quali sono le sue impressioni? Rispondendo da allenatore quale sono, dico che il calcio è per me lo sport più bello del mondo, che si tratti di calciatori o di calciatrici non ho nessun tipo di problemi. Cosa ne pensa del calcio femminile campano? Il nostro calcio femminile, analizzato sotto il mio sguardo ha bisogno di più rispetto, essere maggiormente sponsorizzato e meno ipocrisie, cominciare a crederci di più specialmente dai vari organi competenti. Che differenze ha trovato con il calcio maschile a livello di società e comportamenti in campo? Sia a livello di società che di comportamenti in campo con la mia esperienza non ho riscontrato grosse differenze tra il calcio maschile e quello femminile, forse in quello maschile c’è più forza e più volgarità. Spesso in campania abbiamo assistito ad atti di violenza dentro e fuori dal campo, come istruisce le sue giocatrici? Mio ritengo un educatore da sempre sia nel calcio maschile che ora in quello femminile, ho sempre insegnato ad avere rispetto degli avversari, un agonismo sano. Insegno anche a non rispondere ad ogni tipo di provocazione perché ne rispondo sempre in prima persona per tutelare pagandone spesso le conseguenze. Com'è il rapporto società/allenatore/sportivi? Premetto che il rapporto più importante è quello con le ragazze. Con la società è abbastanza buono, forse ogni tanto ho dei contrasti perché mi schiero sempre e comunque dalla parte delle calciatrici. Con gli sportivi tengo a dire che sono pochi…pochi ma buoni! La settimana tipo di allenamento? L’allenamento si svolge 2 volte alla settimana, durante questi 2 incontri vengono affrontati: analisi della partita precedente, conoscenza della partita seguente, allenamento con acquisizione modulo di gioco, qualche problema personale e qualcuno di salute. P.S. Ritengo che il tempo sia molto poco e che ci sarebbe bisogno di qualche giorno in più. Che modulo adottate? Il modulo è il 4-4-2 Il vesevus impone il suo modulo o può cambiare in base all'avversario? Non sempre questo modulo viene imposto perché possono esserci dei fattori che ci impongono di cambiare, quali infortuni, caratteristiche della squadra avversaria ecc. Come reagiscono le ragazze a nuove metodologie di allenamento? Le ragazze reagiscono positivamente alle nuove metodologie di allenamento cercando di apprendere subito le novità. Almeno su questo sono entusiaste. Fate i test e soprattutto allenamenti personalizzati? Niente di questo viene fatto, per mancanza di tempo, di materiale a disposizione della società e carenza della struttura. Il segreto che vi ha fatto conquistare la bella vittoria contro la Domina Neapolis? Il segreto della bella vittoria contro la Domina, è il più antico del mondo: passione, crederci e un pizzico di fortuna. Si vince la coppa campania? e i play off? Quest anno la Vesevus ha fatto parlare di sé, la nostra mentalità assieme al gioco ha spiazzato squadre notevoli. Potrei risponderle che la nostra vittoria è stata quella di arrivare ai vertici delle competizioni (campionato e coppa campania) ma a noi non basta. Abbiamo il dovere e il diritto di crederci fino alla fine perché sappiamo di meritarlo. Così le ragazze daranno una bella soddisfazione alla società che aspetta da 7 anni questo giorno per festeggiare insieme a loro il traguardo della serie “B”. P.S. Voglio ringraziare pubblicamente tutte le ragazze per l’impegno che hanno messo in campo e i sacrifici che hanno fatto fuori dal campo. Un grazie particolare alle mie tre strette collaboratrici che mi sono state sempre vicino: Dalia Sorrentino, Nocerino Luisa e Attaianese Rosalba. Grazie, grazie… ATTAIANESE ROSALBA ci parli della sua esperienza nel calcio femminile. Cosa significa allenare i portieri? Allora chiedermi di parlarvi della mia esperienza calcistica è come chiedermi di parlarvi della mia vita, nonostante abbia intrapreso la mia carriera da portiere quasi per caso all’età di 19 anni. Per me allenare i portieri è molto importante perché significa trasmettere alle mie allieve tutta l’esperienza che in tutti questi anni questo sport mi ha dato. Purtroppo non si è sempre giovani e prima o poi il fisico dice basta, ma vedere l’impegno che le mie allieve mettono in ogni esercizio è una cosa molto soddisfacente per loro, ma soprattutto per me che continuo a vedere il mio sogno realizzarsi. Che tipo di rapporto hai instaurato con i tuoi portieri? Per quanto riguarda il rapporto che ho instaurato con i miei portieri, posso dire che non mi definisco una persona autoritaria ed è per questo che mi considero una loro amica. La libertà è alla base del rispetto reciproco e quindi insieme decidiamo quando è il momento di lavorare e quando invece possiamo rilassarci. Sempre nel rispetto delle regole. Devo dire però che posso esprimermi in questo modo perché ho trovato un’allieva che con la sua buona volontà e la stima che ha per me, mi facilita molto il compito. Non è semplice trovare persone pronte a recepire nuovi insegnamenti e a mettersi in discussione perché solo chi è umile e si pone davanti ai suoi limiti può crescere positivamente, e questa è Luisa Borrelli. Un consiglio al calcio femminile campano? Qualche consiglio al calcio femminile?Non mettere in porta le ragazze che non sanno giocare perché è sbagliato pensare questo; la prima persona a pagarne le conseguenze è proprio la ragazza che stà in porta; Persone qualificate che non intendano il calcio femminile come quello maschile perché la donna è diversa dall’uomo;Non considerare il portiere come uno degli 11 giocatori ma un giocatore a parte che deve avere un allenamento e una preparazione fisica diversa; Avere a disposizione un medico sociale e un fisioterapistaq che possano seguire le ragazze sia durante le partite che durante gli allenamenti; Fare delle riunioni tra i dirigenti delle società con i rappresentanti della federazione per essere aggiornati di continuo sui contenuti delle carte federali w sulle nuove regole; avere delle attrezzature particolari per l’allenamento dei portieri; Avere campi più idonei; avere spogliatoi più igienici. FONTANELLA ANNALISA Capitano e colonna della difesa vesuviana, un commento su questa stagione? Tutto sommato questa stagione è stata ricca di belle emozioni. Un elogio va sicuramente al mister Marano che ha saputo accendere in ognuna di noi quella voglia di giocare che da qualche anno a questa parte si era spenta. Un po’ di amarezza per il secondo posto in Coppa Campania, ma il fatto di essere comunque arrivate in finale sarà sicuramente un punto di inzio per la prossima stagione. Che caratteristiche hai? Le mie reali caratteristiche le ho dovute mettere un po’ da parte in quanto gioco in un ruolo che non era il mio, ma resto comunque grintosa e d’aiuto alle compagne. Una vita al vesevus, cosa ha significato per te crescere con lo sport? Crescere con questo sport e con questo gruppo è stato molto importante. Sono tanti i bei momenti che porto dentro ma anche le mille difficoltà che ho dovuto affrontare in questi anni. Credi nell'amicizia? Si credo molto nell’amicizia, in ogni contesto cerco sempre di creare un rapporto con gli altri e se non fosse per loro non avrei superato mai alcuni ostacoli della vita. Un vizio? Forse un po’ troppo aggressiva e alcune volte mi dicono di essere antipatica, ma non è affatto vero. Studi? Si studio, proprio quest anno ho l’esame di maturità scientifica. Cosa vorrai fare da grande? Per il mio futuro non ho tante ambizioni ma desidererei entrare in polizia. Un messaggio alle tue compagne? Un messaggio che vorrei lasciare alle mie compagne di squadra è che da capitano sono fiera di loro e dell’impegno profuso quest anno, perché nonostante gli infortuni hanno sempre dato l’anima in campo Le differenze caratteriale fra Annalisa in campo e nella vita privata? Caratterialmente sono la stessa sia in campo che fuori, nella vita privata. Quello che manifesto in campo è lo stesso di come sono nella vita privata. Cosa ne pensi del calcio femminile? Del calcio femminile penso che alcune cose andrebbero cambiate per riuscire a farlo crescere. Sono un bel po’ di anni che gioco e non ci sono stati miglioramenti. Penso che alcuni dirigenti dovrebbero cambiare mentalità e i mister dovrebbero trattare le calciatrici più da donne piuttosto che da calciatori professionisti. Noi siamo diverse dai ragazzi e questo può essere un punto di partenza per differenziare le due cose. La vittoria più bella? La vittoria più bella è stata sicuramente il primo accesso ai play-off tre anni fa. E la vittoria che deve venire? Personalmente penso che la vittoria più bella debba ancora arrivare, e cioè quella di giocare in una serie superiore e perché no essere convocata in nazionale. DALIA SORRENTINO, ex Centrocampista e adesso addetta stampa e non solo, spalla del Mister Marano per questioni extra allenamento e del presidente D’Auria, per chi la conosce è il jolly del Vesevus, che non si tira mai indietro se si tratta di dare aiuto.. Play off e coppa Campania, come vivete questi due impegni importanti? Trovandomi in entrambe le situazioni, posso esprimermi sia dal punto di vista del gruppo che da quello societario. Da parte del gruppo, con grande impegno e grande concentrazione. Il mister non dà tregua. E’ forte anche la determinazione di arrivare in fondo, quindi di continuare ad essere competitivi. Il gruppo è molto compatto, e quando c’è l’armonia, lo stare bene assieme, non ci sono freni. Anche dal punto di vista societario, c’è la volontà di arrivare fino in fondo per provare il gusto della vittoria che manca da anni e mettere le basi per il futuro. L’adrenalina, anche se non si dimostra, è a livelli alquanto alti e la cosa positiva è crederci. Aspirazioni e obiettivi futuri con questo Vesevus? Io con il Vesevus ho sempre vissuto di anno in anno, anche perché la società stessa non si è mai data obiettivi importanti da portare avanti. Con questo Vesevus, che tra l’altro ha subito una metamorfosi incredibile, il discorso cambia, nel senso che tutti si sentono più stimolati, tutti vogliono contribuire a qualcosa. La mia aspirazione è sicuramente quella di continuare con il calcio, forse non quello femminile, e forse non più con questo gruppo che conosco dall’esordio, magari chissà finire tutto tra qualche mese. Ma ovviamente non c’è una regola, ci sono tante situazioni, anche di vita da dover prendere in considerazione. E’ sicuramente prematuro parlarne adesso. Cosa significa crescere insieme ad una società che sta conquistando importanti traguardi? Quello che mi affascina di più è avere la possibilità di acquisire esperienza e poterla mettere poi al servizio degli altri, e crescere con il Vesevus significa appunto questo. E’ grazie a loro, e quest anno grazie al mister che è una persona fantastica, che mi sono ancora più entusiasmata con questo sport, entrandoci e capendo certi meccanismi. Se ne avrò la possibilità magari acquisirò anche l’esperienza della B e non sarebbe male. Ti piacerebbe rimanere nel calcio femminile ? Si non mi dispiacerebbe, anche se quello maschile è più vero ma anche più impegnativo, però mi piacerebbe continuare nel settore giovanile dove già opero con il maschile, che in un certo senso mi ha aperto gli occhi e mi stà dando buone basi. Qualità necessarie per fare la calciatrice? Spirito di sacrificio e predisposizione alla vita di gruppo. Non sempre associare queste due cose è facile, e non a tutte è chiaro. Su quali principi si fonda la vostra società? La correttezza e la lealtà (a volte anche troppa). Avendo un presidente che fa da apri pista, il gruppo non poteva non adeguarsi. Cosa ne pensi della violenza dentro e fuori dal campo? La violenza purtroppo rappresenta una piaga dura da curare! Sembra che allo stadio si vada per scaricare le proprie frustrazioni, anziché assistere pacificamente a un incontro di calcio che poi alla fine si fonda sul gioco. Fa male soprattutto assistere che in partite di calcio femminile si arrivi a episodi pieni di insulti sia per gli arbitri che per le ragazze in campo. Penso però che il buon esempio debba sicuramente partire dagli educatori, in quanto si ritrovano ad esserlo di ragazzini e ragazzine che loro andranno a formare e ad inculcare stili di vita. Il tuo rimedio quale sarebbe? Innanzitutto formerei dei veri educatori, perché molte volte ci si inventa allenatori; istituirei più corsi, e maggiore attenzione alle regole. Inoltre investirei su una migliore formazione arbitrale. Non è da sottovalutare il fatto che in campo, gli arbitri, hanno un potere decisionale alto. Si dice che in Campania il calcio femminile sta vivendo un momendo di crisi, quali sono le cause secondo te? Conosco questa realtà da 8 anni, ma il livello di crisi è sempre lo stesso. Cambiano le persone ma non le mentalità. Mai idee nuove e poco investimento sulle giovani promesse. Esiste un settore giovanile? Direi poco organizzato. Manca la collaborazione con le scuole, si va avanti per sentito dire tra un “proviamo” e un “non si sa mai” … Un suggerimento a chi gestisce? Mettersi sempre in discussione e provare tutte le alternative possibili finchè non si migliora almeno qualcosa. Cosa fai nella vita? Lavoro presso una società come impiegata amministrativa. AVINO PAOLO Ormai a fine stagione, com’è il suo bilancio su questa stagione? E Lei come si ritiene? In linea di massima soddisfatto: la squadra ha effettuato un esemplare girone di andata (pareggio in casa con la Domina, vittoria in casa con il Centro Ester, pareggio esterno con il Real Sannio), ma ha pagato nel girone di ritorno l’ esigua rosa di ragazze a disposizione con infortuni a ripetizione, non o mal curati. Qual è stato il ricordo più bello e quello più brutto di questa stagione? Il ricordo piu’ bello e forse anche piu’ triste e’ stata la partita di Airola contro il Real Sannio: la gioia di rimontare in nove contro undici da 1 a 0 a 1 a 2 e il rigore parato e la tristezza di non essere riusciti a portare a casa un risultato esaltante che avrebbe modificato sicuramente l’ andamento dei girone di ritorno. Un aggettivo osservando il suo gruppo, come lo vede? Determinato; Mister Marano alla guida delle ragazze, e alla prima esperienza nel calcio femminile. Un suo commento? Piuttosto direi un rischio calcolato: avevamo bisogno di una persona che coagulasse lo spogliatoio e in questo Mister Marano era una persona le cui caratteristiche di empatia ci erano ben conosciute; Come stà vivendo la dirigenza questo palpitante epilogo di fine stagione? Si aspettavano questi risultati così soprendenti? Ad inizio stagione ero convinto che, se la squadra avesse superato i problemi di amalgama nello spogliatoio, poteva lanciarsi verso la conquista di obiettivi prestigiosi (Coppa Campania e/o Serie B); i risultati si stanno concretizzando proprio in questi giorni. Credo che la dirigenza stia vivendo tale momento con maggiori tensione delle calciatrici che almeno possono sfogarsi prendendo a calci un pallone; Si sente parlare spesso di voler compiere il “salto di qualità”, le ragazze ormai ci credono e i dirigenti? La Serie B: pronti per motivazioni e determinazione; poi esistono i problemi pratici che stiamo cercando di superare; Un messaggio alle ragazze in virtù dei prossimi impegni? Alle ragazze dico di stare tranquille e di guardare da dove sono partite (classifica finale Campionato 2005/2006) e dove sono arrivate ed essere consapevoli del proprio valore individuale e come squadra. Oggi sono le altre squadre che devono preoccuparsi di noi e non noi. Come si definisce nel suo ruolo? Mi definisco “aiutante del Presidente”: in sintesi nel massimo rispetto del ruolo del Presidente e delle sue prerogative e decisioni cerco di essere “Mister No” finche’ le singole decisioni vengano assunte, poi mi allineo anche se talvolta non le condivido. E’ fondamentale il ruolo perche’ consente di modificare gli usi e gli atteggiamenti consolidati in tanti anni di azione da parte del Presidente. Si stanno ponendo le basi per il futuro? In che modo? E’ necessario che la Vesevus si strutturi per aggredire il territorio. E’ prioritario creare una scuola calcio stabile e riconosciuta. NOCERINO LUISA 34 ANNI E' IL PUNTO UN RIFERIMENTO IMPORTANTE IN QUESTO VESEVUS GRANDE DETERMINAZIONE E DUTTILITà A RICOPRIRE LE MANSIONI CHE GLI VENGONO CHIESTE DAL MISTER. Classe ed esperienza al servizio delle piu giovani compagne. Luisa, cosa significa giocare con compagne più giovani? Eh…i primi tempi non è stato semplice, la differenza di età e soprattutto di mentalità si è fatta sentire. Con il tempo però abbiamo imparato a conoscerci meglio e a capire che insieme, con un po’ di mediazione reciproca, si puo’ raggiungere lo stesso obiettivo. Oggi infatti siamo diventate un gruppo molto affiatato! Da attaccante sei stata spostata in difesa, mossa riuscita? cosa ne pensi di questo cambiamento apportato dal mister? Direi proprio di si anche se non nascondo che all’inizio in questo ruolo mi sentivo spaesata. Del resto ogni volta che si affrontano cose nuove c’è sempre la paura di sbagliare e di non essere all’altezza, poi con l’aiuto del Mister, la voglia di imparare e fare bene x la squadra sono riuscita ad acquisire sicurezza e a ritrovare la voglia di giocare! Ma il tuo ruolo preferito qual'è? Attaccante! L’adrenalina che ti da il goal non credo possa essere sostituita da altro…anche se adesso gioco in difesa dentro di me c’è sempre un po’ del “bomber”! In coppia con il capitano come ti sei trovata? Con Annalisa? Io mi sono trovata bene spero anche lei con me… scherzo, mi ha aiutato ad affrontare questo nuovo ruolo con tranquillità e non mi ha mai fatto pesare “l’inesperienza” (Annalisa…mi devi 10 Euro). Di solito che modulo adottate? Il modulo solito è 4 – 4 – 2 con difesa ben salda e un centrocampo capace di creare occasioni. Può cambiare in base all'avversario? Certo, il Mister durante il campionato ha cambiato moduli e ruoli a secondo dell’incontro che dovevamo affrontare e agli infortuni purtroppo ricorrenti. Proprio nella semifinale di Coppa Campania ha adottato il 4 – 1 – 4 – 1 ripescando così il vecchio ruolo da “mediano” tra difesa e centrocampo…infatti è andata bene! Play off o Coppa Campania? (Senza esitare)… Semplice: Play Off e Coppa Campania! …perché rinunciare ad una delle due se ci sono tutti i presupposti x vincere entrambe?

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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