Modello Ferelle: quando il calcio torna a essere delle famiglie
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Se dovessimo tracciare una sorta di modello di successo del nuovo calcio sicuramente questo vedrebbe al proprio centro le famiglie e la passione per la propria squadra. Il modello “Ferelle” nel calcio femminile parte proprio tutto da ciò, lo stesso che diversi anni fa tracciò il successo che ancora oggi continua, nonostante le tantissime difficoltà che lo sport femminile vive ogni giorno; economiche e non. Nelle partite casalinghe nella struttura del Pala Di Vittorio l’atmosfera è incadescente, ma se ci si guarda intorno l’ambiente è da “pane e salame” del calcio di tanti anni fa: tante famiglie, bimbe e bimbi che adorano le proprie beniamine in campo, ma soprattutto che hanno una bandieretta in mano dei colori della città ovvero il rosso e il verde.
Le trasferte anche quelle più lunghe, vedi Milano di quest’ultima domenica, vengono popolate da nuclei familiari che si spostano quasi interamente con al seguito anche i propri figli o le proprie figlie. Non manca proprio nulla: dalle cibarie da classica gita fuori porta, alle bandiere che sventolano all’entrata in campo delle ragazze sotto il suono del tamburo e di varie trombette. Non importa se i chilometri sono più di mille come per andare a Barletta o nella lontana Milano, l’importante è vivere una giornata di passione seguendo i propri amori sportivi. Un messaggio pulito, chiaro, non semplice, ma sicuramente che da forza a una realtà importante, ma pur sempre dilettantistica.
“La gente si diverte con le atmosfere di una volta” questo è il must che il più delle volte viene usato per definire la partita delle ragazze in rossoverde. Circa una cinquantina le iscritte al settore giovanile esclusivamente femminile tra scuola calcio fino ad arrivare all’Under 19 e tutte con un chiodo fisso: quello di approdare in prima squadra con le stelle brasiliane o quelle azzurre. Un trampolino di lancio a cui anche i genitori tengono molto visto che l’orgoglio in famiglia di una ragazza che si afferma con un pallone tra i piedi non è cosa da poco, ancora di più se lo fa con la maglia della Ternana indosso. Struttura da Serie A, ma risorse da calcio dilettantistico perchè al di là del materiale tecnico, ciò che c’è dietro ai vari ruoli dirigenziali è una sorta di volontariato “per amore della maglia” che rende l’ambiente ancora più passionale e unito nelle varie stagioni. Un mondo, quello delle Ferelle, dove sembra che “Alice” non voglia rincorrere il suo coniglietto scappato nell’illusorio Paese delle meraviglie, ma un futuro per le nuove generazioni di amore e passione per la propria città e i propri colori.
Ufficio Stampa