Giovedì, 21 Novembre 2024
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Un pomeriggio a Collecchio

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parma calcio collecchio
Il Parma Calcio 1913 è una società rinata dalle ceneri del fallimento che l’aveva vista protagonista nel 2015. Che le sorti finanziarie del club non fossero delle più rosee lo si era già intuito dalla negata licenza Uefa necessaria per l’accesso ai preliminari di Europa League nel 2014. Di lì a poco sarebbe arrivato il fallimento del Parma F.C. e grazie a Nuovo Inizio srl, società composta da sette imprenditori locali, e Parma Partecipazioni Calcistiche, costituita da appassionati e tifosi con la volontà di partecipare attivamente alle sorti del club, si dava il via a una nuova era, quella del Parma Calcio 1913.


Si dice che ogni sconfitta sia il segno di una nuova, possibile, rinascita. Dalle ceneri del Parma F.C è nata un’altra società con il desiderio di riportare in città il calcio che conta. Alla base un progetto nuovo, che punta non solo sul calcio maschile, ma anche sul settore giovanile e su qualcosa di innovativo, il calcio femminile, su cui nessuno prima nella città parmigiana aveva scommesso. Incuriosita proprio da questo singolare corso, sono entrata in contatto con i rappresentanti e i responsabili del settore femminile del Parma Calcio 1913, varcando così, per la prima volta, le porte del Centro Sportivo di Collecchio. Per chi ama e segue il calcio fin da bambina come me, certi posti hanno un valore magico.

È un freddo pomeriggio emiliano, un autobus, il numero sei per l’esattezza, mi porta da Parma a Collecchio, un piccolo paesino di provincia a sud della città. Qualche passo più in là dalla fermata ed eccomi di fronte al cancello che spalanca le porte al «Villaggio Crociato», il centro che dal 1996 ospita gli allenamenti della squadra gialloblu. All’interno di queste mura c’è la storia di un club dal passato glorioso.

In attesa di capire verso quale direzione dirigermi, rifletto un secondo e penso che proprio qui si sono allenati campioni quali Gianfranco Zola, Fabio Cannavaro, Lilian Thuram, Hernan Crespo, Sebastian Veron e negli ultimi anni Alberto Gilardino, Antonio Cassano, Sebastian Giovinco. Calciatori di un certo calibro, italiani e internazionali. Mi guardo intorno e, oltre due campi da calcio (salvo scoprire poi che il centro è dotato di cinque terreni di gioco), noto una grande palestra, ma in realtà le palestre sono due e sono affiancate anche da altrettante sale per la fisioterapia.

«Dove mi dirigo ora?» - mi chiedo. Torno sui miei passi e mi accorgo di un altro edificio poco più in là: si tratta del Centro Direzionale verso il quale mi muovo. La porta si apre automaticamente e all’ingresso sono circondata da coppe e altri trofei vinti nel corso degli anni dalla prima squadra e dalle giovanili del Parma. Tra tante, c’è anche la coppa conquistata dalla squadra Femminile a termine dello scorso campionato, disputato in serie C e conclusosi con un secondo posto. Sono qui proprio per il Parma Calcio 1913 Femminile, per scavare più a fondo nelle motivazioni e nelle ambizioni del nuovo progetto, per capire il perché della scommessa sul calcio femminile e per farmi raccontare, da chi li ha vissuti, e li muove ancora, i primi passi del Parma in questo ambiente.

Mi accoglie Gabriele Majo, l’addetto stampa della società. Mi invita ad attendere un attimo e mentre sono nella sala d’attesa mi guardo sempre intorno: mi soffermo sulle coppe, su tutto ciò che mi circonda e penso all’incontro che sto per fare. Sono guidata verso l’ufficio di Fausto Pizzi, oggi responsabile del settore giovanile e femminile, ex calciatore e allenatore, ma incontro anche la team manager della squadra femminile Cristina Romanini e l’allenatore delle ragazze, Marco Libassi.

Sono loro a raccontarmi le emozioni, le aspettative, i progetti di questa seconda stagione, ma anche il percorso di crescita che li ha visti e li vede protagonisti, le iniziative, il progetto Academy, le sensazioni e le difficoltà stesse delle ragazze con le quali lavorano. Le premesse per un pomeriggio alla scoperta di un’avventura e di un progetto interessante, di lunga prospettiva, sono le migliori; qualche ora a pieno contatto con chi sta cercando di riportare in alto il nome di una società importante, facendola ripartire, rinascere e avvicinare a qualcosa di nuovo e difficile, come il calcio femminile, saranno utili per cercare di trasmettere a piccole “dosi” l’impegno, la fatica e l’entusiasmo che ci sono dietro il settore femminile. Nei prossimi articoli le interviste a Fausto Pizzi, Marco Libassi e al capitano del Parma Fosca Calloni.

Veronica Fumarola

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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