Oggi vi presentiamo Sandra Ernandes, classe 1989, infermiera e bomber dell’Unterland Damen
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“Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 6 anni – ci racconta Sandra - , la passione mi è stata trasmessa da mio padre, lui stesso ha giocato a calcio fino all’età di 42 anni. Inizialmente ho giocato con i ragazzi e per i primi anni ero l’unica ragazza in tutti i campionati che ho disputato. Per me non è mai stato un problema il fatto di essere “sola” come ragazza, anzi, anche al di fuori dal campo di gioco preferivo stare con i ragazzi invece di giocare con le bambole ????.
Ricordo che per qualche anno ho ricoperto il ruolo di portiere. A quei tempi mi piaceva tanto stare in porta. All’età di nove o dieci anni, giocando contro dei ragazzi più grandi di età e quindi anche fisicamente ben messi, dopo un infortunio al polso ho deciso di lasciare il ruolo di portiere e mi sono rimessa in gioco sul campo come giocatrice di movimento.
Ho giocato come terzino fino ai miei 12 anni, gli ultimi due anni nel maschile, anche per una questione fisica, gli ho giocati come punta. Di tutti gli anni che ho giocato nel maschile non mi scorderò mai il mio Mister Fausto Lamber, con il quale sono in contatto tutt’ora.“
Il passaggio obbligato nel femminile
“A 14 anni ho dovuto lasciare la mia squadra (Vipiteno), in quanto era arrivata l’ora di andare a giocare in una squadra femminile. Inizialmente ero molto triste di lasciare i miei amici d’infanzia e avrei voluto proseguire con loro, ma i regolamenti me lo vietavano. L’unica squadra nelle vicinanze (40 km) era il Vintl Damen, squadra che militava in Serie C, e sono passato con loro”.
Le differenze tra giocare con i maschi e le femminile
"Ho riscontrato tante differenza tra la mia “vecchia” squadra ed il Vintl Damen: l’età (giocavo con giocatrici che avevano anche il doppio della mia età) e la componente fisica (ai tempi non c’era tanto contatto fisico delle giocatrici). Comunque, sono riuscita ad adattarmi abbastanza in fretta, calcisticamente, riuscendo a mettere a segno parecchi gol (se non erro 36 il 1. Campionato in Serie C.). “
Troppo vivace
“Ero molto vivace e certe volte “le vecchie” della squadra mi ricordavano che comunque dovevo stare un po' più tranquilla e soprattutto parlare quando mi veniva chiesto, senza fare la pagliaccia di turno ????. “
La crescita calcistica con il Vintl Damen
"In tutto con il Vintl Damen ho disputato 5 campionati dal 2003 al 2008 (2 in serie C e 3 in Serie B), raggiungendo la promozione dalla Serie C alla B e dalla B alla Serie A2. Sfortunatamente nella stagione del 2007/2008 ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico alla clavicola destra che mi ha tenuta lontana dal campo per ben 10 mesi.
Cambio squadra
Dal 2008 al 2010 ho giocato con il Bressanone in Serie B, dopodiché ho fatto una scelta non facile, facendo un passo indietro per dedicare più tempo allo studio (Università di Infermieristica). Ho comunque continuato a giocare in Serie C con il Vipiteno dal 2010 al 2012, ma perfino i due allenamenti settimanali non erano sostenibili per i tirocini, le ore in università ecc."
La precedenza allo studio
“Per questo motivo dal 2012 al 2014 ho interrotto completamente l’attività sportiva. Non è stato affatto un periodo facile. Sentivo sin dall’ inizio che mi mancava uno svago, anche se chiamarlo svago è riduttivo visto che il calcio per me è sempre stata la mia unica grande passione. Ho continuato comunque a tenermi in forma andando in palestra e in montagna ma non era la stessa cosa, l’inseguire un obbiettivo insieme alle mie compagne mi dava emozioni uniche. “
La mancanza del calcio
“Facevo fatica a seguire il calcio femminile, ne sentivo troppo la mancanza e guardare le partite da spettatrice mi creava più pensieri negativi che positivi. Dubitavo di poter riprendere a giocare, soprattutto per una questione fisica.”
Il ritorno al calcio con l’Unterland damen
“Sono stata contattata dalla squadra dell’Unterland Damen. Sapevo che nella stagione 2013/2014 militavano in Serie B e che erano retrocesse. Ritornare al calcio giocato in serie C mi sembrava più che ideale, consapevole delle mie condizioni fisiche. Ritornare in uno spogliatoio con ragazze conosciute come avversarie gli anni passati era una sensazione strana ma bella. Sono stata accolta veramente bene, sapendo che gran parte della squadra giocava insieme da anni non era una cosa scontata. Piano piano ho ripreso il ritmo partita, mi sono allenata tanto per recuperare lo stato fisico da calciatrice. Ero veramente felice e insieme abbiamo raggiunto i nostri obiettivi: la promozione in Serie B e la vittoria della Coppa Regionale. (31 gol in tutto). “
La promozione in serie B e il ritorno al gol nel campionato nazionale
“L’anno scorso abbiamo disputato il campionato di Serie B. Chiaramente c’è una gran differenza tra le due categorie. All’inizio abbiamo dovuto imparare che non sempre si può vincere. In complesso il campionato ci è servito per crescere insieme come SQUADRA, conoscendoci, apprezzando i pregi di ciascuna giocatrice e cercando di aiutarci a migliorare insieme. (20 gol in tutto). Per questi motivi siamo riuscite a raggiungere i quarti di finale di Coppa Italia, battendo perfino una squadra di Serie A agli ottavi. Questo dimostra che non sempre la squadra più forte “sulla carta” è quella vincente.”
“Credo che il calcio sia basato soprattutto su una questione mentale, sulla volontà di apprendere, il sacrificio dimostrato in allenamento e la dedizione nella vita quotidiana per questo sport. Senza un duro lavoro i risultati non arrivano, si può avere fortuna, ma anche quella non dura per sempre.
Tutto questo grazie a mia mamma e alla mia famiglia per avermi supportata nella vita e nel calcio e avermi dato fiducia“
Passiamo a qualche domande per conoscerti meglio...
Confrontarti prima con il mondo maschile, ti è stato utile nella successiva esperienza femminile? Se sì, in cosa?
"A mio parere aver fatto parte di una squadra maschile mi ha resa più forte sia tecnicamente che mentalmente. Dover competere con bambini fisicamente forti e tecnicamente abili ti migliora. Per riuscire a competere con loro sin dall’ inizio impari a non mollare mai. Questo si è rispecchiato anche nei successivi anni nel femminile. Sostengo che le ragazze della mia età che hanno iniziato in una squadra maschile hanno acquisito maggiori doti tecniche rispetto a ragazze che hanno iniziato a giocare ad un età maggiore. Nonostante questo, negli ultimi anni il calcio femminile si è sviluppato maggiormente e ormai esistono squadre femminili dai primi calci in poi."
Perché, nonostante questa grande passione per il calcio, hai deciso di intraprendere una vita lavorativa diversa da quella sportiva?
"Il mio sogno da bambina è sempre stato di diventare una calciatrice. Il calcio femminile non è paragonabile al calcio maschile, soprattutto per una questione economica. Cosi, dopo la maturità, ho deciso di studiare infermieristica visto che ero consapevole di non poter “vivere” giocando solamente a calcio. Secondo me lo studio ed il lavoro sono componenti fondamentali nella vita di ognuno."
Riesci sempre a conciliare il tuo lavoro da infermiera con allenamenti e partite?
"Ho la fortuna di lavorare in una struttura privata (130 ospiti) con una responsabile che mi viene incontro aiutandomi a conciliare il lavoro con allenamenti e partite. Faccio 40 ore settimanali ma grazie ai turni riesco ad organizzarmi. L’ anno scorso su 130 allenamenti non ne ho saltato neanche uno."
In questo momento, ti senti realizzata come donna?
"Mi sento realizzata come donna in quanto sono autonoma e faccio le cose che mi piacciono senza dipendere da nessuno."
Ti va di condividere con noi i tuoi progetti futuri?
"Sono una persona che non pensa tanto al futuro, preferisco pensare al presente . Quello che credo di sapere è che quando smetterò di giocare a calcio non vorrei intraprende una carriera da allenatrice."
Hai parlato di “questione mentale, volontà di apprendere, impegno e sacrificio in allenamento e dedizione nella vita quotidiana”, quali sono, invece, le qualità che ritieni fisicamente necessarie per una donna che gioca a calcio?
"Credo che ogni calciatrice debba seguire uno stile di vita sano. Penso che non esista un prototipo di fisico “ideale”, dipende tanto dal ruolo che ricopri sul campo. "
Una passione fa pesare meno i sacrifici che si devono fare per inseguirla. Oltre che nello studio, ha influito quali altri aspetti della tua vita extra sportiva?
"Tra il mio lavoro che mi tiene lontana da casa (80 km) e gli allenamenti non ho tanto tempo libero. Quando posso torno sempre a casa per vedere mi mamma, mio papà, mio fratello ed il mio nipotino. Certe volto rimpiango la carenza di tempo ma so anche che le persone a me care capiscono il motivo delle mie assenze. "
Sei superstiziosa ? usate fare riti scaramantici prima di una partita importante?
"Sono molto superstiziosa. I riti scaramantici non mancano, non solo prima delle partite ma anche prima di ogni allenamento. Prima della partita preferisco stare da sola ascoltando musica con le cuffie e calpestando il terreno di battaglia (il campo ????). Ne ho di riti, preferisco tenermeli per me… per scaramanzia ☺"
Cosa ne pensi dell’entrata in campo delle società maschili professionistiche? Possono essere utili allo sviluppo del calcio femminile?
"Credo sia molto importante l’ entrata in campo delle società maschili professionistiche. Il calcio femminile ha bisogno di visibilità e sostegno economico, per questo motivo sarebbe molto importante che ogni società femminile avesse la possibilità di appoggiarsi ad una squadra maschile professionistica."
Cosa auguri al calcio femminile e alla tua società?
"Al calcio femminile in generale auguro una crescita progressiva, arrivando a raggiungere una maggior importanza e visibilità di come sta ricevendo adesso. Alla mia società auguro di riuscire a portare avanti il progetto che stanno realizzando, coinvolgendo il maggior numero possibile di piccole calciatrici come stanno già facendo. Più di un augurio, vorrei ringraziare la mia società."
Ringraziamo Sandra per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato nel raccontarci la sua storia e per aver risposto alla nostra intervista: noi di calciodonne.it le auguriamo di raggiungere i suoi sogni e obiettivi.
Ilenia Milanese & Walter Pettinati