A tutto Elena Linari: giovinezza, esordio con il Firenze, vittorie con il Brescia, stagione meravigliosa con la Fiorentina e Nazionale!
- Federico Scarso
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Elena Linari, difensore della Fiorentina e della Nazionale Italiana, spiega a Calciodonne la grande prima parte di stagione della Fiorentina, la fase di crescita della Nazionale, l'esperienza al torneo di Manaus chiuso al secondo posto, gli anni vincenti al Brescia, i primi passi che ha mosso nel calcio da bambina e i sacrifici che ha dovuto fare per arrivare dove è arrivata, ovvero ad essere una professionista di fatto ma con lo status di dilettante.
Ciao Elena, come ti sei avvicinata al calcio? Raccontaci di quando eri bambina, come è stato giocare con i maschietti?
"Ho cominciato a giocare a 5 anni nell’Atletica Castello, vicino a casa mia, dove ho passato i primi anni. Non mi sono mai sentita privata della passione dai miei genitori per il mio essere donna, il mio babbo ama il calcio, è fiorentino e mi ha portata sempre allo stadio. La società non mi ha mai fatta sentire diversa, mi ha sempre integrata e tutt’ora lo fanno, mi invitano spesso agli allenamenti e alle feste, è sempre stata molto disponibile. Da lì sono passata alla Scuola Calcio Desolati, affiliata alla ACF Fiorentina: qui ho fatto un salto, sono cresciuta tecnicamente, poi sono andata al’ACF Firenze e nel 2013 a Brescia. Aggiungo anche che il calcio è stata una mia scelta, tra calcio e nuoto mamma non poteva portarmi dappertutto... e alla fine ha prevalso il calcio!".
All'età di 14 anni, ovvero quando per limiti di età non è più possibile per le ragazze giocare con i maschi, sei passata nel settore giovanile del Firenze, il "papà" della Fiorentina, la tua attuale squadra, con la quale prima del tuo trasferimento al Brescia ti sei tolta diverse soddisfazioni: esordio in prima squadra, promozione dalla A2 alla massima serie, esordio in Serie A giovanissima... Firenze oltre ad averti fatto nascere ti ha anche lanciata calcisticamente: spiegaci questi primi cinque anni in viola raccontandoci i momenti più belli passati!
"Sì, a 14 anni il Mister della Prima Squadra dell’ACF Firenze mi volle per fare la preparazione, la squadra era appena retrocessa dalla Serie A. C’erano ragazze grandi, che avevano toccato il calcio vero, per me è stata una grande esperienze ed emozione. Sono stata con loro arrivando alla promozione in Serie A, una promozione sudata e faticata perché non riuscivamo a salire, mancava sempre qualcosa; poi la stagione da neopromossa con tutte le difficoltà sul cammino... e la vittoria in coppa con la Primavera nel 2013, vincere con loro è stato il modo migliore per poter poi andare a Brescia lasciando comunque qualcosa di me".
Nel 2014 arriva la chiamata del Brescia e dopo aver ottenuto la maturità passi nelle fila delle biancoblù. Con le Leonesse vinci tutto in Italia: due Scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane. Oltre ad arricchire il tuo palmarès personale, quanto è stato importante dal punto di vista formativo trascorrere due anni lontano da casa in un ambiente diverso e in una squadra zeppa di campionesse?
"Tantissimo, la vita fuori casa mi ha fatto crescere umanamente in maniera esponenziale, ho capito in questi 3 anni quanto sia difficile vivere da soli, quanti sacrifici si devono fare e quanti ne fanno i genitori. Poi studiavo (e anche adesso studio) quindi è stata una esperienza completa. Anche professionalmente sono cresciuta, ero a contatto con giocatrici della Nazionale e ho dovuto assumente subito una mentalità di alto livello visto che venivo da una squadra che puntava a salvarsi. Ho cambiato mentalità, obiettivi e prestazioni in campo, poi anche la chiamata in Nazionale mi ha fatto fare un salto. Per arrivare a certi obiettivi ci vogliono sacrifici, grazie a questa esperienza ho capito cosa volessi dal mio futuro e quanto tenessi al calcio".
Con la maglia del Brescia hai avuto la possibilità di giocare diverse gare internazionali di Champions League. Il divario con i top team è ancora grande, basti pensare al doppio 3-0 subito dal Wolfsburg, ma il movimento è in crescita. Pensi che la strada intrapresa sia quella giusta per dare il giusto valore e far crescere il calcio femminile nella nostra Nazione?
"Siamo all’inizio perché purtroppo all'estero sono avanti, hanno progetti iniziati anni fa che ora danno frutti, in Italia è evidente che non sono stati fatti. Noi giocatrici facciamo il massimo, ci impegniamo nonostante non ci spettino gli stessi diritti degli uomini, facciamo tutto il possibile per portare in alto la maglia che indossiamo però vorremmo essere ripagate per quanto spendiamo in energie e tempo. Spesso molte di noi vanno ad allenarsi dopo il lavoro, e non è una semplice sudata un allenamento per la Serie A, quindi impegnativo, ci vuole la testa per concentrarsi. Lo stesso per coloro che studiano, lo so bene perché ci sono passata anche io. Il gap è rilevante, la Federazione ha iniziato a fare qualcosa ma prima di vedere i frutti dobbiamo far passare del tempo. Siamo all’inizio, ma non dobbiamo abbatterci, semmai dobbiamo insistere e crederci, poi il futuro parlerà per noi".
All'inizio di quest'anno hai deciso, da campionessa d'Italia e detentrice di Coppa Italia e Supercoppa Italiana, di tornare a casa. Per una ragazza autodefinitasi con "sangue viola", nata a Fiesole e cresciuta nelle giovanili del Firenze essere protagonista del progetto della neonata Fiorentina Women's deve essere un sogno che si avvera. Oltre all'amore per la maglia e la tua città natale, ci sono stati altri fattori che hanno influenzato la tua scelta?
"Avere la maglia viola addosso e il giglio sul petto ha prevalso su tutto. Il progetto della società è importante, finalmente una società maschile ha iniziato ad investire sul femminile, e già dall’inizio ho iniziato a buttare l’occhio. Prima ero diffidente, volevo vedere cosa e come era stata creata perché essendo a Brescia dove ho vinto tutto non avevo bisogno di cercare una nuova realtà. Poi quando è arrivata la proposta mi sono fidata della dirigenza, della mia famiglia e delle persone più care vicino a me che mi hanno aiutata nella decisione sul futuro. Mi è stato detto: “Ti sveglierai un mattina e capirai quale maglia vuoi avere addosso”. L’ultima mattina della scelta mi sono svegliata e ho capito quale era. La scelta è stata fatta per il progetto e per il mio futuro nel calcio... quindi ho scelto Firenze!".
Il fatto di non essere più una società a sé stante, come lo era ad esempio il Firenze, ma di essere la sezione femminile della Fiorentina e quindi far parte a tutti gli effetti di un club professionistico che vantaggi comporta? Pensi che la Fiorentina in Italia dovrebbe fungere da esempio per altre società?
"Sicuramente questo è un aspetto importante, ci fa sentire un’unica famiglia e questo aiuta anche la città e i fiorentini a capire che ci siamo anche noi, che la realtà femminile è presente. Indossare la stessa maglia dei maschi fa la differenza, ancora di più in una città pazza come Firenze! La Fiorentina è un esempio per gli altri solo se noi come progetto faremo bene, se non portiamo niente di concreto non riusciremo a sviluppare questa idea che stiamo portando avanti e sulla quale si sta investendo molto. I vantaggi sono diversi, non solo il materiale e la mentalità ma anche le persone all’interno che fanno la differenza: tutti questi punti giocano a favore della Fiorentina!".
Punteggio pieno con 24 punti fatti in 8 partite, la bellezza di 34 reti segnate (media strabiliante di 4,25 gol a partita), appena 3 reti subite e differenza reti di +31 (il Brescia, secondo in classifica e sconfitto nello scontro diretto per 5-0, ha +10, stessa differenza reti del Tavagnacco, quarto, mentre la Res Roma, terza, arriva a +11 senza che nessun'altra squadra sia stata in grado di far meglio): i numeri parlano chiaro, la Fiorentina ha letteralmente dominato questa prima parte di campionato! Ti aspettavi una simile partenza? L'obiettivo di fare la doppietta Scudetto-Coppa Italia pare scontato, giusto?
"Non mi aspettavo questa partenza perché siamo tante nuove calciatrici in progetto nuovo che parte da zero anche quest’anno. Non è stato facile all’inizio, ci siamo dovute adattare e fare sacrifici per entrare in sintonia, conoscerci anche con lo staff. L’inizio è stato un po’ travagliato ma anche bello, si vive la squadra e le piccolezze che magari chi gioca insieme da tempo non nota. Dobbiamo dare merito a ciò che abbiamo fatto già dal ritiro, ora stiamo solo raccogliendo i frutti, e non è finita. Domenica dobbiamo fare bene, anche quella sfida conta 3 punti e affrontiamo le partite quindi una per volta. Non pensiamo a Scudetto o Coppa al momento, a maggio tireremo le somme, ragioniamo tutte allenamento dopo allenamento e partita dopo partita per portare a casa il bottino più alto".
Capitolo Nazionale: hai fatto la trafila nelle giovanili risultando titolare inamovibile sia in Under 17 che in Under 19, ora risulti di fondamentale importanza anche tra le grandi di Cabrini. Che sensazione dà vestire la maglia azzurra?
"Non è facile spiegare a parole quanto sia bello vestirla e sentire l’inno di Mameli, i brividi che scaturiscono e tutto quello che concerne. In quel momento si rappresenta non solo la Nazionale ma anche tutto un movimento, tutte le ragazzine giovani che la sognano e quelle che non hanno avuto la possibilità di giocare. Dalle giovanili alla Nazionale Maggiore è stata tutta una crescita, adesso con l’Europeo siamo all’inizio di una grande avventura, spero di poter continuare a vestirla ma dipenderà da me e da quello che faccio con la Fiorentina, quindi tutto parte da Firenze. Cerco di giocare bene affinché Mister Cabrini mi convochi, le scelte le fa lui e io posso solo dare il massimo. Quando parlo di Nazionale lo faccio sempre in punta di piedi, perché vorrei restarci ancora in futuro e far parte di questo gruppo, non sono scaramantica ma molto rispettosa!".
Quest'estate ci saranno gli Europei dove siete state inserite in un girone di ferro con Germania, Svezia e Russia. Al torneo di Manaus, giocato il mese scorso, avete fatto una bella figura perdendo in finale contro il Brasile e ottenendo un buon secondo posto, utile soprattutto per il morale. Mister Cabrini sicuramente è tornato in Italia con diverse certezze in più. Tra l'altro, nella fase a gironi avete battuto proprio la Russia che sarà nel vostro girone anche agli Europei. Raccontaci l'esperienza brasiliana e quali sono gli obiettivi per l'Europeo.
"Il torneo in Brasile è stata un’occasione più unica che rara, a livello di esperienza veramente indimenticabile perché in questi venti giorni abbiamo davvero fatto gruppo con la Nazionale. La vittoria contro la Russia non conta, non sarà questa la formazione che incontreremo agli Europei e poi ci saranno altre due squadre ben difficili da affrontare. Il torneo è stato faticoso dal punto di vista dei trasporti, tutte quelle ore di volo che si ammassavano, però ne è valsa la pena: c’è ancora tanto da fare e su cui lavorare per arrivare al top alla fine di giugno. L’obiettivo è crescere insieme e fare del nostro meglio, il girone sarà difficile, vedremo quello che riusciremo a dare in campo!".
Grazie a Elena e allo società Fiorentina Women's per la gentilezza e la disponibilità dimostratami e in bocca al lupo per il futuro calcistico e non!
Intervista di Federico Scarso.
Nella foto di Alessandro Rosa, Elena in azione con la maglia viola nell'incontro Luserna-Fiorentina valevole per la sesta giornata del campionato di Serie A 2016-2017 giocata lo scorso 19 novembre.