Camelia Ceasar, giovane portiere di talento in forza al Brescia, si racconta a Calciodonne
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Come sei diventata una calciatrice e un portiere?
"Da piccola ero molto legata ai miei cugini: facevamo molte cose insieme, una di queste era giocare a calcio. Quando loro decisero di iscriversi ufficialmente a una squadra, cominciai a chiedere ai miei genitori se potevo andare anche io. Sono stata fortunata: mio padre ha una grandissima passione verso il calcio, quindi ha convinto anche mia madre che era contraria. Sono diventata un portiere perché il nostro si era rotto il braccio, con tutta l'incoscienza di una bambina chiesi di andare io e da allora l’allenatore decise di far giocare me in quel ruolo. Si è conclusa così la mia carriera da centrocampista".
Hai esordito in Serie A giovanissima: come è stata quell'avventura con la maglia del Torino?
"Ho esordito a 14 anni. È stata un'esperienza vissuta intensamente. Eravamo una squadra molto giovane, le squadre più affermate ci davano delle vere e proprie lezioni di calcio, ho avuto modo di "imparare a stare al mondo" subito, è stato un anno di rivelazione, mi ha fatto capire quanto sarebbe stato difficile competere con certe calciatrici e quanto sarebbe stato bello invece giocarci insieme".
Quell'anno purtroppo la tua squadra arrivò ultima e retrocesse in Serie B. Tu però continuasti a rimanere in Serie A in quanto notata dal Brescia che ti scelse come secondo portiere. Alla tua prima stagione in biancoblù ottenesti subito la vittoria dello Scudetto giocando anche diverse partite da titolare. Che differenze ci sono nell'approdare in un top club come il Brescia e quella stagione e quel trofeo che emozioni ti diedero?
"Per fortuna sono stata chiamata dal Brescia, ma se ho potuto andarci è grazie ai miei genitori che mi hanno dato la possibilità di inseguire il mio sogno nonostante avessi solo 15 anni. La scelta era: resto in una squadra inferiore sapendo di poter giocare, oppure vado in una squadra migliore con la consapevolezza di non giocare? Ho scelto il Brescia perché avevo e ho tuttora bisogno di crescere, devo molto alla società per come mi ha accolta, per questo vincere lo Scudetto il primo anno, giocando gran parte della stagione da titolare dopo l’infortunio di Marchitelli, mi ha riempito di gioia. Avevo appena 16 anni, non avevo realizzato bene quel che avevamo fatto, ma ora ogni volta che ci ripenso, mi vengono i brividi".
Racconta invece il tuo esordio in Champions League: che effetto fa giocare una gara internazionale?
"Il ricordo dell'esordio di Champions è memorabile: ricordo che prima di andare a giocare la partita ci eravamo preparate con coperte e giacconi per affrontare al meglio il freddo, dopo mezz'ora il Mister mi chiama e mi dice di scaldarmi. Sono entrata poco dopo il gol di Bonansea, era fondamentale mantenere il risultato e io volevo essere pronta per la squadra. Giocare una partita internazionale è molto più difficile, ma quando esci dal campo, ti senti più ricca dentro".
L'ultima doppia sfida di Champions contro il Medyk Konin sono stati 180 minuti al cardiopalma: in Polonia avanti 1-3 vi siete fatte rimontare e superare subendo tre reti negli ultimi quindici minuti perdendo così 4-3, al Rigamonti, al contrario, siete andate sotto 1-2 per poi ribaltare tutto e qualificarvi grazie al 3-2 finale. Tu hai vissuto dalla panchina entrambe le gare: racconta le sensazioni tue e della squadra nell'andamento della doppia sfida!
"Il passaggio del turno contro il Medik Konin mi ha regalato una gioia immensa, anche se non vissuta da titolare quella del ritorno è stata una delle più belle vittorie per quanto mi riguarda. Siamo partite con un atteggiamento sbagliato, non ci siamo godute il nostro gioco per molti aspetti, ma io sono veramente orgogliosa dei passi che stiamo facendo, rimontare un risultato così non era facile, soprattutto sull'1-2 in casa nostra. Le mie compagne in campo hanno dato davvero tutto per recuperare il risultato, ma anche noi in panchina abbiamo dato tutto per cercare di stare vicino a loro. Dobbiamo solo correggere alcune cose e prendere consapevolezza di ciò che possiamo fare per il futuro, questo turno ha dimostrato tanto".
Il Fortuna Hjørring è invece la squadra che affronterete agli ottavi di finale. Curioso è il fatto che sia lo stesso ottavo di finale dell'anno scorso, dove tu giocasti in entrambe le gare tutti e 90 i minuti, dove vinceste 1-0 al Rigamonti e pareggiaste all'89esimo in Danimarca con gol realizzato da Lisa Boattin, oggi al Verona. Che squadra è il Fortuna Hjørring e che tipo di gare ti aspetti?
"Sicuramente il Fortuna Hjørring è meno impossibile da affrontare rispetto ad altre squadre come Wolfsburg e Lione, ma non sarà per niente semplice. Mi aspetto una gara molto tosta, loro saranno molto motivate visto il risultato dello scorso anno, ma anche noi lo saremo altrettanto. Sono sicuramente due squadre cambiate rispetto al passato, sarà bello riconfrontarsi, però dimenticandosi di quello che si è fatto lo scorso anno: questa sarà un'altra partita!".
Il Brescia anno dopo anno personalmente mi dà l'idea di essere un cantiere in continua espansione e miglioramento: quali sono i vostri progetti per il futuro per ridurre il divario dai club europei di vertice come ad esempio il Wolfsburg e l'Olympique Lione?
"Nel suo piccolo la società del Brescia sta cercando di fare molti passi avanti attraverso sacrifici notevoli: penso che prima di ricevere bisogna dare molto e in questo caso la nostra società sta dando molto per migliorare il futuro e piano piano i risultati verranno. Per quanto riguarda noi, per cercare di avvicinarci il più possibile a top club, dobbiamo fare dei passi in avanti mentalmente, cercare di giocare ogni partita con la stessa intensità: stiamo lavorando molto per questo".
Capitolo Nazionale: nell'aprile 2012 il coordinatore delle squadre Nazionali giovanili femminili Corrado Corradini ti aveva convocato per un raduno con la Nazionale Italiana Under 17 ma purtroppo non hai potuto indossare la maglia della Azzurrine per un problema legato alla naturalizzazione. In seguito è comunque arrivata la chiamata della Nazionale Under 19 del tuo Paese d'origine, la Romania, alla quale hai risposto affermativamente. In ottica Nazionale maggiore, se avessi la possibilità di scegliere, ora come ora giocheresti per l'Italia o per la Romania?
"Ho giocato nell’Under 19 della Romania: è stata un'esperienza incredibile che mi ha fatta crescere molto, sono stata contenta per le compagne che ho trovato. In questo momento ho scelto di non rispondere a chiamate della maggiore e di sbrigarmi il più possibile per ottenere la cittadinanza italiana, per il resto si vedrà!".
Fuori dal rettangolo verde sei una ragazza sempre con il sorriso, allegra e solare, come appari sui social e nelle interviste? Raccontaci della Camelia Ceasar ragazza!
"Sono una ragazza allegra e col sorriso perché ogni cosa la vivo con molta serenità, fare parte di questa squadra è una fortuna per me, sono cresciuta con queste compagne, siamo un gruppo davvero affiatato. Social e interviste: parto dal presupposto che voglio sempre essere me stessa, non ho mai cercato di sforzarmi a fare cose che non mi riguardano, dico quello che penso sia giusto, a volte sbagliando e a volte no, ma parto sempre con l'idea di essere me stessa, cosa per me fondamentale".
Abbiamo finito: non ti resta che invitare tutti i lettori al Rigamonti per la gara contro il Fortuna Hjørring!
"La gara contro il Fortuna Hjørring è da vedere assolutamente: è una partita molto difficile che ci metterà ulteriormente alla prova, noi vi aspettiamo in molti perché quando entriamo in campo e sentiamo che la gente è lì per giocare insieme a noi, diamo il triplo di quello che possiamo dare. Siete fondamentali, perciò non mancate!".
Grazie di cuore, Camelia, per questa bellissima intervista. Sei una persona vera ed è un pregio del quale purtroppo non tutti si possono fregiare. Ci vediamo al Rigamonti per la Champions... e forza Gnare!
Intervista di Federico Scarso.
Nella foto di Fabio Fazzari e Mara Ramella Camelia Ceasar in azione nel quarto di finale di ritorno di Champions League dello scorso anno che ha visto le gnare sconfitte 0-3 dal Wolfsburg, che si laureerà poi vicecampione europeo.