Estensione triennale del proprio contratto. È con queste parole che il sito ufficiale della squadra tedesca di Seconda Divisione dell'Herforder ha comunicato il prolungamento dell'accordo (che sarebbe scaduto a giugno) con l'attaccante di origini italiane Giustina Ronzetti. Il nuovo contratto conferma ancora una volta il grande valore che Giustina riveste all'interno della squadra rossonera. Sono i numeri di quest'anno parlano chiaro: diciotto partite, sedici gol, l'ultimo segnato proprio nella sfida di domenica nel 4-2 in casa del Turbine Postdam. Ancora più chiaramente parlano poi le cifre che hanno accompagnato questi suoi primi cinque anni nel calcio tedesco, divisi tra quattro in Seconda Divisione e uno in Bundesliga: novantacinque le gare e quarantacinque le reti segnate. In soldoni: Giustina Ronzetti segna quasi ogni due partite.

Numeri importanti, certo, ma che nascono dalla storia di un'attaccante che ha vissuto anche momenti duri proprio nel suo primo anno in Bundesliga, influenzato da un serio infortunio al ginocchio e culminato con la retrocessione dell'Herforder. Giustina racconta la sua avventura in Germania a calciodonne.it.

Quando hai iniziato a giocare a calcio e da cosa è nata questa passione?
L'amore per il calcio nasce da mio padre, che ha giocato tutta la sua vita e mi ha dato questa passione fin da quando ero piccola. Ho iniziato a cinque anni, ma il calcio a quel tempo per me era più che altro un divertimento. A diciotto anni invece ho deciso di entrare nella Seconda Divisione con l'Herfoder.

Il calcio tedesco è considerato uno dei più importanti d'Europa. Puoi raccontarci come vivi la settimana in preparazione della gara? È stata dura rispetto a quando lo facevi per divertimento?
Sono una giocatrice professionista e per questo tutta la mia settimana è incentrata sulla gara della domenica. La mia vita, al momento, è focalizzata su questo sport. Mi sveglio presto al mattino, vado in palestra, poi mangio e mi riposo per l'allenamento del pomeriggio. Questa di solito è la mia giornata tipo. Cerco di mangiare sano e di dormire molto per avere un buon recupero. Rispetto a prima è stato un grande cambiamento dal punto di vista fisico e tecnico, ma lavorando duro lo puoi fare.

Uno dei sogni di molte giocatrici italiane è quello di fare calcio in Germania, proprio per avere la possibilità di fare del calcio la loro vita e, magari, aver la possibilità di mantenersi attraverso questo sport come un qualsiasi altro professionista. Vuoi raccontarci invece il tuo punto di vista?
Credo che per una donna una vita indipendente grazie al calcio sia difficile. Prenderai sempre meno soldi rispetto ad un uomo, ma credo che anche una ragazza possa avere una vita professionistica nel calcio.

Sempre in tema di sogni, per una calciatrice di solito c'è quello di essere convocata in nazionale. Anche per te?
Certo, posso immaginare di poter giocare per la nazionale. La mia migliore amica Laura Giuliani ci gioca e me ne parla spesso. Se mi convocheranno in nazionale, ovviamente, sarò felice di farne parte.

Aspettando la maglia azzurra uno dei tuoi sogni è quello di tornare in Bundesliga, dove sei già stata nella scorsa stagione, segnando tre reti, ma giocando solo dodici partite a causa di un serio infortunio al ginocchio. Come hai vissuto quella stagione?
È stato un momento molto duro per me perché avevo lavorato molto duramente per arrivare alla Bundesliga. Quando è successo tutto il mio mondo era in pezzi. Improvvisamente per sei o otto mesi non potevo più andare ogni giorno al campo. A fare la differenza credo sia stato il fatto che sono una persona ambiziosa e per me c'era solo una opzione: lavorare duro e tornare più forte. Alla fine ce l'ho fatta e quindi se sono più forte di prima devo essere grata anche a quell'infortunio.

Daniele Pompignoli
Twitter: @dpompignoli