Maria Josefina Karlsson, per rilanciare da svedese il calcio femminile italiano!
- Laura Pressi
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Intervista a una calciatrice svedese molto speciale del nostro campionato italiano che gioca nella squadra dell'Agsm Verona.
1) Quanti anni hai? Quando hai iniziato a giocare a calcio? Quale scuola hai frequentato in Svezia?
Ho 28 anni e ho cominciato a giocare a calcio quando avevo 7 anni. Mia sorella più grande giocava e anche tutti i miei amici, ragazze e ragazzi. In Svezia ho fatto la scuola pubblica (elementare, medie, superiori) come tutti e dopo il gymnasium (3 anni), li studiavo economia e c'era anche una scuola specialistica per il calcio. Nel 2007 mi sono laureata come health coach e nutrizionista all'università a Göteborg.
2) In quali squadre hai giocato in Svezia?
Fino ai 16 anni giocavo con una squadra che si chiama Sätila sk, il mio primo anno in serie A è stato nel 2002 e giocavo con Kopparbergs/Göteborgs fc fino al 2008. dopo mi sono trasferita in un'altra città e ho giocato in una nuova squadra che si chiama Linköping fc. e con loro ho vinto lo scudetto, la coppa svedese, la supercoppa e ho giocato la Champions League due anni. Nel 2011 mi sono trasferita in Inghilterra per giocare come prima svedese nel nuovo FA Women Super League. Nel Gennaio 2012 ho cominciato a giocare con il Verona Agsm.
3) Quale è il tuo ruolo e come ti trovi nella squadra del Verona Agsm?
Gioco difensore centrale e mi trovo bene con la squadra e lo staff. E' diverso giocare qui in Italia per tanti motivi. Primo per la lingua, ma anche per il modo di giocare, la tattica, la mentalità che sono diversi. È una bella esperienza giocare all'estero, una esperienza che mi serviva dopo che sono stata per nove anni in serie A svedese. Sono qui da quasi due anni e ovviamente tutto è molto più semplice adesso che parlo e capisco bene l'italiano e ho anche una vita privata fuori dal calcio. Tutto questo è per me molto importante per potere fare il massimo sul campo. Mi piace la sfida di stare qui in Italia perché mi fa crescere come giocatrice e come persona.
4) Perché hai scelto di giocare in Italia?
Ho giocato nove anni in Svezia e ho vinto tutto ciò che si può vincere con una squadra in uno dei campionati più forti in Europa. Volevo fare un'esperienza all'estero e il nostro portiere Stephanie Öhrstrom, che è venuta a Verona un anno prima di me, mi ha chiamata e mi ha detto che il Verona stava cercando un difensore centrale. La società ha chiamato il mio procuratore e quando ho visitato il club e la città la prima volta, la scelta di venire qui è stata semplice per me.
5) Quali sono le differenze tra il campionato italiano e quello svedese?
Il campionato svedese è più forte. Secondo me perché in Svezia ci sono 12 squadre abbastanza equilibrate, qui in Italia invece ci sono 16 squadre e purtroppo c'è tanta differenza e disparità tra loro. Un'altra grande differenza è che il calcio femminile in Svezia è molto più seguito dai giornali, dalla tv e dai media in generale. Anche la mentalità è diversa. Inoltre il Calcio femminile in Svezia è professionale, cosa che in Italia non è.
6) Come è considerato il calcio femminile in Svezia? Come quello maschile?
Il calcio femminile in Svezia è molto seguito e molto rispettato. Si fanno vedere le partite in diretta ogni settimana in tv e quasi tutte le ragazze sono professioniste. La differenza fra calcio maschile e calcio femminile non è per niente grande così come in Italia. Dopo quasi due anni che gioco in Italia mi rendo conto che ci sono tante cose da fare per incentivare e far crescere il calcio femminile in Italia. Ma tante persone stanno lavorando molto bene e le cose stanno migliorando. Però il fatto è che secondo me per fare crescere il campionato in Italia la federazione deve lavorare meglio per aiutare questo sport al femminile e in questo modo tra qualche anno il calcio femminile potrà diventare professionale, come è in tanti altri Paesi in Europa. Per me è come tornare alcuni anni indietro quando gioco qui, lo sapevo anche prima di venire qui e spero che, dentro e fuori dal campo, potrò aiutare a far crescere il calcio femminile in Italia.
7) Questa estate c'è stato l'Europeo in Svezia, hai giocato? Come è andata per voi padroni di casa? Quanto ha investito la Svezia su questo Europeo?
Non ho giocato l'Europeo però sono stata in Svezia e ho seguito qualche partite dal vivo. È stato un bellissimo torneo con più di 200.000 persone che hanno seguito le partite live negli stadi. Un nuovo record. C'erano quasi 800 giornalisti accreditati all'Europeo, purtroppo zero dall'Italia. La federazione svedese e le città hanno fatto un lavoro fantastico. La Svezia purtroppo ha perso contro la Germania in semi finale, ma per il Paese questo torneo è stato comunque un grande successo ed una grande vittoria.
8) Ti piacerebbe essere convocata al prossimo mondiale in Canada nel 2015?
Giocare un coppa del mondo con la nazionale sarebbe fantastico, ma non ci sto pensando adesso. Cerco di fare del mio meglio a Verona, e se farò bene qui, la nazionale potrà essere una conseguenza...
9) Ti piace vivere in Italia? Hai nostalgia di casa?
Si, mi trovo molto bene e mi piace vivere qui. È più bello adesso che riesco a parlare bene l'Italiano e posso spiegarmi ed esprimermi. Ho lasciato casa quando avevo 16 anni, io e la mia famiglia ci siamo abituati a stare lontani. Adesso sono cinque anni che sono via dalla mia città, Göteborg, e non ho tanta nostalgia. Ho amici in tutto il mondo e i miei amici più stretti e la mia famiglia vengono ogni tanto a trovarmi. Per me è una esperienza fantastica vivere all'estero, vivere il calcio come lavoro, imparare un'altra lingua, incontrare nuove persone, scoprire nuovi posti e tutto ciò che un'altra cultura ha da offrire. So che sono molto fortunata a stare qui e fare quello che mi piace di più.
10) Un domani pensi di tornare in Svezia o rimarrai a vivere in Italia?
A questo punto non posso dire dove vivrò fra qualche anno.. Può essere in Italia, in Svezia o in un altro posto nel mondo. Spero che fra qualche anno vivrò in un posto dove sarò molto felice in tutto: lavoro, amici e amore.
11) Sei stata ingaggiata dall'emittente televisiva Telearena come opinionista e conduttrice di una trasmissione sportiva in onda ogni Lunedì, raccontaci questa tua nuova esperienza e quali sono i contributi che puoi portare con questa possibilità di visibilità che ti viene data per rilanciare il calcio femminile italiano e per la tua squadra.
È una bella esperienza per me stare in tv a Telearena, ringrazio loro e Gianluca Tavellin che mi ha chiesto di collaborare assieme. Non avrei mai pensato due anni fa circa, quando sono arrivata in Italia, di ritrovarmi a condurre una diretta tv dopo così poco tempo, in quella che è diventata la mia terza lingua: l'italiano. É veramente bello per tanti motivi. Per me stessa: cresco come persona ed è una esperienza che per me varrà tanto in futuro. Non ci sono tante calciatrici che non devono lavorare dopo la carriera e adesso che ho la possibilità di fare esperienza durante il tempo libero lo faccio con piacere. Non sono una ragazza a cui piace stare a casa a fare niente.
12) Quali sono le tue aspettative e i tuoi obiettivi per il futuro?
Ho giocato in Serie A per 12 anni in tre Paesi diversi, mi piace ancora giocare e la vita che faccio grazie al calcio. Adesso faccio il mio massimo per aiutare il Verona e spero di giocare fino a che non avrò più motivazioni. Mi auguro che al momento in cui smetterò di giocare potrò fare un lavoro soddisfacente e che mi piace come lo è ora il calcio. Ho una laurea come health coach e nutrizionista e credo che, assieme all'esperienza del calcio, le lingue imparate e le culture in cui ho vissuto, tutto questo possa aiutarmi a vivere una bella vita anche in futuro.
Laura Pressi