Regole e presunti mobbing: ci sono piccoli casi Tevez
- maurizio faretta
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Settembre 2011 L'attaccante argentino:Carlitos Tevez si è rifiutato di scendere in campo per una sostituzione nel secondo tempo di Bayern Monaco - Manchester City di Champions League, e il suo allenatore Roberto Mancini ha annunciato al termine dell'incontro che se la decisione sarà lasciata a lui, non lo farà giocare mai più. Tevez vuole cambiare squadra, ma il City non molla, non lo vende, ma non viene più convocato.
Si parlerà poi di certificati medici di psicologi e di mobbing. Inter, Milan e PSG sono pronte ad abbracciare il povero argentino, vessato dagli inglesi. Dove finiscono le regole stabilite, i contratti milionari firmati con avvocati e procuratori e dove cominciano i diritti (troppi) delle star del pallone.
Ho preso spunto dalla telenovela del calciomercato, per parlare di un tema sentito anche nel nostro piccolo mondo di baby-calciatrici. Esistono una serie di presunte problematiche legate al carattere degli allenatori: poco rispettosi, troppo severi, poco propensi al dialogo.
Ci sono addetti ai lavori che non fanno sentire a proprio agio la ragazzina, che diventa insofferente verso le compagne e l'ambiente in toto. Questo malessere porta a rinunciare agli allenamenti e alle partite, con un rifiuto di tutto quello che è il calcio.
Talvolta però compaiono lettere o e-mail, dove i genitori chiedono alla propria società una liberatoria, perchè improvvisamente dal nulla è spuntata una nuova squadra che si prenderà cura della povera bambina per liberarla dalla sua prigione, ma soprattutto per evitare di perdere una tesserata e quindi una giovane calciatrice.
Ci lamentiamo che in Italia non esistono regole, però qualcuno trova sempre il modo per aggirare quanto stabilito dall'art. 42/1/c delle NOIF.
Esistono sicuramente squadre dove le ragazzine vivono situazioni e ambienti poco sereni, ma ci sono purtroppo dirigenti poco seri, che agiscono nell'ombra per procacciare nuovi talenti.
Lascio uno spunto a tesserati, giocatrici o semplici genitori a dire la propria opinione in proposito
Maurizio Faretta