La grande sorpresa di Gravina regala una promessa al calcio femminile
- Walter Pettinati
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Ieri il tanto atteso Consiglio Federale ha decretato e assegnato i titoli della vergognosa fine dei giochi (il maschile gioca, il femminile no) dei campionati di calcio femminile targati DCF-FIGC. Scudetto assegnato d'ufficio alla Juventus, capolista con 9 punti di vantaggio su Fiorentina e Milan a 6 giornate dalla fine con una gara da recuperare per le due inseguitrici a pari merito. Fiorentina in Champions League; Tavagnacco e Orobica retrocesse in serie B. Napoli e San Marino promosse in serie A. La serie cadetta viene portata a 14 squadre, mentre la serie A rimane, giustamente , a 12 squadre.
La grande sorpresa annunciata dal presidente federale
La sua dichiarazione mi aveva portato a scrivere un post (utopico) sul mio profilo facebook dove prevedevo l'annuncio del professionismo, a mio avviso l'unica sorpresa che il presidente Gravina potesse farci dopo la delusione di aver permesso lo stop del campionato di serie A. Non ho mai creduto ad una serie A allargata a 14 squadre, considerato che in Italia, al momento, non vi sono le atlete per poter completare organici competitivi e che le straniere che arrivano sono in gran parte al di sotto delle nostre (facciamo crescere le nostre giovani).
La sorpresa c'è stata quando ho letto: "introducendo il tema dello sviluppo del calcio femminile italiano, il presidente Gravina ha proposto, e il Consiglio ha condiviso all’unanimità, l’avviamento di un progetto graduale teso al riconoscimento del professionismo, a partire dalla stagione 2022/2023."
Una dichiarazione che può dire tanto e non può dire nulla anche perchè fatta da un politico abituato a promettere sapendo che le cose cambiano, così come le persone, nel tempo. Lui ha il merito di aver lanciato la proposta, accettata dal consiglio, e dopo si vedrà. Nel frattempo, ci saranno le elezioni per le nuove cariche federali, il Ministro dello Sport potrebbe cambiare e così si rimanda al domani quello che potrebbe essere fatto oggi.
Il calcio femminile si merita certezze non progetti e promesse. Sarebbe stato diverso se avesse ratificato l'annuncio del campionato professionistico 2022-2023. Il progetto graduale è cosa loro, l'importante, in questo momento, sarebbe stato dare al calcio femminile e alle calciatrici un punto di partenza certo.
La discriminazione di genere nello sport Italiano è una piega indegna da debellare, si cerca ogni via di fuga pur di non modificare la legge 91 e affrontare questo problema che secondo me sarebbe semplice da risolvere: basterebbe lasciare la libertà di decisione alle società se assumere una calciatrice come dilettante o professionista e questo in tutti gli sport. Lo Stato e le Federazioni non dovrebbero fare arbitrio sui lavoratori e sul diritto al lavoro in base alle singole capacità.
Walter Pettinati