Si da fuoco per protesta contro gli stadi vietati alle donne
- Walter Pettinati
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Non ce l’ha fatta Sahar Khodayari, la 29enne tifosa di calcio iraniana che nei giorni scorsi si era data fuoco davanti a un tribunale di Teheran per protestare contro il divieto per le donne di entrare negli stadi.
Le ustioni di terzo grado sono state fatali. A nulla sono servite le cure dei sanitari dell'ospedale della capitale iraniana. Sahar è deceduta.
La ragazza era stata fermata a marzo allo stadio Azadi di Teheran. Per vedere la partita si era travestita da uomo. Niente e nessuno le avrebbe impedito di assistere alla partita della sua squadra, l’Estghlal contro l’Al Ain, club degli Emirati Arabi Uniti.
L'ha tradita un selfie fatto allo stadio. E' stata arrestata e portata nel carcere femminile di Gharchak Varamin a sud di Teheran, ritenuto tra i peggiori in termini di condizioni di vita.
Entrare in uno stadio in Iran è reato per le donne, la pena è la galera. La sorella di Sarah rivela che dopo l'arresto è stata rilasciata su cauzione e quando a settembre si è recata al Tribunale le hanno negato la restituzione del cellulare in quanto doveva scontare ancora 6 mesi per oltraggio al pudore. Sconvolta, si è versata benzina addosso e si è data fuoco procurandosi ustioni di terzo grado nel 90 per cento del corpo.
L’Iran ad oggi è l’unico Paese al mondo che vieta l’ingresso delle donne negli stadi sportivi. In una lettera aperta alla Fifa diciotto note attiviste iraniane, tra le quali il premio Nobel Shirin Ebadi, avevano chiesto di intervenire sulla vicenda. Chiedevano proprio alla Fifa di rispettare i suoi principi, e ritenere l’Iran responsabile della violazione dell’articolo 4 in cui si afferma che la discriminazione di qualsiasi tipo “è severamente vietata e punibile con la sospensione o l’espulsione”.
I sostenitori dei diritti delle donne di @OpenStadiums e #NoBanForWomen hanno scritto per anni alla Fifa e alla Confederazione asiatica di calcio per chiedere alle Federazioni di rispettare le proprie regole. All’inizio di luglio anche Gianni Infantino, presidente della Fifa, aveva fatto pressioni all’iran per avere rassicurazioni sul fatto che le donne saranno ammesse ad assistere alle gare valide per le qualificazioni della Coppa del Mondo 2022. Intanto, però, si è consumata una tragedia che resterà nella storia.
Walter Pettinati
Fonte: www.business.it