INTERVISTA A ENRICO SBARDELLA
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INTERVISTA A ENRICO SBARDELLA, ALLENATORE DELLA NAZIONALE FEMMINILE U17
Come lavora il tecnico della Nazionale Femminile Under 17: tecnica, tattica, preparazione fisica e gestione del gruppo.
A cura di Roberto Bonacini
Articolo concesso da www.allenatore.net magazine – Mese Aprile 2007
Continuiamo con questo articolo a conoscere, nel loro lavoro, i Tecnici degli Staff delle Nazionali Femminili.
Lo scorso mese siamo stati in compagnia di Giorgia Brenzan, preparatore dei portieri; in questo numero di Aprile abbiano invece il piacere di ospitare il tecnico romano Enrico Sbardella.
Sbardella, da me conosciuto in occasione di raduni delle Nazionali, e con il quale sono spesso in contatto per scambi di idee e pareri costruttivi, ci relazione sul suo metodico lavoro in ambito Nazionale; lavoro che l’ho a portato, in questi ultimi anni, a perseguire prestigiosi traguardi e ad porre le basi per un futuro ricco, speriamo, di soddisfazioni, per lui, e per tutti coloro che gravitano intorno ad un calcio, quello femminile, spesso poco considerato, ma affascinante e ricco di valori. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
IN VISTA DI UN RADUNO COME ORGANIZZI E PIANIFICHI IL PIANO DI LAVORO CHE ANDRAI POI AD ATTUARE?
Essendo quella della Nazionale un’attività cadenzata da impegni ufficiali (tornei di qualificazione agli Europei) con periodi specifici, cerco di strutturare un macrociclo, da Settembre a Giugno, all’interno del quale i microcicli (nel nostro caso i raduni mensili) sono suddivisi in stage di visionatura, preparazione, gare di avvicinamento e gare ufficiali.
Avendo poco tempo a disposizione per poter lavorare con le ragazze, cerco di sfruttare al massimo la competenza e la professionalità dello Staff Medico monitorando periodicamente gli aspetti antropometrici ed atletici delle ragazze.
Sono dell’idea che alla fine solo il campo darà il responso finale, ma un’aiutino dalla scienza non fa male!!
QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ CHE UN ALLENATORE RISCONTRA IN AMBITO DI UNA NAZIONALE FEMMINILE?
Confrontandomi con i colleghi delle “maschili” ho notato che per entrambi i casi l’aspetto peggiore d’affrontare è quello legato al poco tempo a disposizione per poter lavorare con la squadra.
A conti fatti in tre giorni al mese non si riesce a trasmettere un’impronta tattica alla squadra ed è per questo che non possiamo parlare di allenatore in ambito di squadre nazionali giovanili ma piuttosto di selezionatore.
Cercare quindi di vedere più giocatrici possibili, scegliere quelle pronte e capire la giusta collocazione in campo ed il ruolo dove esprimono al meglio il proprio potenziale.
Dopodichè dedicarsi all’aspetto mentale, vero limite del calcio femminile italiano.
Le ragazze giovani non sono abituate a giocare sotto pressione agonistica e questo in campo internazionale lo paghiamo a caro prezzo, soprattutto contro i paesi nordici, grintosi di natura.
Tecnicamente non siamo inferiori a nessuno ma caratterialmente abbiamo ancora tante lacune da colmare.
OLTRE AD ESSERE RESPONSABILE DELL’U17, SVOLGI ANCHE IL RUOLO DI VICE ALLENATORE NELL’U19. COME COLLABORI, ORGANIZZATIVAMENTE PARLANDO, CON MISTER CORRADINI?
Per farti capire il livello di collaborazione e stima che accomuna i tecnici e gli Staff delle nazionali femminili ti rispondo così: 16 calciatrici su 20 convocate per l’amichevole con l’Irlanda dell’Under 19 provengono dalla 17; la Gama, in un anno, è passata da capitano della U17 alla Nazionale A.
Le squadre sono tre ma l’idea che ci accomuna è unica, far crescere questo movimento in Italia.
COME SI LAVORA CON UN GRUPPO CHE SI TROVA IN STAGE DI TRE GIORNI?
Le ragazze arrivano il Lunedì mattina e quindi bisogna tener conto della partita che le più giocano la domenica e del viaggio.
Per questo motivo il pomeriggio preferisco dedicarlo alla tecnica individuale ed alla tattica applicata, soffermarmi sul rapporto con la palla e lavorare sul tempo e lo spazio, parametri fondamentali del calcio.
Prima di cena riunione tecnica per parlare con la squadra dei lavori tattici da effettuare il giorno dopo.
Il Martedì mattina lavoriamo sulla fase di non possesso palla, prima a reparti e poi collettiva; concludo sempre con una partita situazionale a campo ridotto.
Il pomeriggio fase di possesso, 11>0, situazioni con tiro e partitina libera in chiusura.
Prima di cena riunione con lo Staff Medico, tema salute e nutrizione.
Mercoledì mattina amichevole 11>11 in famiglia o con squadre locali.
I carichi di lavoro atletico non vengono presi in considerazione in uno stage di tre giorni.
NEI RADUNI PIÙ LUNGHI, INVECE, COME È STRUTTURATO SEMPRE IL LAVORO ATLETICO, TECNICO E TATTICO?
La U19 e la U17, avendo le stesse problematiche, naturalmente differenti dalla nazionale maggiore, seguono un percorso di approccio alla competizione ufficiale simile nella struttura e variabile nei contenuti, a secondo delle necessità dei Mister e dei preparatori.
QUALE È IL MODULO CHE PREDILIGE SBARDELLA E QUELLO CHE INVECE, PER CARATTERISTICHE DELLE GIOCATRICI, PROPONE SUL CAMPO?
Non mi vergogno ad ammettere di essere un fanatico di Zeman, ancora di più dopo aver dedicata anni fa un’intera vacanza estiva dietro al raduno della sua Lazio.
Zemanlandia esiste davvero ma quelle marcature a zona su calci da fermo non le ho mai capite fino in fondo!!!
In nazionale è tutta un’altra storia, sono le ragazze selezioate che “fanno” il modulo; lo scorso anno le ’89-’90 avevano le caratteristiche per un 4-3-3; le ’91-’92 di quest’anno hanno caratteristiche giuste per un 4-4-2…il calcio giovanile è come il vino.. và ad annate!
COME È ORGANIZZATO IL LAVORO DI SELEZIONE SUL TERRITORIO NAZIONALE?
Un grande lavoro viene svolto dalle rappresentative regionali U15 del Settore Giovanile che disputano il torneo a Giugno.
In tale contesto cominciamo ad avere un’idea di quelle che possono essere le future convocate, fermo restando che la maggior parte di queste ragazze giocano ancora con squadre miste e quindi devono per regolamento “accasarsi” in società femminili l’anno successivo.
Da questo passaggio ne perdiamo circa il 30%.
Successivamente a Settembre organizziamo quattro raggruppamenti interregionali su tutto il territorio così chè riusciamo a monitorare quasi 200 ragazze.
Purtroppo le rappresentative U17 della Divisione non fanno più attività, in compenso riusciamo attraverso i delegati regionali ad avere sotto controllo gran parte del territorio.
Ma quanto rammarico per il campionato Primavera…
DA UN PUNTO DI VISTA CONDIZIONALE QUALE CARENZE RISCONTRI PIÙ FREQUENTEMENTE NELLE RAGAZZE SELEZIONATE?
Molteplici; diciamo che nei settori giovanili la parte condizionale viene trascurata.
Dai test è emerso che le ragazze hanno notevoli ritardi nello sviluppo delle capacità coordinative e questo rallenta il processo di perfezionamento tecnico proprio di questa età.
In parole povere, una scarsa coordinazione motoria comporta una lenta esecuzione del gesto tecnico.
Inutile quindi lavorare sulla rapidità e velocità condizionale se prima non abbiamo un bagaglio motorio adeguato (equilibrio, combinazione oculo–podale etc.).
DA UN PUNTO DI VISTA DI PURA TECNICA INDIVIDUALE QUALE CARENZE RISCONTRI PIÙ FREQUENTEMENTE NELLE RAGAZZE SELEZIONATE?
Sicuramente il colpo di testa, ma questo è un limite che ci portiamo dietro dal precedente discorso.
Inutile allenare la forza per saltare più in alto se prima non insegnamo la tecnica del colpo di testa e la lettura di una traiettoria per trovare il tempo giusto.
Il fatto è che è molto più facile e veloce mettere dei cavalletti in campo e far saltare gli atleti piuttosto che perdere tempo e voce per spiegare il gesto.
DA UN PUNTO DI VISTA DI TATTICA INDIVIDUALE (IN FASE DI POSSESSO E NON POSSESSO PALLA) QUALE CARENZE RISCONTRI PIÙ FREQUENTEMENTE NELLE RAGAZZE SELEZIONATE?
Sorrido perché parliamo solo di carenze, ma posso assicurarti che ci sono anche le cose positive da elencare, in fin dei conti qui lavoriamo con ragazze del ’91–’92; sarebbe assurdo pensare di non insegnare loro il gioco del calcio.
Io non ho la presunzione di farlo ma un aiuto tento di darglielo, magari qualche piccolo consiglio su come e cosa fare in determinate situazioni di gioco.
Il tempo a disposizione è sempre poco e le cose da trattare sempre tante; posso però dire che siamo sicuramente più preparate sulla fase di possesso palla; come dicono tutti i giovani: è più divertente allenarsi con la palla in possesso che senza.
RIGUARDO ALLA TATTICA COLLETTIVA COME ORGANIZZI IL TUO LAVORO?
Cerco di far lavorare sempre la squadra schierata, in tutte le sue unità.
Proviamo sia la fase offensiva che difensiva tutte insieme; quando il tempo stringe è un sistema più utile, dà subito l’idea all’11 in campo di come muoversi in relazione alla palla, alla porta e all’avversario.
COME GESTISCI IL GRUPPO ALL’INTERNO DELLO SPOGLIATOIO?
Come lo gestiamo.
Io ed il mio Staff siamo un’unica cosa; tutti sanno cosa fare e cosa dire al momento giusto; esiste una grande collaborazione e stima tra noi, rispetto dei ruoli e delle competenze.
Le ragazze avvertono questo clima di serenità e si confrontano apertamente con noi sulle molteplici problematiche tecniche, atletiche, mediche, psicologiche e comportamentali.
Un grande merito và sicuramente attribuito a Giò Brenzan, qui nelle vesti di vice allenatore e preparatore dei portieri, che grazie alla sua ventennale carriera da campionessa qual’era è un riferimento importante per tutte le ragazze che iniziano quest’avventura.
QUALI GLI OBIETTIVI A BREVE E LUNGO TERMINE DELLA NAZIONALE U17?
Lunedì 19 febbraio l’Uefa ha diramato i gironi del primo turno di qualificazione per il Campionato Europeo U17 femminile.
Il girone è composto da: Italia, Spagna, Repubblica Ceka, Bielorussia e si svolgerà in Spagna dal 4 al 10 novembre 2007.
Al secondo turno passa la prima e le sei migliore seconde su dieci gironi.
Le tappe di avvicinamento a questa competizione sono intense; Aprile doppia sfida con la Svizzera, Maggio trasferta in Belgio con doppia gara, Giugno amichevole con l’Eire…poi magari ci risentiamo così, in una busta chiusa, ti metto il pronostico!
TEAM ALLENATORE.NET - Bonacini Roberto